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intervista ad amadeo furlan su medicina 365.it

5/2/2021

 

nuove tecniche evolutive della psicosomatica

Sono felice di condividere con tutti voi questa intervista fatta da Medicina 365, "Eccellenze italiane", in onda su Odeon Tv.
Questi 25 minuti sono una condivisione delle mie ricerche nel campo delle malattie psicosomatiche utilizzando la metodica Psico Health Coaching dove prendo in esame, attraverso le asimmetrie del volto e delle rughe che lo compongono, la lettura delle disarmonie della persona.

Alla prossima
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https://medicina365.it/2021/01/31/dott-amadeo-furlan-nuove-tecniche-evolutive-della-psicosomatica/ 

l'intervista del party del benessere vicenza

17/11/2020

 
Quando sei invitato come relatore in una manifestazione sul benessere come quella di Vicenza, che viene sponsorizzata dal Comune e dall’Assessorato della Cultura, significa che hai a che fare con persone straordinarie è fortemente orientate al benessere collettivo. Ricambiare questa loro sensibilità, significa dare ai partecipanti il meglio di te, il meglio delle tue conoscenze e ricerche in campo psicosomatico. In questo momento storico di grande difficoltà emotiva, è fondamentale fornire punti di riferimento grazie alla presenza di professionisti di alto spessore etico, morale e scientifico al fine di supportare psichicamente e emotivamente tutte quelle persone che oggi vivono con difficoltà il non contatto fisico e l’oscuramento dell’espressività del volto. Un grazie alla città di Vicenza che mi ha accolto a braccia aperte e ad Alessandra Alessandro che ha concretamente costruito questo importante evento del party del benessere. 

libri consigliati per accompagnarvi in questa estate

6/7/2020

 
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Ecco libri consigliati, anzi, consigliatissimi dai nostri relatori che vi hanno tenuto compagnia nello spazio #iocimettoilcuore. Testi che vale la pena leggere, perché vi commuoveranno, stupiranno, esalteranno, spiazzeranno e turberanno, come tutti i libri belli.
Buona lettura!
  1. Salvator Mundi: La resurrezione degli uomini e la vita eterna ora sono la nostra realtà – Grigori Grabovoi
Questo è il libro più importante del Mondo, il libro più importante di tutti i tempi, destinato a risvegliare la coscienza, destinato a cambiare il Mondo per la salvezza dell'umanità. Grigori Grabovoi è l’autore dell’insegnamento ¨Salvezza Globale e Sviluppo armonico ¨. Ha ricevuto recentemente il riconoscimento ufficiale attraverso i documenti dell’Organizzazione delle Nazioni Unite (UNO). E un grande scienziato, ed è specializzato in energia informatica. Egli è stato onorato della medaglia d’argento dal vincitore del premio Nobel P. Pavlov assegnatogli dalla Accademia di Scienze Russa per il suo ¨Approfondimento della medicina e della salute pubblica¨ Grigori Grabovoi è anche il vincitore della competizione indetta dall’Accademia Internazionale di Scienze, sull’argomento ¨Natura e Società¨.
Ecco il link dove puoi acquistare:
https://bit.ly/phc05_libro_Grigori_Grabovoi
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                                                                                                                                                                 2.  Siamo tutti sensitivi. I poteri della mente – Manuela Pompas

Da tempo sappiamo che la maggior parte delle persone usa meno del dieci per cento del proprio potenziale mentale, legato soprattutto all'emisfero sinistro, quello della razionalità. Oggi tuttavia sono in molti a utilizzare anche l'emisfero destro, legato all'intuizione e alla creatività. Per farlo si inizia da tecniche molto semplici come il rilassamento, la visualizzazione, la dinamica mentale, la meditazione, l'attivazione dei chakra - per arrivare ad altre più complesse come lo sviluppo delle facoltà ESP o i viaggi fuori dal corpo - ognuna delle quali richiede come punto di partenza la capacità di entrare in stato alfa. Ecco, questo long-seller, oggi in una nuova e rinnovata edizione, propone una parte teorica (in cui tra l'altro sono citate le esperienze dei sensitivi più famosi) e una pratica, con una serie di esercizi base che ci permettono di addentrarci in quell'universo sconosciuto che è il nostro mondo interiore, non soltanto al fine di affinare le nostre capacità psichiche, ma soprattutto per iniziare a percorrere un cammino di presa di coscienza, di benessere psicofisico e di risveglio interiore.
Ecco il link dove puoi acquistare:
https://bit.ly/phc05_Manuela_Pompas_sensitivi
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LA GIOIA VINCE SEMPRE

22/5/2020

 
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Quando svolgo la mia attività professionale, sono solito pormi domande. In questo momento voglio soffermarmi su alcune di queste, ad esempio quando spiego alle persone l’importanza di avere un atteggiamento congruo alle varie situazioni che la vita ci mette di fronte. Atteggiamento però, che dobbiamo condire con una bella spruzzata di gioia.
        Ma la gioia esiste veramente?
        La gioia è un’utopia?
        La gioia è una forma di illusione mentale?
        La gioia è un’emozione che possiamo vivere ogni giorno?
        La gioia in tempo di pandemia virale esiste veramente?
Esiste un metodo scientifico che dimostri come l’applicazione quotidiana di un atteggiamento congruo alle situazioni in cui ci troviamo e gioia insieme, possa trasformare il mio sentimento troppo razionale e trasformarlo in un atteggiamento/comportamento più aperto e solare?
In queste righe voglio farvi riflettere su quanto sia importante, ancor di più in questo momento storico, vivere nella gioia.
                                                 “È l'arte suprema dell'insegnante,
                                risvegliare la gioia della creatività e della conoscenza”
                                                                                                              Albert Einstein
In questi ultimi 30 anni ho frequento diverse scuole di formazione e grandi guru della crescita personale con l’idea che avrei trovato la giusta tecnica e la giusta motivazione che mi permettessero di vivere la gioia pienamente.
Mi sono affidato anche alle letture, all’ascolto di audio, ho imparato tanto e credo di aver preparato il terreno affinché il seme in me potesse prima o poi germogliare.  Un bel giorno lavorando con una meravigliosa persona nel mio studio, ho compreso la ricetta segreta della gioia, è stata lei a metterla in luce: “Amadeo, lei è molto bravo e altrettanto fortunato, la gente si rivolge a lei e trova di sicuro beneficio e giovamento, ma il motivo per cui è disposta a pagare la parcella è perché lei, attraverso noi, ha modo di risanare le sue ferite trovando la gioia e grazie a ciò infonderla in noi”.
Incredibile, in questi anni, avevo incontrato persone, avevo lavorato insieme a loro, le avevo sostenute negli incontri individuali per risolvere le loro disarmonie psichiche e patologiche e non avevo avuto la piena consapevolezza di come fosse stata la gioia l’elemento fondamentale. Erano lì, di fronte a me, io non facevo altro che suggerire loro di spostare il loro pensiero razionale e sentimentale e posizionarlo nella loro parte emozionale e in pochi incontri ritrovavano l’entusiasmo per la vita, miglioravano le loro condizioni neuro fisiologiche, riscoprendo nuovamente la gioia di vivere.
Quindi che cos’è la gioia?
La gioia è un’emozione piacevole di alta intensità, che proviamo quando crediamo con certezza che uno scopo, per noi molto importante, sia stato realizzato.
La gioia è un’emozione pura, la felicità invece è pur sempre una bella emozione, ma coloro che la sperimentano hanno sempre un oscuro timore di perderla. La felicità, a differenza della gioia, si spegne nel momento in cui raggiungiamo l’obiettivo; in quel momento stesso ne percepiamo la precarietà e la transitorietà. La felicità è infatti è un’emozione pronta a polverizzarsi di fronte a piccole situazioni di disagio, figuriamoci a quelle più grandi. 
Perché la gioia ha connotati così diversi?
Perché la gioia dipende solo da noi. Un neonato, dopo aver soddisfatto i bisogni primari che sono il cibo, il sonno e quelli fisiologici, si riveste di gioia. Basta guardarlo per capire che la gioia è parte integrante del nostro DNA. Solo il tempo e i neuro condizionamenti che riceviamo rendono la gioia un’emozione più blanda, temporanea che si consuma rapidamente.  La gioia è un atteggiamento, un modo di interpretare la vita nella direzione del “vitale”, la gioia dipende dall’atteggiamento che abbiamo difronte alle situazioni, dipende dal significato negativo che carichiamo a quell’evento. La gioia è la sensazione che si prova guardando negli occhi la persona che ti ama, un amico che ti rispetti, il figlio che si accoccola tra le tue braccia, l’abbraccio e il calore che ti offre il tuo partner.
La gioia non è un'idea né una decisione, è semplicemente una sensazione che pervade ogni cellula del nostro corpo perché una cascata ormonale ossitocinica invade tutto te stesso.
A differenza della felicità, la gioia può durare finché tu soffri. La gioia è un atteggiamento del tuo cuore, non una mentalità. Molti studi scientifici, hanno cercato di capire il profondo significato che ha la gioia. Da alcuni di questi è emerso che:
  • La gioia dipende al 50% dai nostri geni. È chiaro che questo 50% dipende dall’imprinting (il vissuto) che i nostri genitori hanno ricevuto dai loro stessi genitori. Dipende dal significato che loro hanno dato ad avvenimenti accaduti sia durante la fase di gestazione, che nella fase di imprinting e successivamente di modeling della vita del figlio.
  • L’8-10% dipende da fattori esogeni, sono coloro che vivono la gioia come un aspetto molto materiale e il loro focus sono i soldi, lo status sociale di appartenenza, l’aspetto e la bellezza fisica.
  • Il restante 40%, vivono la CONSAPEVOLEZZA della gioia, cioè sono persone che hanno capito che la gioia è un sentimento profondo legato alla nostra parte percettiva.
Tutte le persone che fanno parte del 40% provano la gioia perché il loro dialogo interiore non esprime giudizio agli eventi positivi e negativi che la vita gli pone difronte, vivono semplicemente nella loro piena coscienza.  
Per questo motivo, ci impegniamo, in questo delicato periodo, ad incontrarci nelle dirette web, per fornire a chi lo desidera, suggerimenti per ritrovare un buon equilibrio relazionale con la propria famiglia  e anche con le persone all’esterno e strumenti pratici per alleviare il peso delle restrizioni che l’isolamento ha generato.  Il modello Psico Health Coaching comportamentale che utilizzo per fare l’anamnesi emozionale delle persone che incontro è il seguente:

 






 



Da questo schema si può evincere che ogni evento della nostra vita crea dei bottoni emotivi. Questi bottoni generano reazioni emotive, legate alle emozioni primarie.
Le emozioni primarie sono: gioia, piacere, amore, paura e rabbia. È evidente che se nella fase di imprinting della mia vita (0-12 anni), ho vissuto pochi momenti di gioia e molti momenti con emozioni di paura, rabbia, frustrazioni o sotto classificazioni di queste, la mia bussola emotiva spingerà la mia mente ad avere rappresentazioni mentali interne (veri e propri film multisensoriali) nella direzione disarmonica, che mi porterà ad avere un atteggiamento “negativo” nei confronti della vita, determinando così un comportamento consono a questo stato emotivo, portandomi a compiere azioni che sono prive di risultato, avvallando la teoria che chi, come me, ha quel determinato vissuto, sarà sempre nella vita sfortunato, infelice e privo di gioia.
Vivrà al massimo momenti di felicità sporadica, dati da piccoli obiettivi raggiunti, ma non riuscirà a trasformare la felicità in vera gioia, se non con una grandissima fatica.
Quindi è sufficiente cambiare o variare i ricordi in memoria per raggiugere la gioia?
La risposta è “no”, per raggiungere la vera gioia, dobbiamo lavorare non sugli eventi, non sulle rappresentazioni interne che l’evento procura, ma sul LOGOS che sta tra l’evento (che non può essere cambiato) e le rappresentazioni mentali.
Solo lavorando costantemente sul logos interiore, sostituendo il linguaggio disarmonico, possiamo cambiare la rappresentazione mentale e quindi il significato che noi diamo a quel evento (film emotivo).

