Vista la velocità con cui la tecnologia dei computer quantici va avanti, c'è da aspettarsi che in un tempo non troppo lontano avremo a disposizione robot sensibili alle emozioni e in grado di entrare in totale empatia con l'essere umano, sostituendosi ad esso nei rapporti relazionali. POTRANNO UN GIORNO I ROBOT PROVARE EMOZIONI? Alla Hong Kong University un team di ricercatori guidati dal professore di Ingegneria elettronica Pascale Fung, ha intensificato gli studi nella direzione dell'interazione emozionale tra uomo robot. Il robot vivrà le stesse emozioni dell'uomo? Accadrà come nel film "l'uomo bicentenario"? Tra non molto tempo, per effetto di una progressiva e continua meccanizzazione della società, credo che il meraviglioso film “l’uomo bicentenario (Bicentennial Man) del 1999 diretto da Chris Columbus, basato sull’omonimo racconto di Isaac Asimov e sul romanzo Robot NDR 113, diventerà una realtà. I temi trattati nel film sono attualissimi, perché negli ultimi anni, l’avvento dei computer quantici e l'automazione si sono trasformati da semplice supporto e aiuto nello svolgimento di attività facilitanti per la nostra quotidianità, in qualcosa di sempre più evoluto e più autonomo. Questa rivoluzione tecnologica sta trasformando la nostra vita e il nostro vivere in ciò che pensavamo fantascientifico, e l'idea del "robot per amico", sta diventando concreta. Del film "l'uomo bicentenario", mi ha colpito l'importanza che viene data ai sentimenti, cogliendo in modo preciso il modo in cui l'essere umano reagisce alla nuova tecnologia, descrivendo i due approcci: da un lato l'entusiasmo e dall’altro il timore. Timore e paura di quanto una nuova tecnologia possa arrivare a sostituire la razza umana. Se a questo aggiungiamo il timore di non sentirei all'altezza di un'intelligenza artificiale, il gioco è fatto e la paura ci fa sprofondare nelle incertezze. Non posso negare che quel film mi ha entusiasmato; caratterialmente sono molto propenso al desiderio di scoprire e di conoscere ciò che c'è di nuovo, andare oltre confini fino ad ora esplorati, allargando la nostra coscienza umana, anche se appoggiata ad un'intelligenza artificiale. MA UN ROBOT SARA’ IN GRADO DI REPLICARCI EMOZIONALMENTE? Quello che dicono gli scienziati, nei loro studi pubblicati sulla rivista Scientific Reports, è che nei robot possa esistere una «Teoria emotiva», cioè la capacità di immedesimarsi con l'altro e imparare a interagire meglio con gli esseri umani. Le emozioni umane non sono forse il frutto del vissuto emotivo specifico per ogni essere umano? Come può un robot "captare" tutto questo e trasformarlo in perfetto rapport con l'essere umano? Se è vero che la sopravvivenza di una specie dipende dal legame con altri esseri umani e questo legame è fatto di emozioni, significa che sviluppare questo software per un robot potrebbe mettere a rischio la nostra sopravvivenza. Tutte le nostre emozioni, i nostri sentimenti, il legame che questi hanno con i nostri valori più profondi, sono attivati da stimoli che riceviamo dall'esterno, che a loro volta attivano i "bottoni somatici del cervello limbico" (vedi i miei articoli precedenti) che a loro volta "muovono" l'assetto ormonale e dei neurotrasmettitori, che si manifestano con precisi segnali fisici: • Frequenza cardiaca, • Sudorazione, • Espressioni facciali, • Gestualità, • Variazione del tono della voce Tutto questo sviluppa nell'essere umano gioia, tristezza, rabbia, frustrazione, delusione e quindi potremmo piangere o ridere o essere desolati per una sconfitta. Tutto questo lo impariamo attraverso un imprinting emozionale già nell'utero materno. Imprinting emozionale che si sviluppa poi nelle altre fasi di crescita della nostra vita, portandoci ad imparare a riconoscere le emozioni negli altri esseri umani con i quali ci rapportiamo. La cosa straordinaria è che tutte queste emozioni sono espresse sia spontaneamente, che automaticamente, senza alcun controllo cosciente da parte di noi. UN ROBOT SARA’ IN GRADO DI ELABORARE LE EMOZIONI IN FUNZIONE DELLE ESPERIENZE CHE VEDE, SENTE, PERCEPISCE? La robotizzazione è già oggi abbondantemente presente nella nostra vita, operando in tutti i campi dello scibile umano come in effetti vogliamo che sia. I robot sono: • Specializzati nel costruire le nostre auto e i nostri smartphone, • Utilizzati per servizi di riabilitazione, aiutando le persone a camminare di nuovo, • Assistenti nell' insegnamento in grado di rispondere alle domande degli studenti, • Software che possono scrivere documenti legali, o scrivere semplici storie per i giornali, • Macchine capaci di comporre musica, possono realizzare dipinti perfetti, • Presenti nelle sale operatorie, laddove è necessaria, una precisione micrometrica. Un programma di Intelligenza Artificiale (AI) ha battuto un essere umano a "Go", noto per essere il più complicato gioco da tavolo. Il robot IBM Watson ha battuto i campioni umani a Jeopardy. I PRIMI PASSI VERSO L' "UMANIZZAZIONE" DEI ROBOT Da un lato, questo periodo evolutivo lo definisco straordinario e affascinante, ma dall'altro mi spaventa pensare che un essere umano si possa innamorare di un robot, fino a voler vivere un'intera esistenza con una macchina. Pensate che già nel 2016 un team di ricercatori americani ha annunciato che è stato messo a punto il primo sistema in grado di riconoscere una decina di emozioni umane in tempo reale, semplicemente dal tono utilizzato dalla persona durante un discorso. Ogni robot grazie a specifici hardware guidati da algoritmi software, è in grado di rispondere a determinati