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In questi 6 punti che seguono ecco utili indicazioni di come procedere nella vita per sostituire il logos interiore con un logos vitale che spingerà nella direzione della gioia:
1. Capire che vita vogliamo vivere e qual è il nostro grande scopo in questa esistenza:
Questo significa entrare in noi stessi e:
  • individuare i nostri punti di forza,
  • individuare Le nostre abilità,
  • individuare tutto ciò che rende deboli e inefficaci le nostre azioni.
In questo modo potremo attuare nuove strategie per raggiungere i nostri obiettivi personali, attraverso quelle parole potenti che mentalmente ci diciamo quando sappiamo ciò che vogliamo e siamo fortemente motivati a volere quella determinata situazione.
2. Trovare tempo per noi stessi e riscoprire quei piaceri che ci regalano serenità
Trovare il tempo per noi stessi, ci porta a scoprire i nostri punti di forza, le nostre convinzioni potenzianti, significa capire quali sono le migliori strategie per essere efficienti in ogni azione che intraprendiamo. Intraprendere azioni concrete significa vivere nel presente, non nel futuro. Una volta capite le nostre convinzioni, dobbiamo estrarre i nostri valori, ciò che per noi è importante. I valori rappresentano la “benzina” da mettere nel serbatoio della memoria stratificata emotiva, che invierà i giusti impulsi prima all’ipotalamo, poi all’ipofisi, generando la cascata ormonale con obiettivo gioia.
3. Segui unicamente il tuo flusso
Il nostro obiettivo primario, nella vita, è quello di ricercare attimi di gioia, di serenità e pace. La ricerchiamo di continuo, anche nelle piccole azioni quotidiane, come un abbraccio, un saluto o nel vedere un amico o un semplice paesaggio. Per questo, è necessario evitare di farsi influenzare da fattori esterni e ricordare che ogni uomo ha condizioni sufficienti per provare gioia, dato che questa emozione dipende dal nostro atteggiamento mentale e da come ci poniamo nei confronti del mondo. Dobbiamo imparare ad osservare la realtà che ci circonda in modo aperto e profondo, imparare constatare senza giudizio le cose che ci capitano, le critiche che ci vengono fatte e comprendere come integrare tutto questo per ottenere risultati migliori nel quotidiano.  Saper rielaborare la sofferenza, gestire la rabbia, smascherare la paura e trovare quel messaggio sottinteso che queste emozioni producono in noi, diventa per noi il sale della vita. Impegnarsi a vivere con questo atteggiamento implica dare grande valore alla meditazione, al movimento del corpo, alla nostra alimentazione, alla riflessione, trasformando i pensieri giudicanti di rabbia, paura, insofferenza, malinconia, frustrazione in azioni positive che influenzeranno tutto il nostro comportamento e ci  limiteranno pian piano gli effetti negativi da stress che arrivano dal mondo esterno. Ecco perché dico: SEGUI IL TUO FLUSSO.
4. Sii tu colui che sa esprimere le emozioni, non gli altri a provocare le tue reazioni
Come fare?
Per prima cosa è necessario imparare ad analizzare i fatti da una prospettiva diversa da quella che fino ad oggi abbiamo utilizzato e fare questo ci porta sicuramente in una situazione più vantaggiosa. Invece di focalizzarci sui problemi che creano ansia e preoccupazione, concentriamo l’attenzione su ciò che diciamo, invertendo la rotta. Per esempio, se il nostro pensiero assillante è: "Non riuscirò mai a concludere questo lavoro in tempo utile", potremo modificarlo in: "Tenendo un ritmo costante, con un numero X di pause regolari, porterò a termine il lavoro, con certezza, in “x” ore".
“Questa situazione è troppo grossa per me?”. Qui diventa indispensabile ristrutturare la dimensione del problema che la mente che vede troppo grande e dirsi: “Grossa rispetto a che cosa? Cosa ho fatto da bambino quando ho imparato a camminare, a parlare, articolando parole difficili? Mi sono chiesto forse se fosse troppo difficile e grande l’impresa? Ricordo quali e quante volte ho superato ostacoli che pensavo insormontabili, ma che ripensandoli ora mi sembrano banali?”
Dato che per le cose difficili ci vuole tempo e per quelle impossibili …….. un po’ di più, iniziamo con piccoli passi per risolvere le situazioni più urgenti!
Anche la strategia del confronto con altri è importante; in questo modo possiamo imparare da chi ha raggiunto un proprio traguardo per rendere il problema affrontabile. Cercare anche sul web possibili soluzioni, restare in movimento, mai fermi, mai “inchiodati” sul problema. Modificare il punto di vista su una situazione ci consente di cambiare atteggiamenti mentali, di conseguenza comportamenti con relative azioni e risultati, che impatteranno positivamente alterando contemporaneamente i livelli di cortisolo e quindi di stress dannoso per il nostro organismo.
5. Imparare dalle emozioni
Normalmente cerchiamo di sopprimere il nostro senso di vulnerabilità perché lo identifichiamo con la sensazione che qualcosa in noi non vada bene e spesso entriamo in questa zona con una sensazione di disorientamento e di shock, come se improvvisamente ci mancasse la terra sotto i piedi…In realtà l’ambivalenza e i sentimenti misti sono spesso molto più frequenti di quanto tendiamo ad ammettere. Spesso sorgono quando le cose non stanno andando come desideriamo o avevamo pensato e ci portano a recitare un personaggio lontano dalla nostra vera identità.
Sono sensazioni collegate al nostro passato che attivano sia i nostri sistemi d’allarme che i nostri sistemi difensivi. Potremmo definirli frammenti di paura a cui cerchiamo di rispondere con una soluzione esterna.
Frequentemente iniziano con una piccola scossa data dall’elemento inaspettato che fa emergere sensazioni di vulnerabilità. Possono essere connesse con memorie congelate e molto facilmente nutrono la sensazione di ansia. Un’ansia che dice: “C’è qualcosa che non va”. Possono apparire anche come dubbio o come la sensazione di esserci tagliati via da noi stessi. Il dubbio spesso nasce come risposta ad una frustrazione, delusione, imbarazzo, paura, colpa o offesa. Invece che esplorare direttamente questi aspetti continuiamo a cercare la soluzione negli altri. È la distanza dalla nostra paura che crea le emozioni ambivalenti.
Le caratteristiche tipiche delle emozioni ambivalenti sono praticamente l’opposto di quello che proviamo nelle situazioni di apertura:
•       ci sentiamo tagliati fuori e rifiutiamo parti della nostra esperienza;
•       abbiamo sentimenti di svalutazione a volte coperti da un senso di eccessiva importanza;
•       la nostra capacità di amare diventa la paura di non essere amabili e la fame di essere amati;
•       abbiamo comportamenti impulsivi o compulsivi, entrambi basati sull’impotenza.
Gli elementi chiave dell’ambivalenza sono:
•       abbiamo paura di fronte ad una situazione imprevista;
•       ci sentiamo vulnerabili e cerchiamo di scacciare questa sensazione;
•       emergono molti dubbi e veniamo catturati da aspettative irrealistiche;
•       possiamo sentirci insultati, umiliati, irritati, preoccupati, imbarazzati, vergognosi.
Tutto questo porta in un’unica direzione: ripetersi che saremo gioiosi e quindi felici solo quando… otterremo una meravigliosa vincita alla lotteria, quando avremo la casa dei nostri sogni, quando nel lavoro ci realizzeremo o quando incontreremo il vero amore.
Razionalizzare il pensiero e legarlo sentimentalmente a queste situazioni, ci fa ESSERE CONDANNATI ALL’INFELICITA’ ETERNA.
 “La gioia e l’amore sono le ali per le più grandi imprese e rappresentano la faccia dell’anima                                                      capace di risvegliare la coscienza”.
                                                                                                     Amadeo Furlan

Come prende le decisioni il cervello

29/3/2020

 
Come fa il nostro cervello a prendere le decisioni e come trasforma, all’interno della mente, le informazioni che ogni giorno riceviamo, spingendo alcuni individui più deboli psichicamente verso una psicosi? 
Definiamo prima cos’è una psicosi:
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La psicosi è un disturbo della mente che altera le capacità di pensiero e quindi influisce sulle funzioni mentali, con conseguente perdita del rapporto con la realtà. Colui che soffre di psicosi, si illude o si convince che situazioni non veritiere rappresentino la realtà; pensa di vedere e sentire cose che nella realtà oggettiva non esistono. Spesso tutto questo è accompagnato da cambiamenti dell'umore. La psicosi è un disturbo comune anche nei giovani, (gli episodi psicotici colpiscono 3 giovani su 100 per cui è una patologia molto più comune del diabete), ma la maggior parte di loro ne esce completamente. 


Qui di seguito raggruppo i sintomi più evidenti di una psicosi (in questa fase storica, costretti da questa pandemia, è buona cosa rimanere alla larga dal bombardamento di notizie e fare attenzione all'incontro con persone estranee, (prima o poi abbiamo tutti l’esigenza di uscire da casa), perché il terrore di persone fuori controllo può sfociare in conseguenze drastiche: 
  1. Confusione delle funzioni mentali: l’operatività quotidiana di una persona diventa piano piano sempre più confusa o non segue una successione logica. A questo si unisce la difficoltà da parte dell’individuo di esprimersi con frasi chiare e sensate o la difficoltà di concentrazione, di seguire una conversazione o di ricordarsi le cose che deve fare.
  2. Creazione di convinzioni false: chi soffre di episodi psicotici, ha la tendenza a creare convinzioni non veritiere (illusioni); vi racconterà, per esempio, che le automobili parcheggiate normalmente per strada siano automobili della polizia preposte alla sua sorveglianza, perché lei/lui, ha delle conoscenze che nessuno deve sapere.
  3. Possibili allucinazioni: in questo stato la persona vede, sente, odora o prova cose che in realtà effettivamente non esistono. Potrebbe udire voci che nessun altro riesce ad udire o potrebbe vedere cose inesistenti, potrebbe dire che il sapore e/o un odore di quella determinata cosa è avariata o addirittura avvelenata appositamente.
  4. Cambiamenti emotivi: come detto in precedenza lo stato emotivo di coloro che soffrono di questa sindrome, può cambiare senza un motivo apparente, portando la persona a sentirsi insolitamente eccitata o depressa oppure potrebbe chiudersi in sé stessa o comportarsi freddamente nei confronti degli altri. Inevitabilmente i cambiamenti emotivi portano a
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    • Cambiamenti comportamentali: qui l’individuo può essere estremamente attivo o letargico oppure può rimanere tutto il giorno senza far niente. In alcune situazioni dove non c’è nulla da ridere, ride come un “pazzo”, in altri casi reagisce con la collera, senza che ci sia un apparente motivo, oppure rimane sconvolto per una situazione senza una precisa causa. Vi faccio alcuni esempi esplicativi: credere di essere in pericolo e chiamare la polizia, credere di essere Gesù Cristo e mettersi a predicare tutto il giorno il Vangelo con tutti gli amici o le persone che incontra per strada; un altro esempio è smettere di mangiare pensando che il cibo sia avvelenato o non riuscire a dormire perché ha paura che qualcuno gli faccia del male o che gli alieni lo rapiscano. 
    • Può, un soggetto labile psichicamente, rinforzato da un sentimento di paura, trasformare le informazioni che arrivano da TV e web e iniziare ad avere sintomatologie che assomigliano alla psicosi? 
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La risposta è che questo continuo martellamento, con orientamento motivazionale negativo, può scatenare nella mente di molti individui una psicosi. 
Come facciamo ad evitare di essere manipolati dalle informazioni e poter invece agire nel libero arbitrio, piuttosto che re-agire? 
Ovviamente, se conosciamo le regole del gioco, possiamo essere non pedine, ma autori di ciò che facciamo. 
Negli anni ’70 il neuroscienziato Paul MacLean, pubblicò un interessante lavoro sulla teoria del "Triune Brain", o cervello tripartito. In questa ricerca MacLean spiegò come, nel corso dell'evoluzione, l'uomo abbia strutturato l'encefalo attraverso una precisa organizzazione, con altrettanta ben definita funzione gerarchica. In questa suddivisione spiegò che il cervello, a seconda del suo grado evolutivo, è fatto di tre parti: 
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  1. Il Cervello rettiliano, che corrisponde al tronco encefalico ​(sopravvivenza);
  2. Il Cervello mammifero, corrispondente al sistema limbico (area delle emozioni);
  3. La Mente o Ragione, abbinata alla neocorteccia (area della razionalità).

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A. Partiamo dalla parte più antica: il cervello rettiliano. Questa è la sede degli istinti primari, delle funzioni corporee autonome; si occupa della difesa del territorio e fa una precisa valutazione di ciò che per lui è VITALE E MORTALE. Una volta identificata (grazie all'aiuto dell’amigdala) la situazione definita MORTALE, decide il tipo di risposta da adottare: attacco o fuga; oltre a tutto ciò si occupa anche dei comportamenti non verbali, della sessualità e della riproduzione. Questa parte del cervello è legata all'inconscio e la sua caratteristica è quella di avere reazioni incondizionate, cioè risposte involontarie deputate all'istinto di sopravvivenza. 
Questa area del cervello risponde molto bene ai comandi di TAD, acronimo che definisce, secondo la bioanalogia, i seguenti 3 parametri dai quali dipende la nostra esistenza: 
1. Territorio 2. Alimentazione 3. Discendenza 
Territorio: se non riusciamo ad occupare e difendere il nostro territorio, non possiamo disporre delle risorse alimentari adeguate e senza cibo siamo destinati al morire. Il territorio rappresenta il nostro spazio familiare, il nostro spazio lavorativo (un tempo era l’area di caccia) ed il modo in cui lo occupiamo, lo conserviamo, lo valorizziamo e lo difendiamo. Rappresenta anche il grado di efficienza, nella nostra vita professionale. 
Alimentazione: rappresenta tutte le nostre relazioni in tutte le forme, sia a livello alimentare: come ingeriamo i cibi, come li assimiliamo, li scegliamo, li eliminiamo. L’alimentazione è anche ciò che ascoltiamo, come ci esprimiamo. Le parole sono importanti per il nostro cervello, perché determinano il tipo di atteggiamento, che avremo nelle varie situazioni della vita, il comportamento che adotteremo e quindi la qualità delle azioni e dei risultati. Il cibo è anche tutto ciò che la vita ci offre: 

• Insegnamenti 
• Incontri 
• Eventi e come questi vengono gestiti 
• Capacità di accettazione 

​Discendenza 
invece è tutto ciò che garantisce la sopravvivenza della nostra specie, tutto ciò che prolungherà la nostra identità oltre noi stessi. Ma anche il passaggio della nostra azienda, professione, l’opera che lasciamo ai nostri figli; rappresenta anche il passaggio dal bene individuale al beneficio collettivo.........., l’illusione di perpetuarci al di là della nostra scomparsa. Per il cervello rettiliano tutto questo è fondamentale. Se vengono toccati questi punti, se vengono annientati per un periodo sufficientemente importante, l’uomo può deprimersi, sottomettersi, morire o passare all'attacco. 
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B. Il cervello limbico è invece sede delle emozioni, deputato alla comunicazione, agli affetti, alla cooperazione e alla collaborazione. Il cervello limbico può essere paragonato alla tastiera di un immenso pianoforte dove ogni tasto corrisponde ad una emozione. Emozione che attivata da eventi che vengono filtrati dal sistema sensoriale, porterà un preciso messaggio prima all’ipotalamo e poi all’ipofisi, e che di conseguenza, modulerà la risposta neuro ormonale in funzione di quella specifica emozione vissuta. Ogni nuova esperienza, produrrà uno specifico nuovo tasto, che attraverso l’amigdala resterà in memoria e si attiverà, quando ci sarà una corrispondenza o similitudine esperienziale. Il cervello limbico è associato al preconscio, cioè a quei contenuti psichici non immediatamente presenti alla consapevolezza, ma che possono essere richiamati alla coscienza. È questa l’area dove cominciamo a fare le nostre neuro-associazioni; è la sede dove è stata registrata la classificazione di cose ed eventi come “buoni” o “cattivi” per la sopravvivenza. 
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C. Infine abbiamo la Neocorteccia o Ragione che è la sede del linguaggio, della mente e del pensiero e racchiude tutte le informazioni cognitive e razionali; in questa sede le decisioni per la sopravvivenza verranno prese razionalmente. 
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Quale di questi tre cervelli prende le decisioni? ​

IL CERVELLO RETTILIANO
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che si attiva attraverso 10 specifici meccanismi: ​
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  1. ​Piacere: Il comportamento umano è guidato, alla radice, dalla necessità di evitare il dolore e dal desiderio di ottenere piacere. Saper utilizzare questo strumento nella comunicazione significa influenzare consapevolmente la persona o molte persone. Dato che le azioni volte alla ricerca del piacere sono tendenzialmente più lente, in apparenza, sembrano non dare risultati tangibili nel breve periodo, ma portano ad enormi conquiste nel lungo periodo. Ovviamente se si vogliono avere rapidi risultati nella manipolazione comunicativa a breve, questa leva funziona poco.
 

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  1. 2. Al contrario, se volessimo usare il motivatore del dolore basterebbe mostrare ad ogni persona tutti i pericoli che un evento come la PANDEMIA può causare (morte personale per contagio, morte dei propri figli, parenti, amici; condanna penale con imprigionamento fino a 12 anni). In questo modo, attraverso la leva dolore, potrei “imporre benevolmente”, l’unica azione possibile e immaginabile, che è quella di restare chiusi in casa. Il 75% delle persone grazie a questa leva motivazionale, recepirà che questa è la migliore e unica e soluzione per sconfiggere questo VIRUS. Qui parliamo di un trigger assai potente che, secondo gli psicologi, porta l’uomo ad agire anche contro voglia, pur di evitare il dolore (morte e carcere), più di quanto facciamo per ottenere piacere. Ciò che più è interessante, è il fatto che le azioni che normalmente mettiamo in atto per evitare il dolore siano le più forti, le più determinate e siano quelle che il più delle volte funzionano nel breve periodo. Se si agisce spinti dal dolore, infatti, lo si fa unicamente in funzione di un dolore imminente. Insomma, agiamo solo quando il dolore è così tangibile che dobbiamo evitarlo ad ogni costo. 



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3. Disperazione: (stato d’animo di chi sente di non aver più alcuna speranza ed è perciò oppresso da inconsolabile sconforto e da grave abbattimento morale) è la più potente tra le forme di motivazione. In apparenza potrebbe sembrare uno stato solo negativo: non a caso “disperazione” è una parola forte, che porta con sé sensazioni non affatto piacevoli, ma c’è anche un’altra realtà: 
pensate al caso di una madre disperata che ha visto il proprio figlio investito da un’automobile e che ha avuto la forza di sollevare il veicolo per estrarre figlio. E questo è solo un esempio. Chi si lascia guidare dalla disperazione è spinto dall’idea che la vita può essere vissuta solo nel modo in cui la desidera e dedica tutta la sua energia, ogni suo pensiero, ogni suo gesto a realizzarla. Chi agisce in questo modo conosce perfettamente il senso di piacere che ne ricaverà quando tutto questo si realizzerà e il dolore che invece subirebbe in caso di fallimento. Chi agisce con disperazione conosce ogni passo che lo condurrà verso il proprio obiettivo allontanandolo dalla possibilità di fallirlo. 

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4. Scarsità: quando c’è poca disponibilità di qualcosa (pensate alla corsa all’acquisto delle mascherine, dell’amuchina, alla paura di restare senza cibo in casa, agli ospedali che non hanno abbastanza respiratori o posti letto per salvare tutti, ecc., ecc.), si è portati a pensare che tutti si muovano nella stessa direzione e per noi non rimanga nulla. Insomma deve “evidentemente” trattarsi di merce essenziale alla vita dell’uomo (ecco perché nei primi giorni di allarme le code al supermercato erano così numerose e negli scaffali scomparivano anche le derrate alimentari). Utilizzando consapevolmente oppure no questo trigger della scarsità, si è generata una psicosi generale per cui chi si trova senza mascherine, senza guanti, senza disinfettante, si contagia e muore. ​​

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5. Creazione di un nemico comune: ogni gruppo ha un nemico comune che crede essere la ragione per cui non ottiene i risultati desiderati. Secondo il sociologo Georg Simmel, creiamo nemici comuni per sentirci parte di una comunità di persone tra loro simili e ci consente di convincerci del perché accadono cose brutte nel mondo. Pensare di essere sempre noi i buoni, e mettere i cattivi dall’altra parte della barricata fa nascere i conflitti. Chi è veramente il nemico comune? Siamo sicuri che sia proprio il VIRUS? Oppure man mano che le possibilità cominceranno a scarseggiare, qualcun’altro diventerà il vero nemico? 

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6. Utilizzo di una prova sociale: gli esseri umani sono creature sociali: la base di questo principio è portare in televisione, in radio, sui media, persone che siano adulti significativi, che abbiamo una grande notorietà e allo stesso tempo grande credibilità. Esempio: se lo dice il tale, il primario di ....., allora è verità.