stimoli, per rispondere a una domanda, o per muoversi all'interno di una stanza, e questo permetterà al robot di capire quali strategie deve attuare per raggiungere un dato obiettivo operativo. L'elemento sconvolgente di tale opera ingegneristica è che il software è costruito per eseguire un apprendimento costante e continuo in modo automatico e autonomo. Lo studio si sta spingendo in campi ingegneristici elevatissimi che porteranno all'applicazione delle "Reti Neurali Convoluzionali" o CNN, che porteranno l'intelligenza artificiale alla piena consapevolezza robotica, con sviluppo di capacità analitiche, di capacità di apprendimento, di capacità comunicazione, di intelligenza emotiva. La domanda che ci possiamo porre è questa: l'intelligenza artificiale potrà avere una coscienza? Potrà sognare? Certamente questi studi e queste ricerche sulle reti neurali porteranno ad apprendimento automatico, potranno anche generare immagini casuali, oniriche, e credere che anche i robot possano sognare, ma questi software saranno in grado di rendere il robot senziente? La vera domanda è: se i robot diventeranno esseri umani senzienti, potranno rivoltarsi e combattere contro gli esseri umani che li hanno creati, in un delirio di onnipotenza come visto in qualche film di fantascienza? ESISTERANNO ROBOT “BUONI”? La risposta è legata alla capacità intellettiva e valoriale dei ricercatori, che dovranno insegnare a queste reti neurali autonome i valori più puri dell'etica umana, dovranno trasferire regole decisionali etiche e morali, che per intenderei sono quelle che aboliscono le ingiustizie, le disuguaglianze sociali, le guerre. Un software che sia in grado di non giudicare ma l'uomo sarà in grado di trasferire tutto questo? O l'ego, la presunzione, la sete di potere e il desiderio di sovrastare gli altri, saranno trasferiti nell’intelligenza artificiale? Buona riflessione Furlan dott. Amadeo Tempo di lettura: 8 minuti Abbiamo passato e, per certi aspetti, stiamo ancora passando un periodo in cui non si vedono volti scoperti in giro per le strade e la cosa grave è che questa situazione si protrae ancora dentro le scuole comprese in quelle elementari. Avete notato che le "maschere" che stiamo portando, generano sempre stati d'animo alterati e persone chiuse in se stesse e con le spalle ricurve? Vi state rendendo conto che la relazione, fatta dal sorriso, dal linguaggio non verbale, dal contatto diventa sempre più rara? In pochissimi si stringono la mano, e ancor meno sono le persone che si abbracciano. Vi rendete conto che per parlare con la mascherina dobbiamo alzare sempre di più i toni ed il volume della voce? Siete consapevoli che tutto questo genera una variazione dello stress emotivo, che nel tempo porterà ad una alterazione negativa del tono dell'umore? Mettere una "maschera" e privarci della visione di un sorriso per un periodo così lungo nel tempo, creerà danni alla nostra capacità di relazionarci, di "alimentarci" nella relazione, con conseguenze gravi al nostro sistema stomatologico a partire dai denti. Infatti, come il resto del nostro corpo, i denti rappresentano il nostro stato d'animo. Dato che ogni malattia può essere l'espressione di una sofferenza psichica, possiamo dire che “i dolori dei denti” sono le parole dell'anima. Cosa rappresenta la bocca in psicosomatica? La bocca è la porta d'entrata di tutto ciò che andrà in profondità e la struttura dentaria rappresenta la frontiera tra esterno ed interno ed è la fedele rappresentazione dello specchio del nostro vissuto. I denti sono il perimetro del cavo orale e rappresentano la porta d'entrata non solo del cibo fisico, ma anche di quello psichico relazionale. Quindi la bocca rappresenta la parte cosciente del tubo digerente. Senza fare una disamina completa, si può affermare sinteticamente che le relazioni disarmoniche con i genitori si "leggono" nel disordine dei denti: l’arcata superiore rappresenta la figura paterna e quella inferiore quella materna. A questa lettura più generica, bisogna aggiungere (quanto segue vale per il destrimane, nel mancino le parti sono invertite) che l'incisivo di destra ha un suo preciso significato, mentre quello di sinistra ne ha un altro e così via per ogni dente e per le due diverse arcate dentali. Essendo la bocca la zona devoluta alla parola, di certo è la zona del corpo che parla di più! Quando il cavo orale è superato il resto avviene inconsciamente. Cosa rappresenta biologicamente e psicologicamente quindi il cavo orale? Nella bocca abbiamo i denti, che servono non solo alla masticazione, ma anche all'espressione verbale: offrendo dei punti d'appoggio alla lingua, essi permettono di produrre dei suoni articolati, caratteristica che è propria dell'essere umano. Sul piano biologico la bocca rappresenta il mordere quindi l'aspetto aggressivo: incidere/tagliare (incisivi), sbranare (canini), masticare (molari). Sul piano psicologico, rappresenta la capacità di afferrare la nostra personalità, di staccare, sminuzzare. L'evoluzione della bocca passa da una iniziale centratura dedicata all'acquisizione della capacità di mordere, alla costruzione degli apparati destinati a fornire la parola. I denti rappresentano la nostra identità, non a caso abbiamo due dentizioni: quella da latte, l'Io bambino e quella definitiva, l'Io adulto, che dividono nettamente due mondi specifici. L'atto masticatorio (aprire e chiudere la bocca) è la rappresentazione della comunicazione volontaria ed è anche la relazione con il mondo che ci mette in grado di scegliere se accettare o rifiutare. Il processo