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7. Concretezza: il cervello rettiliano è semplice e poco attratto dall'astrattezza. Si occupa solo di ciò che può “toccare con mano o percepire utile o nemico”. Chi emette contenuti in questo momento, attraverso esperti, lo fa in modo specifico applicandoli a scenari da panico, che corretti o no, generano paura diffusa e concreta. Tutte le attuali quotidiane, leggi ed emendamenti generano concretamente una cosa: PAURA

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8. Contrasto: il nostro cervello primitivo è addestrato a notare il contrasto e in presenza di esso tende a prendere decisioni più rapidamente. Perciò prende una posizione netta quando si toccano la salute collettiva, la morte dei propri cari e la salute dei figli.

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9. Emozionalità: quanto l’inchiostro si è versato sulle emozioni, attraverso lo story telling, allora le emozioni hanno reazioni immediate (basti ricordare l’emozione che ha generato vedere in TV un padre mentre portava il cibo a sua figlia residente, in quel momento, nella cosiddetta zona rossa di Codogno). Ecco che allora i notiziari non si concentrano più solo su numeri, informazioni fredde, ma su storie, che inevitabilmente muovono le emozioni. Una storia coinvolgente è la chiave vincente.

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10. Mediante la vista: è noto che il senso della vista predomina sugli altri sensi; il nervo ottico, connesso diret- tamente al cervello primitivo, trasmette le 
informazioni 25 volte più velocemente rispetto al nervo uditivo. I contenuti visuali restano fondamentali e ben impressi nella mente delle persone, scatenando forti emozioni, ecco perché telegiornali, social network utilizzano spesso immagini forti e cruenti.

Sulla base di queste 10 caratteristiche che il cervello rettile detiene, vi dimostro come è possibile confezionare un evento realmente accaduto in 3 semplici, ma efficaci fasi: 
• Diagnosticare il PAIN 
• Differenziare il CLAIM 
• Dimostrare il GAIN 
1. Cosa significa PAIN? In inglese significa letteralmente dolore. L’evoluzione dell’uomo ha come obiettivo non il piacere e la felicità, ma la sopravvivenza. Ecco perché il cervello rettile ha prodotto meccanismi, a livello del sistema limbico, creando un “set” specifico legato alla sopravvivenza e al dolore. Immaginate il cervello limbico come un immenso pianoforte dove ad ogni tasto corrisponde un’emozione specifica. Tutta la nostra fase di imprinting (0 – 12 anni), modelling (13 – 19 anni), socializzazione (20 – 28 anni), viene cablata dalla scuola, dalla società, dai media, dalla religione, sulle emozioni negative, con il risultato preciso di creare un atteggiamento pessimistico nei confronti delle situazioni e generando un comportamento specifico per farci entrare in azione e ottenere, nella stragrande maggioranza dei casi, un unico risultato: la PAURA, la FRUSTRAZIONE, il PANICO. 
2. Cosa significa CLAIM? È il messaggio. Quale tipo di messaggio si veicola in questo momento? Se da un lato è corretto perché bisogna evitare i contatti, dall’altro, impedire alle persone di camminare all’aperto, di rigenerare le proprie energie stando al sole e al tepore di questa primavera anticipata (molte persone abitano in appartamenti bui e piccoli, addirittura senza balconi), può creare danni alla salute fisica e psichica soprattutto nel lungo termine. Oggi non si parla più di 15 giorni seduti sul divano). Bisognerebbe sì, seguire le direttive sanitarie e rispettare gli spazi e le zone che ci vengono indicate, ma anche pensare quanto può far male vietare un’attività, fatta nel rispetto, come anche solo camminare. Una cosa è certa: il messaggio veicolato, per la maggior parte delle persone è strutturato correttamente e attraverso il vettore PAURA è risultato concreto e abile a catturare l’attenzione. Ricordate il punto n. 7? La concretezza stimola il cervello rettile. 
3. Cosa significa GAIN? Il gain è il premio. Cosa otterremo da soluzioni di questo tipo? Per ora possiamo contare solo su ipotesi e supposizioni. Se non si ubbidisce ci troveremo con milioni di infettati e migliaia di morti e il passo successivo è che potrebbero essere i nostri figli più giovani ad ammalarsi (altro PAIN). Il vero GAIN non sembra ancora pronto per essere lanciato sul territorio Italiano, Europeo e Mondiale. Il vero beneficio potrebbe avere due strade: si sta facendo tutto il possibile per venirne a capo e questa pandemia ha colto di sorpresa tutti i paesi per cui dopo aver fatto l’impossibile e aver perso, ognuno di noi, tanto, potremo goderci la libertà agognata oppure qualcuno, e non si sa chi, avrà dato una spinta all’evento e questo, portando alla produzione di un vaccino, che dimostrerà che l’uso dapprima facoltativo e poi obbligatorio (se vuoi viaggiare da Stato a Stato e da Continente a Continente), salverà milioni di persone dalla PANDEMIA che ha colpito tutto il mondo? Di certo saranno dimostrati «scientificamente» (attraverso i canali ufficiali e insindacabili) e dettagliatamente tutti i vantaggi del gain, cioè il valore di una profilassi. 
Possiamo a questo punto porci una domanda? Noi siamo veramente liberi? Esiste davvero il libero arbitrio? Ci sarà qualcuno che trarrà vantaggio dal VIRUS? 
Vi state chiedendo come faremo ad uscire da questa pandemia? 
Come possiamo sapere ciò che è vitale e mortale per noi?
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Le parole che usi diventano la casa in cui vivi. Infatti, il nostro modo di parlare ha un forte impatto sulla nostra capacità di affrontare e superare le difficoltà e avere successo ed essere felici. Purtroppo non c’è una totale consapevolezza di questo e tanto meno tutti siamo consapevoli della scelta intenzionale delle parole utilizzate. Parole con frequenze alte, che se usate possono migliorare l’asset ormonale del nostro corpo. Uno studio condotto presso il Brookhaven National Laboratory (laboratorio nazionale statunitense che si trova a Upton, NY), ha scoperto che l'uso sistematico di parole negative finisce per causare un'alterazione dei livelli ormonali e dei neurotrasmettitori (pensate quante volte ripetiamo CORONA VIRUS ogni giorno e quante volte lo sentiamo dire dai media). 
In questo esperimento si è osservato che visualizzare la parola "no" per un secondo, stimolava il rilascio di cortisolo, un ormone dello stress. Questi cambiamenti nella chimica del cervello influenzano immediatamente il nostro pensiero e la nostra capacità di comunicare ed elaborare le informazioni. A lungo termine, potrebbe compromettere seriamente le strutture critiche del cervello associate con la memoria e il controllo emotivo. 
Infatti, se chiediamo ad una persona di leggere un elenco di parole negative, in pochi secondi avremo ottenuto che il suo umore peggiori e che appaiano idee ruminative. È stato anche riscontrato che l'effetto delle parole negative viene amplificato quando le verbalizziamo. Le parole a cui attribuiamo un significato negativo attivano immediatamente l'amigdala, (il nostro centro di controllo emotivo), sempre alla ricerca di associazioni con il passato, che potrà così prendere decisioni, valutandone il rischio emotivo. 
Tutte le parole negative si trasformano in un messaggio di allarme per il nostro cervello. 
Domanda: Cosa sta accadendo nel nostro dialogo interiore, in questi giorni? 
.... Questo sarà argomento dei prossimi articoli...... 
Auguro a me e a tutti voi SERENITA’ 
Amadeo

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Note per prendersi cura di sè

28/3/2020

 
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Progetto Sincerus. Il sisma del 2016/2017 ha coinvolto luoghi e persone. Sincerus è un progetto che incontra queste persone e ritrova quei luoghi, ancora feriti, ma pregni di forza e speranza. Sono queste le storie che abbiamo ascoltato da donne che hanno perso la casa e molto altro, il ritorno alla vita è un dono fatto di connessioni e fratellanza ed è possibile, reale.
Il progetto rende disponibile un bene prezioso, l’arte, come elemento di scambio e solidarietà: un CD con contenuti speciali, la musica, un libro, la letteratura, per raccontare una storia che chiede di essere ascoltata, che si rivolge alla sensibilità di chi non volta altrove lo sguardo quando è il momento di incontrare altri occhi. Sincerus è un modo per creare gesti, che restino nel tempo e nella memoria grazie al tuo coinvolgimento.
Si propone tre finalità:
​Mantenere
accesi i riflettori sulle necessità delle popolazioni colpite dal sisma del 2016 nel centro Italia, perché il cammino della ripresa è ancora lungo e ognuno di noi può diventare sostegno.
Comunicare
che anche quando gli eventi della vita ci mettono in ginocchio è possibile ricostruire se stessi e diventare valore per sé e per gli altri, grazie a tutte quelle risorse straordinarie che ognuno di noi possiede e che spesso mettiamo a fuoco soltanto nei momenti di maggiore difficoltà.
Raccogliere
fondi a sostegno di svariati progetti di piccola e media dimensione, di importanza strategica per il territorio, per l’economia della zona e per i bambini e ragazzi residenti.
Scarica gratis!

Promozione

22/3/2020

 
Ti senti oppresso da questa situazione generata dal virus?
Hai il desiderio di parlare con un professionista in campo psicologico che sappia ascoltarti e darti strategie per ritrovare un maggior equilibrio psicosomatico?
Hai la paura e panico che attanagliano la tua mente e il tuo corpo?
Vuoi di lasciare il peso emotivo di alcune situazioni del passato che ti hanno segnato profondamente?
Con il mio programma #iotiascolto, sono pronto a farti superare, questo periodo di difficoltà, che il virus ci ha portato.
Per questo ho scelto di andare incontro non solo alle persone che vengono negli studi di Forlì, San Benedetto del Tronto, Padova, Vicenza, Milano e Vercurago (Lecco), ma a tutti coloro che vogliono migliorare la loro qualità di vita con il supporto tecnologico della video chiamata tramite whatsapp o attraverso Skype.
​Manda un messaggio alle persone di riferimento degli studi che frequenti già, oppure al numero +39 3358393283 e chiedi maggiori informazioni su come funziona #iotiascolto.
​
Promozione: 3 sedute x 30 min = â‚¬100

Furlan dott. Amadeo
Dottorato di ricerca PhD in Psychology malattie psicosomatiche metodica P.H.C.
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Corona virus: la paura di morire, come affrontarla e farne un’opportunit

21/3/2020

 
Inizio questa serie di articoli esaminando un’emozione in particolare:
l’emozione della PAURA ci dice che se perseveriamo nel cavalcarla ci porterà verso un’altra emozione: una vera e propria PSICOSI.
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La paura è un’emozione atavica, che è parte integrante del nostro cervello rettile. L'etimologia della parola paura significa letteralmente percuotere ed in senso figurato incutere timore, atterrire.  
Da questa radice derivano poi il greco percuoto e poi il latino pavor = paura, timore,   sono percosso, sono abbattuto ed in senso lato, io temo, io ho paura. Forte movimento d’animo con turbamento dei sensi, per cui l’uomo è eccitato a fuggire un soggetto, che a lui pare nocivo.
Ecco perché la PAURA è una condizione esistenziale che accomuna tutti gli esseri umani di qualsiasi parte del mondo e se ben manipolata, può portare a comportamenti psichici fortemente disarmonici. Riporto ciò che è accaduto a Cortellazzo e nell’Oltrepò Pavese (vedi link a fondo pagina), dove 2 persone in attesa di ricevere l’esito del tampone si sono gettata dalla finestra suicidandosi (nel giornale si riporta che se anche l’esito del tampone fosse stato positivo, non ci sarebbe stato un reale pericolo di vita per la persona. La domanda da porsi è: “Qual’è la spinta che ha portato ad un gesto così pesante? Non è forse la psicosi della morte da corona virus che sta alterando i pensieri delle persone? Chi è il vero colpevole di questa morte?” So già cosa scriveranno: “Era in una situazione psichica molto debilitata”).
Ma la paura è un’emozione così importante per l’essere umano? 

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La risposta è SI’, perché senza la paura, metteremo le mani dentro l’acqua bollente (paura di scottarci), giocheremo con le prese della corrente (paura di restare fulminati), ci tufferemo da qualsiasi altezza senza controllare se l’acqua che c’è sotto è sufficientemente alta (non avere inibizioni). Quindi la paura è un utilissimo campanello d’allarme che ci segnala se stiamo vivendo in modo adeguato o ci stiamo mettendo in una situazione pericolosa.

Chi ci aiuta a capire se siamo o no in pericolo?
Chi ci attiva il sistema di allarme, per cui poi il cervello rettiliano decide di innescare una delle due strade:
fuggire o combattere?
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L​a centralina che gestisce la paura si chiama amigdala, o corpo amigdaloideo. L’amigdala è un complesso nucleare situato nella parte dorso mediale del lobo temporale del cervello ed è ritenuta il centro di integrazione di processi neurologici superiori come le emozioni, coinvolta anche nei sistemi della memoria emozionale. Una sorta di Norton antivirus, che analizza i dati che arrivano dal web e ne valuta la rischiosità, secondo un preciso data base e, se lo trova rischioso, ci avverte di metterlo in quarantena o di fare un’azione per eliminare il rischio.

Quindi l’amigdala svolge la sua funzione nel comparare gli stimoli ricevuti con le esperienze passate e nell'elaborazione degli stimoli olfattivi. I segnali provenienti dagli organi di senso raggiungono dapprima il talamo, poi servendosi di un circuito mono sinaptico, arrivano all'amigdala (vi è un fascio molto sottile di fibre nervose che vanno dal talamo all'amigdala).
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Un secondo segnale viene inviato dal talamo alla neocorteccia. Questa ramificazione permette all'amigdala di cominciare a rispondere agli stimoli prima della neocorteccia. In questo modo l'amigdala analizza ogni esperienza, scandagliando le situazioni ed le percezioni. Quando valuta uno stimolo come pericoloso, per esempio come quelle che stanno vivendo ora la maggior parte delle persone costantemente focalizzate all’argomento corona virus, l'amigdala scatta come un sorta di bottone neurale e reagisce inviando segnali di emergenza a tutte le parti principali del cervello, stimolando il rilascio degli ormoni che innescano la reazione di stress emotivo elevato, (adrenalina, dopamina, noradrenalina); attivando il sistema cardiovascolare, i muscoli e l'intestino, nel caso noi dovessimo decidere di attaccare o fuggire, oppure innescando una sorta di “apatia mentale che ci dice, meglio ubbidire a questa situazione, che morire”.

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Durante tutto questo processo i sistemi mnemonici vengono "aperti e controllati" con precedenza assoluta, per valutare ogni informazione utile, al fine di stimare la situazione che ha generato paura.
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Mentre l'ippocampo "sfoglia uno ad uno" i fatti (pochi millisecondi), l'amigdala ne giudica la valenza emozionale, dopo di che passa all’archiviazione del ricordo. Una volta archiviato nella nostra memoria emozionale, resta lì in giacenza. Se si dovesse presentare una situazione simile in futuro, analizzerà l'esperienza corrente, con quanto già accaduto nel passato, ne farà una comparazione e a seconda della stima fatta in precedenza, darà a tutto il sistema l’informazione di come agire e con quale intensità.
Questa esperienza che stiamo vivendo, una volta archiviata ci porterà a reagire velocemente in un prossimo futuro (o scenario analogo di intensità emotiva) con pensieri, emozioni e reazioni apprese oggi. Ecco perché continuano a dirci, che nulla sarà più come prima. Io dico che questo è il più grande neuro-condizionamento che negli ultimi 50 anni sia mai stato fatto. Ovviamente non parlo del virus, ma di come vengono usate le parole per generare emozioni negative, di sconforto e di impotenza.
Cito un lavoro clinico dello psicologo John Leach, docente dell’Università di Portsmouth, che ha studiato il modo di reagire delle persone nei momenti di pericolo, paura e panico (esattamente ciò che stiamo vivendo oggi con la pandemia corona virus). Nei suoi studi emerge che nei casi di improvvisa emergenza, dove è in gioco la vita, circa il 75% delle persone smette di ragionare razionalmente bloccandosi, invece di elaborare un piano di fuga; resta bloccato, inebetito e incapace di prendere una decisione “saggia” per la propria vita e si muoverà come un vero e proprio “gregge”, seguendo le indicazioni di chi in quel momento è al comando. Secondo lo studio di Leach, solo una parte della popolazione, circa il il 15% delle persone, di fronte a minacce improvvise, rimane sufficientemente razionale, prendendo decisioni basate su un preciso piano d’azione, che hanno come scopo unico quello di mettere in salvo la propria vita e quella dei propri cari.  Il restante 10%, gruppo molto pericoloso per la risposta emotiva pulsiva, perde la capacità di ragionare, agitandosi e provocando danni a se stessi e agli altri.

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Di certo avremmo il 75% delle persone che nello specifico contesto del CORONA VIRUS, subiranno un forte stress emotivo (pensate a tutte le preoccupazioni legate al posto del lavoro, al mutuo, ai prestiti, al sostentamento della famiglia, ecc., ecc.) che li porterà piano piano ed essere assaliti dalla sensazione di impotenza. Questa sensazione si espanderà poi a in tutti i contesti della vita, facendoli sentire inadeguati, impotenti e preoccupati e quindi a vivere il resto della loro vita da: SOTTOMESSI.
Ciò che ci deve preoccupare in questo momento è non entrare nella “fobia” della pandemia, altrimenti entriamo in un loop che ci porterà direttamente verso il pensiero angosciante, dove la parola morte comincerà a regnare nei nostri dialoghi interiori. Questo pensiero ossessivo della morte innesca inevitabilmente quello della perdita di qualcuno, un familiare, un amico, un conoscente, portando sempre più il cervello in un dialogo interno conflittuale e irragionevole. Dialogo che può diventare un’ossessione dalla quale risulta difficile liberarsi.
Analizzando i dati con oggettività, possiamo dire che la pandemia è un fatto oggettivo (lo ha annunciato l’OMS), l’alto tasso di mortalità del corona virus lo è molto meno (i nostri morti sono per lo più persone con un carico di 3/4 patologie. Questa analisi non deve portare a dire che dovevano morire, ma l’arrivo del corona virus ha resto il loro quadro clinico, più complesso e mortale; forse anche una pesante influenza stagionale avrebbe potuto aggravare lo stato fisico della persona).
Pensare che il corona virus sia un nemico letale per tutti, genera di sicuro l’irrazionalità della paura. Tutto questo eccede rispetto al reale pericolo (basta seguire con attenzione le normative igenico sanitarie che ci sono state richieste).
Continuare a guarda i programmi televisivi in costante collegamento con il “corona virus”, restare collegato ai social leggendo tutti i commenti postati, porta la mente, ad apprendere queste strategie, trasformandole in “bottoni emozionali” che, a nostra insaputa applicheremo a tutte le situazioni della nostra vita (dolore e sofferenza, catastrofi naturali, attentati terroristici), anche quando il reale pericolo sarà superato, trasformandoci in “animali impauriti e incapaci di reagire”.

Siamo liberamente intrappolati dal linguaggio dei giornalisti, dalle regole dettate da chi ci comanda, dalla cultura, dalla religione, che ci modellano inevitabilmente creando le nostre convinzioni

Concludo questo primo articolo dicendo: Le parole che usi diventano la casa in cui vivi.
Quindi cosa fare in questa situazione?
Vi sembrerà semplicistico e banale, ma dovremo semplicemente divertici, ridere, giocare, leggere libri, stare con i nostri figli e continuare a dialogare con i componenti della nostra famiglia molto di più e divertirci a guadare cartoni animati come Up, Toy Story, la bella e la bestia, il piccolo Principe, inside out e molti altri. Se li guardate con occhio critico e vigile, troverete un sacco di insegnamenti per vivere questo momento con meno pathos e più ottimismo.
Amadeo Furlan
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https://www.repubblica.it/cronaca/2020/03/18/news/jesolo_si_suicida_infermiera_che_lavorava_nel_reparto_di_terapia_intensiva_con_i_pazienti_malati_di_coronavirus-251635576
https://www.viagginews.com/2020/03/15/coronavirus-tragedia-pavia-suicida-mentre-aspetta-esito-tampone/

PNL: ZERO STRESS

12/11/2018

 
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​Percorso formativo e di sviluppo della comunicazione per eliminare il disagio da ansie e stress accompagnando l’individuo nella sua centralità e crescita personale.

Corso avanzato sugli argomenti del Practitioner di PNL, sul modello di NeuroComunicAzione (metodica Psico Health Coaching) - certificato dalla NLP society e dalla North Western University of New York.

RELATORI
dott. Amadeo Furlan
Licensed Neuro Hypnotic Repattering Technician The Society of Neuro Linguistic Programming - L14732

dott. Matteo Bocelli
Direttore scientifico del progetto PNL Zero Stress, Licensed NLP Trainer, Guerrilla Marketing Coach, International Business Coach & Modeler

I corsi si terranno a Milano – Lecco – S. Benedetto del Tronto – Vicenza

Perché un corso che tratta l’ansia e lo stress?