digestivo, rappresenta la trasformazione e l'assimilazione del reale che è fuori di noi, in energia per la sopravvivenza. Dato che questo è un dato assodato e inconfutabile, come può una mascherina generare danni biologici ai nostri denti e alle nostre gengive? Per noi esseri umani è un fatto naturale e biologico comunicare e interagire con altri esseri umani con il viso coperto? Come può l'essere umano percepire le emozioni di un'altra persona se manca la visione del viso? Quanto possiamo "digerire" una situazione simile per così lungo tempo? Vediamo ora dal punto di vista psicosomatico che cosa accade nella nostra bocca per effetto della mascherina: 1. Potrebbero aumentare le carie? la CARIE è la malattia dei tessuti duri del dente (smalto e dentina). Oggi sappiamo con certezza che uno stress nervoso prolungato annulla l'immunità naturale del dente, portando a sviluppare di più la carie. Inoltre, le carie sarebbero la conseguenza diretta della mancanza di libertà, non a caso le carie appaiono nello stesso tempo delle prime guerre tribali. Gli stress sociali e psicologici, che in questo periodo specifico stiamo vivendo, porteranno ad un maggiore sviluppo delle carie. Se dapprima avevamo una evidenza maggiore sui tipi più introversi, che hanno una maggiore propensione alla chiusura, alla rigidità interiore e che si trovano nell'impossibilità di smettere di alimentare un dialogo interiore negativo sul proprio vissuto, oggi il distanziamento sociale, l'uso prolungato della mascherina, favorisce sempre di più un isolamento e separazione dal branco sociale, con conseguente maggior rifiuto di esprimere una parte di se stessi. Dal punto di vista psicosomatico il dente malato indica quell'aspetto di sé che è stato rifiutato. Nel bambino la comparsa della carie esprime il desiderio di abolire la barriera che lo separa dalla mamma, per ritrovare quello stato di unione, amalgama legato ai primi mesi della vita. 2. Cosa accade, invece al nostro parodonto? Le malattie paradontali provocano gravi alterazioni a carico delle strutture che circondano il dente, che possono condurre alla recessione gengivale e infine alla perdita dei denti. Esse interessano l'area del parodonto, ovvero i tessuti attorno ai denti che li mantengono attaccati allo strato osseo, composti da gengiva, cemento radicolare, osso alveolare e legamento paradontale. La parodontite (detta anche piorrea) consiste nell'infezione cronica del parodonto che conduce a un costante riassorbimento osseo e, nelle situazioni più avanzate, alla caduta dei denti. La gengiva è alla base dei denti e li sostiene, essa rappresenta quindi la base della vitalità e dell'aggressività sana, la fiducia in se stessi e nelle proprie possibilità: se una persona manca della fiducia in se stessa non riuscirà a confrontarsi in maniera attiva e vitale con i problemi. Le notizie che ci vengono fornite giornalmente ci danno fiducia? Siamo certi che la maggior parte di noi potrà in futuro, pagare i propri dipendenti? Siamo in grado in questa situazione finanziaria di essere autonomi? I dati che ci arrivano possono minare la nostra fiducia? Cosa accade quando l’infiammazione si sposta sul legamento paradontale, approfondendosi? Cosa accade quando l'infiammazione si sposta sul legamento paradontale, portandola ad una fase acuta? Se la fiducia viene minata, se l'autostima crolla per effetto delle notizie "disastrose" che ci vengono date (Covid, guerre, recessione economica), significa perdere ogni riferimento valoriale importante trasferendo questa paura, questa insicurezza all'inconscio. Quando questo avviene è come se al parodonto venisse comunicato qualcosa di molto serio, che potrebbe tradursi nella perdita dell'elemento dentario. Quando questo avviene significa perdere la propria identità. E' una fantasia inconscia di identità, si ritorna bambini per esprimere, con la bocca, un grande bisogno di accudimento. Quindi dicevamo che oltre a masticare, i denti servono anche e soprattutto all'espressione verbale: offrendo dei punti d'appoggio alla lingua essi permettono di produrre dei suoni articolati, capacità propria all'essere umano. L'uomo si esprime con le parole, con i toni, il volume, con la gestualità. Socrate antico filosofo greco, che metteva al centro della sua ricerca filosofica l'uomo e il mondo umano, diceva: "le parole devono superare la barriera dei denti" Quando non osiamo pronunciarle, le parole che non possono superare questa barriera, si trasformano come abbiamo visto in danni ai denti! Che cosa fate quando nel cruscotto della vostra auto si accende una spia rossa che dice che avete una anomalia del motore? La lasciate accesa o andate dal vostro meccanico per indagare e capire perché si è accesa? Carie, mal occlusione, piorrea, malattie al parodonto, sono l'espressione di una carica emozionale che non ha potuto essere "liberata" con la parola. Il dente "parla", è la spia rossa del vostro cruscotto e vi sta informando che qualcosa non funziona. I denti sono per il corpo ciò che il cruscotto, con le varie spie di segnalazioni è per una macchina. Il dente è il segnale d'allerta che il corpo invia, è la lampadina rossa per dirci che abbiamo un'emozione disarmonica che non esprimiamo, un'azione che rifiutiamo di fare, una situazione che non accettiamo. Ovviamente l'obiettivo di questo articolo non è quello di dire che non è più necessario lavarsi i denti, che lo zucchero non è nocivo ai denti, e negare il ruolo dei batteri che causano la carie, ma avere uno nuovo sguardo in cui riconoscere il ruolo psicosomatico ai problemi legati ai denti e