Perché stiamo diventando una popolazione sempre più ansiosa e stressata dai ritmi lavorativi, dagli impegni che ogni giorno occupano senza respiro la nostra vita. Questo susseguirsi continuo di impegni ci porta inesorabilmente ad una incapacità di reagire in maniera funzionale ai problemi e agli imprevisti della vita.
L’Ansia è uno stato EMOTIVO altamente improduttivo ed è l’anticamera dello stress patologico. Sempre più spesso il nostro benessere e la nostra serenità sono minacciati da sensazioni quali:
  • Disturbi d’ansia
  • Insonnia
  • Attacchi di panico
  • Disturbi post traumatici da stress
Generando disagio Psichico crescente e pericoloso: in Italia 17 milioni ne soffrono in silenzio.
La parola ansia, deriva dal latino “stringere”, e rappresenta nel nostro immaginario mentale, la costrizione di vivere costretto in uno spazio piccolo, soffocante, di disagio massimo, ovvero l’idea di oppressione, di freno e di incertezza sulla nostra vita futura. Vivere proiettati sul futuro, con bottoni emozionali legati al passato crea mentalmente pensieri ricorrenti, preoccupazioni e limitazioni che non permettono all’individuo di realizzarsi nel mondo delle relazioni e del lavoro. Ansia e stress generano incapacità di svolgere proficuamente le proprie attività quotidiane e ostacolano il tragitto verso la nostra serenità.
I sintomi fisici dell’ansia più frequenti sono sudorazione, tremolio, tachicardia con aumento della pressione sanguigna e vertigini e capogiri.
Inoltre, non bisogna trascurare che chi vive ansia e stress inquina di ansia le sue attività e trasmette tutto ciò anche alle persone che ha accanto, contagiandole.
I bambini nella fase di imprinting, gli adolescenti nella fase di modellamento, sono le principali vittime di questo inquinamento in quanto il cervello apprende questo tipo di emotività, creando solchi neuronali che nella fase di socializzazione diventano comportamenti inconsci disfunzionali e poco produttivi.
In base alla nostra esperienza, agli studi e alle ricerche scientifiche pubblicati fino ad oggi, possiamo affermare che la nostra metodologia adottata al corso e alle attività di supporto clinico e di coaching, risultano efficace per la risoluzione di tali problematiche.
Circa l’95% delle persone affette da disturbi d’ansia con un adeguato supporto di coaching e di training strutturato in più incontri riesce a risolvere. 
Il nostro percorso è strutturato sugli argomenti del Practitioner di PNL, sul modello di NeuroComunicAzione (metodica Psico Health Coaching), che rappresentano l’espressione più innovativa e avanzata non solo per eliminare il disagio da ansie e stress, ma per portare l’individuo nella sua centralità e migliorare il suo stato di salute psico somatico.
Il corso è certificato dalla NLP society e dalla North Western University of New York.
Certificazione in Practitioner in PNLLa PNL (Programmazione Neuro Linguistica) è stata ideata negli anni settanta da Richard Bandler e John Grinder. In prima battuta il nome di questa metodica può spaventare, ma appena ci si addentra nella materia si capisce la grande utilità che questa didattica ha dato al mondo della comunicazione, dell’life coaching, del counseling e al mondo della psicoterapia (come l’ipnosi ericksoniana). Il nome PNL deriva dall'idea che ci sia una connessione fra i processi neurologici (“neuro”), il linguaggio (“linguistico”) e gli schemi comportamentali appresi con l’esperienza (“programmazione”), affermando che questi schemi possono essere ri-organizzati, dove disfunzionali, per raggiungere specifici obiettivi nella vita relazionale e in quella lavorativa.
L’obiettivo della PNL è quello di fornire un approccio comunicazionale snello e veloce, capace di permettere a chiunque di entrare in empatia anche con l’interlocutore più difficile. Il grande punto di forza della PNL è quello legato all'area dello sviluppo personale, della psicoterapia e della branca della medicina che si occupa di disarmonie psicosomatiche.

Qual è la differenza del nostro PROGRAMMA DI CERTIFICAZIONE NLP PRACTITIONER?

Amadeo Furlan e Matteo Bocelli (in qualità di responsabile scientifico e della metodologia PNL) da 20 anni studiano e condividono la PNL nel mondo terapeutico, nel mondo del life e business coaching e nel mondo aziendale.
Il loro curriculum aziendale e di liberi professionisti, certificato dagli innumerevoli successi, ne è una garanzia.

Qual è il valore aggiunto?

Con Matteo Bocelli e Amadeo Furlan, andrete ben oltre la PNL, affronterete in modo semplice, pratico e chiaro le leggi della medicina quantistica, della medicina informazionale e del benessere psico fisico, del business mental coaching, immergendovi nella NeuroComunicazione con la metodica P.H.D., scoprendo quali bottoni emozionali limitano le vostre performance mentali e fisiche. Il tutto certificato dalla North Western University of New York.


Il nostro obiettivo?
È quello di rendervi appassionati studiosi al fine di sperimentare giornalmente i vantaggi che l’abbinamento di queste due metodiche vi offrono. Frequentare questo corso di PNL e di NeuroComunicAzione, con il dott. Amadeo Furlan (PhD in Psychology, professore di psicologia comportamentale presso la North Western University of New York, esperto di PNL & salute e ideatore della metodica PHC-Pscico Heath Coaching e specialista in malattie psicosomatiche), con il dott. Matteo Bocelli (business coach esperto in comunicazione persuasiva, guerrilla e neuro-marketing), cambierà la tua vita per sempre.
Nelle dieci serate (1 al mese, che vi permetterà di interiorizzare ogni argomento con massima intensità) di circa 3 ore e un long weekend di fine corso, dove verrà fatto anche l’esame per ottenere la licenza PNL certificata da Richard Bandler, ti immergerai con concretezza assoluta in nuovi e avvincenti studi sul funzionamento della mente, comprendendo tutte le dinamiche che ti circondano e che non funzionano, amplierai la tua consapevolezza sui grandi mezzi che possiedi e attraverso “la prospettiva” della PNL e della NeuroComunicAzione prenderai decisioni consapevoli e fortemente orientate ai risultati e alle persone.
Questo corso ti permette di:
  1. Incrementare l’efficacia nella tua comunicazione: comprendendo meglio il tuo comportamento, capire quello degli interlocutori con i quali ti confronti, stabilendo una comunicazione efficace ed efficienteUtilizzare la comunicazione verbale, per implementare la relazione emotiva, per generare cambiamenti positivi nei tuoi interlocutori, per creare squadre ad alta performance nella tua azienda, per generare motivazione in te e negli altri, per generare comportamenti più produttivi ed efficaci
  2. Padroneggiare meglio i tuoi stati d’animo: in questo modo eviterai di adottare comportamenti e abitudini nocive, poco produttive ed evitare i conflitti di opinioni (parte centrale per capire le strategie per avere “zero stress”)
  3. Imparare gli strumenti linguistici più efficaci per raggiungere maggiore eccellenza in campo professionale e personale (introduzione dei nuovi ed innovativi modelli di neuro-negoziazione, utilizzati dai più grandi negoziatori terroristici e diplomatici)
  4. Imparare a formulare le giuste domande per raccogliere informazioni di qualità
  5. Comprendere e saper utilizzare i programmi che le persone usano per prendere decisioni, processare le informazioni, motivarsi, definire obiettivi e piani d’azione che portino a risultati certi, ecc..
Il programma completo del corso:
  1. Gli assiomi della comunicazione in PNL e della NeuroComunicAzione: come padroneggiare i principi più utili e importanti della PNL e come applicarli per ottenere vantaggi immediati nel lavoro e nella vita
  2. Il linguaggio della persuasione: come persuadere i tuoi interlocutori utilizzando efficacemente i 3 livelli della comunicazione: verbale, para verbale e non verbale
  3. L’importanza del verbale nella NeuroNegoziAzione e NeuroComunicAzione: per modificare i neuro trasmettitori eliminando attriti e fraintendimenti (la tecnica di trasformazione da hot words a key words)
  4. Il Rapport: come creare più velocemente un rapporto di fiducia con le persone attraverso la calibrazione, il ricalco, la costruzione del rapport e la guida
  5. Realtà esterna e realtà interna: come funzionano i 5 sensi della percezione e come utilizzarli per migliorare l’efficacia della tua comunicazione
  6. Life e Business Coaching: comprendere e applicare le basi del coaching per raggiungere gli obiettivi attraverso un piano concreto di azioni e migliorare i tuoi risultati personali e di squadra, attraverso la formula della performance strategy
  7. Domande guida, domande di precisione e domande di qualità: imparare a porre le giuste domande attraverso il Meta Modello
  8. Il linguaggio strategico della NeuroNegoziAzione e NeuroComunicAzione: i modelli linguistici per creare un ponte di comunicazione con le diverse personalità e guidarle, attraverso il Milton Model nella direzione ecologica e proficua.
  9. Creare nuove realtà: imparare ad utilizzare al meglio le submodalità ovvero gli ingredienti visivi, auditivi, tattili, gustativi e olfattivi per migliorare le rappresentazioni interne o ristrutturare quelle disarmoniche
  10. Potenziare il sé percettivo: usare gli strumenti della PNL per accedere a una condizione psico-fisica potenziante, come utilizzare al meglio gli stimoli che influenzano lo stato mentale, ovvero le ancore risorsa
  11. I segnali neurologici: comprendere e utilizzare i segnali oculari di accesso nella comunicazione non verbale
  12. La rappresentazione del tempo: acquisire consapevolezza su come il cervello organizza il tempo per rafforzare la rappresentazione mentale del futuro, propria e altrui: la time-line e la visione
  13. Costruire la giusta identità: comprendere a quale profondità influiscono le nostre performance: livelli logici
Amadeo Furlan
Licensed Neuro Hypnotic Repattering Technician The Society of Neuro Linguistic Programming - L14732
Il dott. Amadeo Furlan ha un dottorato di ricerca PhD in Psychology, in malattie psicosomatiche, attualmente è membro del Senato Accademico e Professore di psicologia comportamentale presso la University of Northwest New York USA.
Dopo la laurea presso l’Università di Padova ed una brillante carriera all'interno di prestigiose multinazionali della ricerca medica, ha continuato il suo percorso di studi acquisendo anche la laurea in Psicologia, Master di I° e II livello in PNL (Programmazione Neuro linguistica) e il Master in NHR (Neurohypnotic Repatterning) con Richard Bandler. Da più di vent’anni studia il legame tra psiche e malattie e come gli stati emozionali alterati possano influire sulla salute delle persone.
Ideatore della metodica P.H.C. (Psico Heath Coaching), che ha come obiettivo quello di indagare i pensieri, le credenze, le emozioni e il contesto relazionale di ciascuna persona e come queste influiscano nell’insorgenza di patologie più o meno gravi.
L’obiettivo della metodica P.H.C. è di fornire un valido supporto alla scienza medica, al fine di potenziare lo stato emotivo e psichico del paziente. In tal modo si rende più consapevole il paziente del potere dei meccanismi naturali di guarigione del nostro corpo e di avere una vita complessivamente sana. La metodica rappresenta un supporto ai trattamenti medici, senza mai promettere soluzioni miracolose e negare la necessità delle terapie tradizionali della scienza medica. 
In qualità di trainer è riconosciuto esperto in comunicazione persuasiva (è l’ideatore della NeuroComunicAzione e della NeuroNegoziAzione), tecniche di negoziazione (ha messo a punto un’efficace tecnica di vendita chiamata: “R.I.D.: Ricercare - Imitare - Dirigere”), modelli innovativi di leadership (Four D Model: Drive, Develop, Decide, Deliver), gestione e valorizzazione delle risorse umane (AF Assessment), sviluppo delle organizzazioni e del top management aziendale e sullo sviluppo di modelli di marketing territoriale e di time management (AF Time Control Model).
Ha svolto attività di direzione manageriale, di consulenza e formazione presso: Adecco S.p.a., Adecco formazione, Audison, Auriol, Associazione Medici Dentisti, Associazione Odontoiatri, Axa gruppo assicurativo, Azimut SIM, Banca Intesa, Banca del Fucino, Botter Vini S.p.a., Cardif S.p.a., Claris Vita Gruppo Veneto Banca, Consorzio Europeo Cooperative dei servizi, De Agostini diffusione libri, DIAGEO Italia, E.N.A.V. S.p.a., Ferrari, Ferrovie dello Stato, FIAT Sava S.p.a., FIAT Fpt S.p.a., Finanziaria Internazionale S.p.a., Fischer Italia, Assicurazioni Generali, IPER supermercati, Leroy Merlin, Karmak S.p.a., Kerastase Italia, Gruppo E.N.E.L, Maserati, Mediacom Italy S.p.a., Mercedes Benz, Microsoft S.p.a., Multiprogress S.p.a., Monte dei Paschi di Siena, Nautica, O.B.I. ITALIA, Pollo & Friends, Prysmian S.p.a., Philip Morris, Q8 Italia S.p.a., RAS Assicurazioni, S.D.A. corriere espresso S.p.a., PAM, Tecnocasa S.p.a., TIM, Valentino fashion, Vodafone, Warner Bross Italia S.p.a.
Ha recentemente scritto: “Vivere in tutte le sue stagioni”, libro il cui ricavato verrà devoluto per la rinascita delle strutture commerciali di Amatrice.
Nel suo curriculum si annotano: Più di 800 persone all’anno a cui fa coaching terapeutico nei suoi studi di Lecco, Milano, Firenze, Forlì, San Benedetto del Tronto e Vicenza
  • 2.550 aziende a cui ha erogato consulenza
  • 3.300 progetti formativi portati a termine
  • 1125 progetti di outdoor training emozionali erogati
  • Oltre 25.000 ore di training erogate personalmente
  • Otre 50.000 ore di training erogate dai suoi collaboratori
  • Oltre 5.000 libri venduti
Matteo Bocelli
direttore scientifico del progetto PNL Zero Stress
Licensed NLP Trainer, International Business Coach & Modeler, Guerrilla Marketing Coach 