al parodonto. È vero o no che fino ad oggi avevamo una certezza assoluta che lo zucchero è la causa della carie? Quante volte abbiamo detto ai nostri figli: non mangiare caramelle che ti si cariano i denti? Quante pubblicità televisive sottolineano questo assioma? Se questa legge è vera allora perché certe persone dall'igiene deprecabile non sviluppano mai carie mentre altri, estremamente precisi e accurati, vedono i loro denti ammalarsi? Come spiegare, allora, che le carie toccano selettivamente certi denti senza contaminare miracolosamente gli altri, con i quali sono in contatto? Possiamo dire con certezza che zucchero e batteri, possono agire solo su un terreno predisposto? Possiamo dire che i denti, rappresentano una sofferenza psichica? Possiamo dire anche che l’assenza di problemi ai denti significa che la persona non ha alcun problema psicologico? La psicosomatica ci viene incontro, ipotizzando che il male ai denti viene alle persone che hanno il desiderio esagerato di esprimere con le parole la loro sofferenza, ma che la trattengono "dentro di sé". Per alcune persone, verbalizzare in modo viscerale con le parole il loro disagio è determinante e, quando lo fanno, con molta probabilità non sviluppano problemi ai denti. Con molta probabilità le persone che trattengono visceralmente le emozioni, come rabbia, ira, frustrazione soffriranno di malattie organiche a carico di fegato, stomaco e altri organi legati alla digestione. Quindi portare la mascherina per lungo tempo può nuocere a livello psichico e organico i nostri bambini, i nostri ragazzi? Mia madre spesso mi diceva da piccolino, quando ero imbronciato e serio: "Sorridi alla vita e la vita ti sorriderà” Non lasciare che siano gli avvenimenti a cambiare il tuo sorriso", spiegandomi che il sorriso è lo strumento migliore per cambiare il mondo, perché è la nostra migliore strategia per cambiare il modo di vedere le cose e renderei più flessibili e ottimisti quando incontriamo situazioni complesse, e difficili.In 40 anni di lavoro ho imparato una cosa con certezza, che se hai in faccia un sorriso, congruo e "vero", nel tempo hai minori probabilità di incappare in una malattia e quindi più probabilità di avere una vita lunga e armonica.Questo mio pensiero è avvallato dalla numerosa letteratura scientifica (che potete verificare sul web sulle riviste specializzate), come la maggior parte delle persone emotivamente stabili e che vivono sentimenti come l'entusiasmo, la vitalità, la speranza, la comprensione, il senso del miglioramento, specie se accompagnato da alti livelli di soddisfazione sugli avvenimenti della vita, godono di una salute ferrea.La cosa più straordinaria che possiamo decidere di fare è avere un atteggiamento proattivo, ottimistico, capace di risolvere i problemi, oppure nasconderei dietro gli alibi, dietro le scuse della sfortuna ed entrare nel mondo dei pessimisti e fare la vittima. Possiamo adottare l'uso della mascherina dove è obbligatorio per legge, ma togliercela immediatamente dove non c'è questo obbligo (vedo ancora gente che viaggia da sola in macchina con la mascherina, persone che camminano al parco o in campagna con mascherine FFP2) e vivere questi momenti di "pseudo libertà", sorridendo a pieni denti. Decidete voi quale maschera volete portare. Io preferisco usare il sorriso come scudo agli avvenimenti. Molti mi chiedono qual è il miglior farmaco naturale che si può assumere per avere una risposta fisiologica; a tutti questi dico di farsi giornalmente, mattino, mezzogiorno e sera una dose di sana risata, in famiglia. Sapete perché mostrare il viso per intero con una bella risata è importante? Perché i benefici che vi elenco sono straordinariamente utili: 1. Acquieta gli animi, generando stati d'animo più distesi e con meno tensione emotiva 2. Aiuta a connetterci con gli altri eliminando gli eccessi di individualismo 3. Elimina la paura 4. Aiuta ad allargare gli orizzonti, ad osservare gli avvenimenti della vita da un'ottica più attinente e reale, offrendoci maggiori prospettive verso gli aspetti che la rendono più complicata 5. Meno stress emotivo, significa maggiore capacità di trovare soluzioni ai problemi della vita quotidiana 6. Meno stress emotivo permette una maggiore comprensione e adattabilità al cambiamento 7. Meno stress emotivo ci porta ad avere una minore sensazione di frustrazione e conseguentemente una minore percezione dei propri limiti 8. Ci aiuta a mantenere un maggior equilibrio alla critica che ci viene rivolta, con il grande vantaggio di evitare di entrare nei conflitti e nelle situazioni negative 9. Ci aiuta a cambiare il nostro stato d'animo quando siamo invasi dalla tristezza e dai pensieri funesti. Il sorriso fa parte di quella cassetta di semplici strumenti utili, che possiamo paragonare ad una carezza, una frase motivazionale sussurrata ad un orecchio, uno sguardo pieno di dolcezza, per salvare il genere umano da questa assurda situazione. Ora pensate al danno che stiamo arrecando a tutte queste generazioni: andando a coprire la bocca e il naso, stiamo togliendo al nostro cervello limbico la capacità di "vedere" le emozioni, di vedere un sorriso che potrebbe cambiare, in una classe elementare, la fisiologia degli studenti, alleggerendo una atmosfera pesante che porta ad un futuro incerto e inquieto. Un sorriso ha un potere enorme, rompe le barriere, scioglie come neve al sole ogni tensione, genera un clima orientato alla relazione, alla fiducia e alla vita. Con un sorriso conquisti un amico ed è il miglior rimedio degli stati d'animo negativi e sapete perché?
Perché è la migliore terapia al mondo ed è completamente gratuita. Allora perché non impegnarsi a cambiare il mondo, abbassando la mascherina senza paura, e regalare un sorriso? Che cosa potrebbe accadere se elargissimo un sorriso nel momento storico in cui viviamo? La cosa peggiore che potrebbe accadere è che tutto resti come prima. Ma se funzionasse i benefici sarebbero giganteschi e potenti per tutti. Oppure? Teniamoci la mascherina, chiudiamoci in noi stessi, aumentiamo il nostro stress, continuiamo a guardare l'altra persona come un nemico untore e smettiamo di portare energia positiva al nostro cervello, trasformandolo in un fedele schiavo di questo triste mondo, pandemico, privo di contatto, e pieno di paura. A voi la scelta. Furlan dott. Amadeo Tempo di lettura 7 minuti Cosa accade al nostro CERVELLO, in questo tempo occupato tutto a quasi dai problemi generati dal corona virus, dai rincari delle materie prime e dalla guerra?
In questo periodo il nostro cervello sta compiendo un lavoro di cambiamento di strategie straordinario, con un carico di stress emozionale molto impegnativo e a tratti anche pericoloso. In che modo possiamo salvarci da un eccessivo stress che può portare il nostro sistema immunitario ad andare in tilt? Il sistema nervoso fornisce la base biologica dell’esperienza umana, tanto nella componente percettiva ella realtà quanto nella componente decisionale. Grazie al cervello e al sistema nervoso sentiamo, pensiamo e agiamo. In ultima analisi, integrando e strutturando le nostre percezioni, ma anche i processi emotivi e cognitivi, il cervello rende ciascuno di noi quello che è. Senza entrare in una trattazione anatomica o funzionale del cervello, cercherò in questo articolo di spiegarvi i meccanismi emotivi che da 2 anni (forse anche di più, basti pensare al periodo in cui la paura del terrorismo imperversava) hanno costantemente modificato radicalmente la nostra vita; il nostro percepito presente e futuro è cambiato, obbligando l'essere umano a pensare che ogni individuo estraneo possa essere un pericolo per la nostra vita. Partiamo dal cervello emotivo. Esso rappresenta la sede delle nostre emozioni e prende il nome di sistema limbico, un complesso insieme di strutture cerebrali appartenenti al sistema nervoso centrale, situato nella parte più antica del nostro cervello dal punto di vista evolutivo. Per capirne il funzionamento, basti pensare al cervello limbico come ad un enorme pianoforte, dove ogni tasto rappresenta una emozione. Emozioni che regolano i processi emotivi, che a loro volta svolgono un ruolo chiave nelle reazioni neuro ormonali che influiscono sui comportamenti, sull'apprendimento, sulla memoria e sull'olfatto. Il sistema limbico si trova sotto la corteccia cerebrale ed è costituito da diverse strutture tra cui l'ippocarmpo, l'amigdala e l'ipotalamo, che sono le "centraline" maggiormente implicate nei processi emotivi. Di queste tre aree, l'amigdala ha un ruolo importantissimo e centrale nella elaborazione delle emozioni. Sapevate che la paura, è l’emozione maggiormente implicata nella formazione di ricordi associati a eventi? Sapevate che l’amigdala elabora le informazioni provenienti dagli organi di senso e innesca immediatamente risposte dell’organismo di fronte a stimoli che sono connotati emotivamente? Vi faccio una domanda: che cosa accade al nostro centro emotivo, quando ogni giorno riceviamo informazioni uditive (telegiornali), visive (gente che muore per effetto di bombardamenti, ma anche semplicemente fare il pieno della vostra auto e scoprire che 10 giorni fa bastavano 80,00€ mentre oggi spendete 96,00€), percettive (la paura di ammalarci, fallire)? Ci rendiamo conto del condizionamento che riceviamo costantemente? Ci rendiamo conto che in soli 2 anni sono cambiate tutte le nostre abitudini e alimentiamo costantemente il nostro cervello di paura e rabbia? Volete sapere cosa fa la paura? Attiva l’ipotalamo il quale, innescando il Sistema Nervoso Autonomo, con conseguenze gravi per il nostro stato di salute, perché permette con maggior probabilità di far entrare un virus letale, o anche di portarci nella direzione di una grave malattia. Vi chiedete perché sono così gravi? Sapete di cosa è responsabile il Sistema Nervoso Autonomo? È responsabile del mantenimento dello stato di omeostasi, cioè di equilibrio del nostro organismo e tutto questo lo fa attraverso: • la regolazione della temperatura corporea, • la frequenza cardiaca, • la pressione arteriosa, • regola il senso di fame e sete • regola il ritmo sonno-veglia • svolge anche una funzione endocrina di secrezione di ormoni importanti per il nostro organismo. Vi confermo che una emozione come la paura agisce negativamente su ognuna di queste componenti. Sappiate che oltre all'amigdala anche l'ippocampo è coinvolto nei processi mnemonici, in particolare relativi alla memoria a breve termine e a quella spaziale nell'apprendimento e nell'orientamento. Capite cosa potrebbe accadere ai nostri processi mnemonici se venissero ancor più stressati? Questi due centri elaborano