Cresce a cavallo fra cultura orientale e occidentale e dopo aver frequentato il corso in Studi Orientali a La Sapienza di Roma decide di approfondire la natura interculturale del comportamento umano e specializzarsi nelle applicazioni al mondo del business internazionale delle neuroscienze e non solo.
Nel 2004 ottiene la licenza di Business Coaching e Modeling presso la NLPU-UCSC USA in California, con Robert Dilts e Judy DeLozier.
Nel 2007 quella di Licensed NLP Trainer, USA presso il First Institute of NLP, con il dr Richard Bandler e John La Valle.
Nel 2010 si è certificato anche in Guerrilla Marketing Coaching con Mitch Meyerson e Jay Conrad Levinson.
Negli anni continua a formarsi con trainer fra gli altri del calibro di Anthony Robbins, dr Robert Cialdini e Michael Hall continuando anno dopo anno a sottoporsi regolarmente a sessioni di training intensivo di ampio spettro per sviluppare e appprofondire in modo costante e continuo il proprio know how. Metodiche di apprendimento accelerato, comunicazione persuasiva, lettura a freddo, strategie di vendita, motivazione, sono soltanto alcuni dei programmi sviluppati, seguiti da eventi di formazione in Outdoor Training, Team Building e Leadership, Telemarketing, Coaching territoriale e percorsi specifici in PNL.
In oltre 15 anni di carriera ha avuto l’opportunità di lavorare direttamente e attraverso partnership internazionali a stretto contatto come formatore, consulente e business coach con con realtà aziendali internazionali fra cui solo per citarne alcune: Axa Assicurazioni, Banca Intesa, Assicurazioni Cardif, YKK Group, Gruppo FRIMM, Maserati, Multiprogress Marketing, Tecnocasa, Zenith-Optimedia, Starwood Hotels, OBI, Consodata, Diageo, Findomestic, Piemme Caltagirone Group, BPU Pramerica, Istituto Agronomico per l’Oltremare, Co.Import, Nautica, Knauf, MSC Armani Group, Gruppo Seat Pagine Gialle, Telecom Italia, Mediacom, Banca Popolare di Bergamo, Adecco, Assicurazioni Generali, Q8, Benetton Group, Honda, Fendi, Distrex, Azimut, Autostrade spa, Costa Crociere, Alitalia, Deltacalor, Valagro, Servizi Ospedalieri, Futura, Premium Financial Services, Pancars, Poligon Kreativni Center, Poslovna Komunikacija, Butan Plin, Green Evo Intl, Ermenegildo Zegna.
A livello consulenziale si occupa per AF Solutions con il suo network di associati di internazionalizzazione di impresa e segue lo sviluppo di nuove startups sia in Europa che oltre oceano ed è direttore scientifico dell’area PNL in qualità di trainer certificato.
Avido viaggiatore, homeless nell’animo da sempre, vive in Est europa stabilmente dal 2010 e ha visitato oltre 30 paesi in 4 continenti nei suoi innumerevoli trasferimenti sia per lavoro che per ricerca personale e piacere.
Parla fluentemente 4 lingue (ITA,ENG,SPA,SLO) e svolge la sua attività lavorativa regolarmente sia in Italiano che in Inglese.



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Omega 3, i grassi utili alla nostra vita: segreti e virtù

10/4/2015

 
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Come è facile notare, sempre più la vita media delle persone si sta allungando, tanto per dirne una al telegiornale ieri dicevano che il numero degli ultra-centenari in Italia è triplicato! Tuttavia, vita più lunga, non significa necessariamente vita priva di problemi, perché la diretta conseguenza dell’età che avanza, sono le affezioni che essa si porta dietro.
Certo, poco si può fare contro il deterioramento progressivo delle nostre funzioni vitali causato dallo scorrere del tempo, nessun elisir di lunga vita è ancora stato inventato, si può però intervenire su altri fattori che condizionano in maniera altrettanto importante la salute del nostro organismo.
Non va infatti assolutamente sottovalutato il fatto che non è solo il tempo a chiedere il suo dazio, paghiamo anche lo stile di vita che conduciamo. Se volessimo filosofeggiare diremmo che l’uomo è il prodotto dell’ambiente in cui vive, e, astraendo un po’ questo pensiero arrivo proprio a ciò che voglio esprimere: l’ambiente in cui viviamo, con il suo carico di stress, inquinamento e abitudini deleterie condiziona notevolmente la nostra salute e la qualità della nostra vita.
Certo è vero, migliorando le condizioni socio-saniatrie e il tenore in generale abbiamo allungato l’aspettativa media di vita, una vita che però tendiamo a maltrattare aumentando notevolmente il, già presente, rischio di sviluppare malattie invalidanti e mortali (tumori, malattie autoimmuni, malattie neuro-degenerative..).
Tra tutte queste abitudini deleterie, particolarmente incisive sulla qualità della nostra vita, risultano le abitudini alimentari: i cibi che mangiamo non sono più nutrienti come quelli di una volta, è aumentato sconsideratamente il consumo del cosiddetto cibo spazzatura, i ritmi di vita tante volte non ci consentono nemmeno un’alimentazione regolata e sana! E così, senza neanche accorgercene, ci adagiamo e ci accontentiamo di uno stile di vita sbagliato che prima o poi ci porterà a fare la fine della “rana bollita”!
Se non conoscete la storia sono lieto di riassumerla!
Provate a mettere una rana viva in una pentola di acqua bollente, ci metterà una frazione di secondo a saltare fuori, ma se mettete una rana in acqua fredda e piano piano la scaldate, lei lentamente si abituerà al graduale aumento della temperatura, perché penserà che sia normale e rimarrà anche quando inizierà a bollire portandola inevitabilmente verso la morte.

Il nostro atteggiamento è davvero simile a quello della rana bollita: ci stiamo sempre più abituando a subire le conseguenze di uno stile di vita errato senza pensare che abbiamo l’opzione di saltare fuori dall’acqua prima che questa inizi a bollire!!
A questo punto, dopo avervi lasciato un piccolo spunto di riflessione, vi auguro buona lettura.

Amadeo Furla
… è solo l’inizio …

A cominciare da questo capitolo e poi, nei prossimi che verranno pubblicati, il mio intento è quello di introdurvi nell’affascinante mondo dei meccanismi di azione degli acidi grassi.

L’obiettivo è quello di dimostrare a tutti voi che l'origine di disturbi presenti e futuri è sostanzialmente legato ad una “sbagliata” distribuzione degli acidi grassi nell’organismo, per cui diventa essenziale capire e sapere quale ruolo hanno i grassi nel nostro metabolismo.

Alcune parti di questo articolo sono tecniche e forse noiose, ma importanti per spiegarvi come una dieta alimentare buona e una buona integrazione siano gli elementi essenziali per saltare fuori dalla pentola prima che l’acqua inizi a bollire!

L’essere umano ha un bisogno continuo di lipidi, carboidrati, proteine, minerali, micronutrienti, acqua e ossigeno; senza questo gruppo di sostanze il complesso meccanismo bio-chimico del nostro corpo non potrebbe funzionare.

L’industria alimentare e gli Omega 6

Da quando l’industria alimentare ha scoperto che le papille gustative presenti sulla nostra lingua reagiscono a due stimoli, dolce e salato, la combinazione di grasso e sale è diventata una modalità estremamente seducente per aumentare i consumi di cibo “spazzatura” come:
  • hamburger
  • wurstel
  • salse per arrosti, ecc., ecc.
alimenti, questi, che, non soltanto saziano, ma anche comportano un aumento, significativo, di peso e di problematiche legate all’infiammazione cronica. I dati che le varie organizzazioni legate al mondo della salute ci sottopongono sono preoccupanti. Il 40% della popolazione è in sovrappeso e il 10% è obesa, dati questi che hanno portato tutti noi a identificare come capro espiatorio il consumo smodato di grassi come Omega 6. Addirittura 1 bambino su 4 è sovrappeso.
Ormai è confermato che più della metà della popolazione consuma troppi acidi grassi saturi e l’eccesso non può essere eliminato con l’urina, attraverso la vescica, di conseguenza l’esubero resta all’interno del nostro organismo, depositandosi sotto forma di trigliceridi nel tessuto adiposo dell’addome, dei fianchi, del sedere e delle cosce.

Questo comporta una riserva di grasso nociva per il nostro organismo. 

Quindi la risposta più naturale sembrerebbe quella che ci suggerisce di eliminare i grassi dalla nostra dieta per stare meglio e dimagrire. Questa modalità di pensiero è sbagliata, perché gli acidi grassi sono, come tutte le sostanze fondamentali per la nostra vita, irrinunciabili per la nostra salute mentale e fisica. Gli acidi grassi, assieme alle proteine, ai carboidrati, conferiscono al nostro corpo l’energia giornaliera di cui ha bisogno. I grassi rappresentano il carburante necessario per le cellule per poter espletare importantissime funzioni metaboliche.