e consolidano le informazioni sensoriali dando un'unica configurazione legata al contesto nel quale esse si verificano contribuendo a creare la memoria episodica, dove risiedono i ricordi legati agli eventi vissuti. È capitato anche a voi di essere in auto e ad un certo punto ascoltare una canzone che vi riporta indietro nel tempo a ricordi bellissimi, mettendovi una allegria pazzesca tanto da cantare quella canzone? Questo è un tipico esempio di bottone emozionale o àncora sonora emozionale, che cambia la nostra fisiologia in meglio. Stessa cosa se la canzone ci riporta ad un evento triste e melanconico, anche in questo caso cambia la nostra fisiologia, che questa volta è più legata alla tristezza. La stessa cosa accade con una fotografia, con un profumo, con un sapore. Tutti questi elementi sensoriali agiscono attivando centri, bottoni, ancore emozionali che variano la nostra fisiologia da aperta e allegra a chiusa e triste. Se non lo sapevate, ora avete chiaro il danno biologico, funzionale che stiamo procurando al nostro cervello emozionale, agendo da "robot anestetizzati dalla paura". Possiamo agire diversamente? Sì. Usando la prudenza, con attenzione, ma coscientemente presenti, vivendo le emozioni in modo intelligente. Quindi come fare per vivere al meglio le emozioni e neuro condizionarci nella direzione vitale? Se dovessi definire un’emozione direi che essa rappresenta una componente soggettiva di ogni essere umano, la sensazione che determina una variazione fisiologica (pensate a quando una persona arrossisce, attivazione del sistema nervoso centrale (SNC) e del sistema nervoso periferico (SNP)), che determina una modificazione espressivo comportamentale, interessando diversi piani, da quello esperienziale (uno stesso evento ciascuno di noi può "sentirlo e percepirlo" in modo differente) a quello fisiologico, con risposte viscerali (rabbia, paura, frustrazione, gioia, ecc., ecc.). Provate a girare dentro i negozi, nei ristoranti, senza mascherina e sicuramente troverete persone arrabbiate che vi inseguiranno, insultandovi. In che modo le nostre emozioni sono state modificate da avventi come il Covid, la guerra e il rincaro dei prezzi? Per prima cosa dobbiamo capire qual è il ruolo delle emozioni, a cosa servono: • il primo elemento fondamentale è: le emozioni consentono una valutazione dell’ambiente circostante, permettendoci di valutare e organizzare gli stimoli che ci colpiscono sulla base della loro rilevanza. Dato che questo assioma di base è vero e reale, domandatevi: quali stimoli stiamo ricevendo? • Il secondo elemento fondamentale è che le emozioni regolano lo stato di attivazione del nostro organismo, mettendo a punto uno specifico stato fisiologico, che sarà il più adatto in base alla situazione che dobbiamo fronteggiare; è anche questo una legge neuro fisiologica: l’ambiente esterno che scenari ci mostra e quali attivazioni fisiologiche mette in atto? Sono attivazioni fisiologiche "naturali e normali"? Nel tempo queste attivazioni stressogene causeranno danni ai nostri organi? Provate ad andare tutti i giorni al lavoro con la vostra macchina usando solo la prima marcia; cosa accadrà al motore della vostra auto? • Terzo ed importante punto: le emozioni ci preparano all'azione in risposta agli eventi che si verificano intorno a noi, ovvero costituendo la base delle tendenze ad agire; anche questa è una legge biologica, questo significa che di fronte ad un ambiente ostile e pericoloso il nostro cervello agirà sempre sotto stress. Siamo sicuri che tutto questo allarmismo farà bene al nostro sistema immunitario? • Quarto punto: le emozioni modellano il nostro comportamento futuro sulla base delle esperienze passate. Quindi se in 1O mesi siamo riusciti a cambiare le nostre abitudini, tutte le nostre convinzioni sul contatto fisico, abbiamo accettato di non vedere più le emozioni in un volto, cosa accadrà e come modelleranno il comportamento sociale e relazionale le future generazioni? • Quinto punto: le emozioni ci aiutano nell'interazione con gli altri: la mimica facciale, l'espressività, il movimento labiale determinano il comportamento verbale o non verbale rendendo esplicite le nostre emozioni. Cosa accadrà al nostro cervello se continueremo ad utilizzare le mascherine? Cosa accadrà alla corteccia sensoria, smettendo di avere un contatto fisico come un abbraccio con un amico? Questo continuo martellamento emotivo, ucciderà emotivamente questa umanità, annullando la nostra capacità cognitiva o passeremo indenni? Ogni componete emotiva impatta sulle nostre vite in modo prepotente e continuo, modulando le nostre relazioni affettive, relazionali, sociali. Sono le reazioni emotive, attraverso programmi biologici specifici, a trasformare in stress comportamenti adattativi (fuga, attacco o restare immobili), funzionali a ciò che per noi rappresenta minaccia. Mi domando: vogliamo passare il resto della nostra vita vivendo questo stress emozionale? Sapete che tutto questo incide fortemente sulla comunicazione emotiva? Sapete che la comunicazione emotiva ha una grossa valenza sulle nostre vite sociali, relazionali, lavorative? Gli ultimatum che ogni giorno ci vengono propinati dai media, in modo pressante agiranno sulla nostra vita. Questa minaccia continua ci porta diritti alla depressione, alla frustrazione, alla rabbia, al malcontento, perché hanno un unico obiettivo: farci percepire un futuro incerto, pieno di preoccupazioni relative alla salute, al lavoro, alle relazioni con amici, parenti. Sono 1O mesi che vengono presentati eventi che hanno un impatto stressogeno su mente e corpo, un impatto negativo di continua valutazione emotiva di questi eventi, portandoci a consumare energie emotive, cosa che prima o poi il nostro organismo ci farà pagare a caro prezzo. Ora vi chiederete qual è la giusta “medicina”? Riscoprire le nostre emozioni più pure, riscoprire per esempio che una passeggiata in mezzo alla natura, respirando liberamente a pieni polmoni, ci permetterà di riattivare alcuni meccanismi di modulazione della risposta emotiva, che possono aiutare a ritornare a vivere la relazione in modo sano, pulito, senza pensare che chi ci sta vicino possa essere un untore o un pericolo per noi. Follia? Utopia? Spetta a voi decidere ciò che è vitale per voi o ciò che è mortale, di certo non ci vorrà molto tempo, per scoprire se tutto questo porterà l'uomo alla sua morte fisica e relazionale oppure no. Furlan dott. Amadeo Tempo di lettura: 6 minuti VIVIAMO DI STRESS? Lo stress rappresenta una risposta aspecifica del nostro organismo di fronte a un qualsiasi stimolo esterno o interno che possa costituire una minaccia alla nostra sopravvivenza o che provochi una risposta di adattamento tesa a ristabilire l’omeostasi (equilibrio) interna. La parola COVID – CRISI - GUERRA cosa genera dentro il nostro cervello emozionale? La parola COVID rappresenta in questo contesto storico il “nemico” da combattere”? CRISI cosa significa per il nostro cervello emozionale? E la parola GUERRA quali conseguenze porta nei nostri pensieri? Se si, tutta questa situazione aumenta lo stress? Questo aumento di stress è pericoloso per l’essere umano? Durante la nostra vita si possono, fare esperienze sgradevoli e impreviste, talora dolorose e traumatiche. Una circostanza è traumatica quando provoca un impegno affettivo, che supera la soglia di tollerabilità di un individuo, causando, di conseguenza, la crisi emozionale. GLI EVENTI TRAUMATICI AUMENTANO LO STRESS EMOTIVO? Quindi gli eventi in grado di provocare stress, come le situazioni che nel nostro sentito emotivo consideriamo traumatiche, sono detti Stressor. Quest’ultime possono avere una natura di tipo fisico o psicologico. Un evento diventa stressante nella misura in cui una persona lo valuta come minaccioso, e qui rientrano in gioco gli aspetti emotivi cui abbiamo accennato prima. Le parole come COVID, CRISI, GUERRA oggi rappresentano simbolicamente il nemico, la paura di morire, la minaccia invisibile e mortale, il terrore di non riuscire a superare le problematiche finanziarie che incombono, la paura che la GUERRA, arrivi fino alle soglie di casa nostra. Quindi se tutto questo è vero, allora gli eventi che stiamo vivendo provocano un aumento di stress. Un evento stressante può essere percepito in maniera diversa da due persone? Le reazioni che le persone hanno di fronte a un evento stressante possono essere diverse? Normalmente si, ma di fonte al martellamento mediatico in cui siamo giornalmente immersi (io non guardo il telegiornale da due anni), la risposta è “NO”, in quanto l’obiettivo è uniformare la paura e portarla dentro il nostro cervello in modo tale da poterci comandare emotivamente con risposte comportamentali standardizzate e certe per individuo le persone in “bravi neuro-schiavi”. Qualcuno leggendo questo articolo penserà che tutto ciò non è possibile, voglio dimostrare inconfutabilmente che la trasformazione in atto è ben congegnata . CHE COS’E’ LA SINDROME GENERALE DI ADATTAMENTO? Per prima cosa andiamo a vedere cosa dice il modello della Sindrome Generale di Adattamento (SGA). L’SGA dice che lo stress viene concepito come una risposta dell’organismo di fronte ad una sollecitazione, la cui reazione allo stress si articola in tre precise fasi. 1. La prima fase detta di “allarme e mobilitazione”, si attiva quando il soggetto viene a conoscenza dell’esistenza di un evento stressante e, a livello biologico, il sistema nervoso simpatico si attiva per permettere alla persona di fronteggiare l’evento. La domanda che vi pongo: questa fase la stiamo vivendo? Il nostro sistema è in allarme? 2. Il secondo punto dice che se l’evento stressante persiste allora si attiva la seconda fase, detta “resistenza” in cui la persona continua a essere impegnata a fronteggiare l’evento, spendendo le proprie risorse fisiche e psichiche. Avete idea di quante persone oggi soffrano di depressione perché hanno perso il lavoro? Avete idea di quante persone si siano suicidate perché non vedono un futuro davanti a loro? Avete idea di che frustrazione emotiva stiano vivendo gli anziani che non possono più abbracciare i loro nipoti, perché potrebbero essere gli untori del COVID e viceversa? Avete idea di quanti imprenditori si sentono incapaci di superare i debiti che hanno accumulato nel periodo del COVID? Quanto il meccanismo di resilienza può durare? 3. Se questa fase perdura molto (sono ormai 24 mesi che viviamo questa situazione, alla quale ora di aggiunge la paura della GUERRA e della CRISI FINANZIARIA) entriamo nell’ultima fase che prende il nome di “esaurimento”; in questa fase cominciamo a vedere il manifestarsi dei primi segnali negativi dovuti al persistere della condizione di stress tra cui la malattia fisica, il disagio psicologico, l’incapacità di concentrarsi, l’aumento di irritabilità, fino ad arrivare alle condizioni più gravi in cui la persona appare disorientata. Avete una di queste condizioni? Avete amici che si trovano in una situazione simile a quelle descritte? Avete il desiderio di arrivare in questa fase, con grave pericolo della vostra vita? GLI EFFETTI FISIOLOGICI DELLO STRESS a tutto questo si aggiungono gli EFFETTI FISIOLOGICI DELLO STRESS DIRETTI sul nostro organismo, effetti fisiologici che causano:
Ci si potrebbe domandare: si può imparare a gestire tutta questa situazione? L’organismo umano, pur essendo il risultato di un processo evolutivo lunghissimo, non è capace di affrontare eventi negativi per un tempo estremamente lungo e con alto stress emozionale. Gli effetti disfunzionali, pericolosi e distruttivi iniziano durante la fase di esaurimento, quando le risorse a breve termine dell’organismo si esauriscono. Le strategie possibili sono o influenzare la situazione stressante di per sé, quando possibile, attuando cambiamenti delle proprie abitudini e dei propri comportamenti, ritornando a fare ciò che prima facevamo in piena libertà (difficile da attuare visto le ristrettezze di libertà che le Nazioni stanno attuando) oppure andando a modificare il modo in cui affrontiamo gli Stressor e le emozioni difficili a essi correlate. RITROVARE GLI EQUILIBRI Molti studi presenti in letteratura ci dicono che occorre trovare un equilibrio tra il cambiamento delle situazioni, su cui è possibile esercitare un certo controllo, e l’accettazione dei vissuti emotivi che le situazioni stressanti a cui siamo esposti ci provocano, e su cui non è possibile agire, modificandoli o riducendoli. VI CHIEDETE COME? Smettete di guardare la televisione, smettete di leggere i giornali, attuate la strategia di leggere un bel libro, di guardarvi un film divertente, di andare a passeggio in luoghi dove la natura è rigogliosa, arricchite il vostro bagaglio emotivo di sorrisi, movimento, meditazione, fate attività sportive leggere, ascoltate buona musica, abbracciate i vostri cari…… mangiate un pezzettino di cioccolato fondente ogni tanto. Questo processo semplice è basato sull’autoregolazione emotiva di cui siamo naturalmente dotati, che può essere potenziato per garantire una migliore gestione delle emozioni stressanti, derivate dall’esposizione di notizie emotivamente negative che giornalmente ci presentano. Spegnendo il “pilota automatico” legato alle “cattive notizie” abbiamo l’opportunità di mettere in atto risposte emotivamente utili alla nostra sopravvivenza, che ci allontanano da esperienze, pensieri, emozioni negative. Amadeo Furlan 28/4/2021 Freedom intervista ad Furlan dott. Amadeo nel podcast. L'attuale grande sfida dei managerRead Now
Ecco la nuova puntata del podcast con l'intervista ad Amadeo Furlan. Il tema è relativo alla grande sfida che ogni manager e imprenditore deve affrontare in questo momento. Buon ascolto!
26/3/2021 Comandante Zero intervista Furlan dott. Amadeo nel podcast "guardianes de azul": Paura, merito o difetto di un poliziotto?Read Now
Per Comandante Zero, al secolo Mahigun Bogiatto, le Forze di Polizia sono un’entità il cui valore assoluto è di servire e proteggere la cittadinanza, garantendo la sicurezza e l’ordine pubblico. Questa sua missione ha un enorme valore sociale e profonde il massimo impegno nel formarsi in questo specifico campo con una costruzione specialistica e multidisciplinare unito ai migliori trainer internazionali. L’intervista mira a mettere in luce gli aspetti psicologici e comportamentali delle masse e delle Forze dell’Ordine che le adotteranno per servire e proteggere le persone. Mahigun ha fondato l’innovativa accademia: Zero Earth Police Academy che copre tutte le esigenze operative di qualsiasi tipo di istituzione.
Il Podcast “I Guardiani Blu” è dedicato alle Forze di Polizia di tutto il mondo cioè coloro che ci proteggono fin dai confini tra l’ordine e il caos. nuove tecniche evolutive della psicosomaticaSono felice di condividere con tutti voi questa intervista fatta da Medicina 365, "Eccellenze italiane", in onda su Odeon Tv.
Questi 25 minuti sono una condivisione delle mie ricerche nel campo delle malattie psicosomatiche utilizzando la metodica Psico Health Coaching dove prendo in esame, attraverso le asimmetrie del volto e delle rughe che lo compongono, la lettura delle disarmonie della persona. Alla prossima |