Perciò, anche chi decide di seguire un’alimentazione sana, non può eliminare totalmente dalla propria dieta i grassi, in particolar modo di quelli insaturi. Una carenza di questi determina infatti conseguenze gravi per l’organismo, come:
  • sintomi gravi correlati a carenza di vitamine liposolubili;
  • scarso rifornimento di ossigeno per cellule e tessuti;
  • invecchiamento cellulare, in particolare a carico del tessuto nervoso cerebrale: ai neuroni manca il sostegno per rinnovare la fondamentale membrana protettiva;
  • l’indebolimento dei capelli e secchezza della cute
  • riduzione dell’approvvigionamento di calcio: gli acidi grassi insaturi agiscono in stretta collaborazione con la vitamina D per la deposizione della matrice ossea.
Ma sono da togliere gli Omega 6?

La risposta è no, nelle giuste quantità l’Omega 6 ha un prezioso per il nostro organismo.

I più comuni omega 6 che troviamo sono l’acido cis linoleico “LA”, l’acido arachidonico “AA”, l’acido gamma-linoleico, l’acido eicosadienoico , l’acido diomo-gamma-linolenico e altri minori. L’acido arachidonico è considerato il maggior imputato nell’infiammazione dei tessuti e nelle malattie come arteriosclerosi, infarto, tumori, ecc.

Questo tipo di acido grasso viene prodotto nel nostro organismo a partire dall’acido linoleico, che è sottoposto da un set di enzimi specifici ad un allungamento della catena e ad un aumento dei doppi legami, in questo modo si forma l’acido arachidonico che entra a far parte delle membrane cellulari, dove svolge un ruolo fondamentale nella produzione degli eicosanoidi. Quest’ultimi svolgono attività negativa per il nostro organismo e per la nostra salute.

Gli eicosanoidi sono suddivisi in 5 categorie:
  • Le Prostaglandine Pg2, che svolgono una azione vasocostrittrice arteriosa ed, insieme ai Trombossani Tx, promuovono la broncocostrizione.
  • I Leucotrieni Lt3 che, assieme alle Lipossine Lx4, attivano l’aggregazione piastrinica e hanno azione aterogena aumentando il rischio cardiovascolare.
  • Le Prostacicline Pgi che hanno un’azione antiaggregante piastrinica e provocano vasodilatazione in tutti i distretti vascolari, compresi quelli coronarico e polmonare.
Questi ormoni svolgono un’azione spiccatamente pro-infiammatoria che dovrebbe essere attivata dalle cellule solo in casi specifici, come ad esempio in risposta alle infezioni. Gli studi internazionali ormai confermano che l’aumento di Omega 6 nelle membrane cellulari comporta un aumento di eicosanoidi, che sono la causa primaria dell’infiammazione cronica, delle malattie cardiovascolari, del rischio di tumori e delle malattie neurodegenerative come l’Alzheimer.

Ad avvallare ciò che ho appena affermato sull’importanza di bilanciare l’introito di Omega 3 e Omega 6, sono gli studi pubblicati negli anni ’80 dove un gruppo di ricercatori verificò che il popolo esquimese era molto scarsamente soggetto a  malattie cardiovascolari come l’aterosclerosi e contava pochissimi casi di infarto. 

Dallo studio emerse un dato significativo dove risultava che la mortalità media di questo popolo era di 30 volta inferiore a quella della non poi coì distante popolazione danese, sebbene la dieta degli esquimesi fosse ad alto contenuto di grassi.

Gli esami del sangue condotti negli esquimesi, mostravano una presenza di colesterolo Ldl (che per ora chiamiamo “cattivo”) e trigliceridi molto bassi, mentre i valori di Hdl (chiamato colesterolo buono) erano decisamente più elevati. Per dare un significato a questi dati, inizialmente si pensò che tutto ciò dipendesse dalla mancanza di stress in questa popolazione, ma ben presto si capì che questo dipendeva dal tipo di grasso presente nella loro alimentazione. Gli esquimesi si cibano di pesci e foche, ricchi di Omega 3, mentre i danesi si cibano di animali il cui grasso è invece ricco di Omega 6, tanto da arrivare ad un squilibrio di 30 a 1, dove purtroppo 1 è l’Omega 3.

  Ma sono da togliere gli Omega 6?

La risposta è no, nelle giuste quantità l’Omega 6 ha un prezioso per il nostro organismo.

I più comuni omega 6 che troviamo sono l’acido cis linoleico “LA”, l’acido arachidonico “AA”, l’acido gamma-linoleico, l’acido eicosadienoico , l’acido diomo-gamma-linolenico e altri minori. L’acido arachidonico è considerato il maggior imputato nell’infiammazione dei tessuti e nelle malattie come arteriosclerosi, infarto, tumori, ecc.

Questo tipo di acido grasso viene prodotto nel nostro organismo a partire dall’acido linoleico, che è sottoposto da un set di enzimi specifici ad un allungamento della catena e ad un aumento dei doppi legami, in questo modo si forma l’acido arachidonico che entra a far parte delle membrane cellulari, dove svolge un ruolo fondamentale nella produzione degli eicosanoidi. Quest’ultimi svolgono attività negativa per il nostro organismo e per la nostra salute.

Gli eicosanoidi sono suddivisi in 5 categorie:

Le Prostaglandine Pg2, che svolgono una azione vasocostrittrice arteriosa ed, insieme ai Trombossani Tx, promuovono la broncocostrizione. I Leucotrieni Lt3 che, assieme alle Lipossine Lx4, attivano l’aggregazione piastrinica e hanno azione aterogena aumentando il rischio cardiovascolare. Le Prostacicline Pgi che hanno un’azione antiaggregante piastrinica e provocano vasodilatazione in tutti i distretti vascolari, compresi quelli coronarico e polmonare. 

Ma dove troviamo i grassi saturi ed insaturi?

In natura troviamo un centinaio di acidi grassi diversi, che a loro volta costituiscono i lipidi. Alcuni lipidi che, come già detto, servono a produrre energia, mentre altri servono come materia prima per donare a noi vitalità, capacità di concentrazione, gioia di vivere e molto altro. Il nostro fabbisogno va dal 5% per gli uomini e il 12% per le donne. Il corpo maschile consiste per il 15-18% di grassi, mentre quello femminile è costituito per il 22-25%, quindi non possiamo demonizzare gli acidi grassi, dobbiamo invece preoccuparci di introdurre una sufficiente quantità di lipidi, mescolando in modo sano e preciso acidi grassi saturi ed insaturi, tenendo sempre presente che un eccesso di grasso corporeo è nocivo per la nostra salute.

I grassi saturi li troviamo prevalentemente negli alimenti di origine animale, mentre i grassi insaturi in quelli di origina vegetale. La peculiarità degli acidi grassi insaturi è che gli atomi di carbonio sono collegati con un doppio legame, in cui un collegamento resta libero (insaturo) e quindi costantemente alla ricerca di altre molecole con cui reagire ed entrare nella “partita” del metabolismo. All’interno di questo gruppo abbiamo i monoinsaturi, che hanno un solo doppio legame (olive e olio di oliva) e polinsaturi, che sono tutta una gamma di molecole diverse, i cui atomi di carbonio sono legati da diversi doppi legami di cui uno resta libero. La particolarità di queste grassi polinsaturi è che sono estremamente attivi nel metabolismo, rappresentando i migliori alleati della nostra salute mentale e fisica.

I grassi polinsaturi li troviamo in piante come: legumi, noci, gherigli, avocado, olive, ovviamente anche nel pesce.

In generale mettere giornalmente i grassi nella nostra dieta diventa importante e vitale, perché:
  • i lipidi sono fondamentali nell’assorbimento delle vitamine liposolubili, come la A, D, E e K, che hanno in forma diversa un ruolo significativo per il nostro organismo;
  • i lipidi sono importanti nella sintesi degli ormoni (leucotrieni, prostaglandine, trombossani);
  • gli ormoni sessuali, come gli estrogeni o il testosterone, non possono essere prodotte in assenza di lipidi;
  • gli strati di grasso costituiscono l’imbottitura di molti organi interni come: fegato, reni, cuore e anche alcune ghiandole: questo strato rappresenta un sistema protettivo contro gli urti prevenendo traumi interni;
  • tutte le membrane protettive delle cellule del nostro corpo, che sono circa 70 bilioni, sono ricche di lipidi;
  • In assenza di lipidi verrebbe pregiudicata la produzione di ormoni steroidei, come il cortisone o gli ormoni sessuali.
I diversi tipi di grassi

  • Trigliceridi: sono essenzialmente costituiti da tre catene di acidi grassi e una molecola di glicerolo e costituiscono quel grasso di riserva che dovremmo sempre avere in una determinata quantità, è quello che ,in caso di necessità, funge da riserva energetica. I trigliceridi sono la forma di energia più concentrata, pensate, 9 calorie per grammo. Quelli assorbiti dall’intestino, derivanti dai cibi grassi ingeriti sono immagazzinati nei chilomicroni; quelli sintetizzati in sede epatica, i cui precursori derivano dal metabolismo dei carboidrati e sono immagazzinati nelle VLDL (Very Low Density Lipoproteine.
  • Fosfolipidi: sono simili ai trigliceridi ma da questi si differenziano per la presenza di una percentuale di fosforo. Essi presentano una struttura costituita da una testa idrosolubile e da una coda non idrosolubile, sono per qusto chiamate molecole anfipatiche. Un doppio strato di fosfolipidi rappresenta la struttura di base di tutte le membrane cellulari e ciò ci fa comprendere l’importanza di tali molecole. I fosfolipidi sono importanti anche per la costruzione delle lipoproteine, per la formazione della bile, per la costruzione della mielina (sostanza che protegge le cellule nervose) e per altre molteplici funzioni.
  • Steroidi: i più noti sono gli ormoni steroidei, la vitamina D, che in realtà è un ormone, e il colesterolo.
… e il Colesterolo che cos’è? Esiste veramente il Colesterolo buono e cattivo?

Il colesterolo, è una molecola della classe degli steroli che riveste un ruolo particolarmente importante nella fisiologia dell'uomo. Il Colesterolo è il principale precursore di alcuni fondamentali ormoni del nostro organismo ed è uno dei principali e insostituibili componenti delle membrane cellulari. 

Introduciamo nel nostro corpo il colesterolo attraverso l’alimentazione oppure siamo noi stessi in grado di produrlo attraverso reazioni biologiche all’interno del nostro organismo. È importante ricordare che gli acidi grassi saturi, contenuti negli insaccati, della carne grassa, ecc., stimolano la produzione di Colesterolo, mentre gli acidi grassi insaturi la riducono.  Quindi ora bisogna capire in quale misura il colesterolo sia fondamentale e utile, e oltre invece quale misura esso diventi dannoso per il nostro organismo.

Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza su questa sostanza, che ha un ruolo fondamentale per la costruzione, per la manutenzione ed il buon funzionamento del nostro corpo. In fatti il colesterolo è essenziale: 

  • Per la membrana delle nostre cellule, in quanto si inserisce tra i due strati di fosfolipidi, aumentando la stabilità meccanica e la flessibilità della membrana.
  • Perché regola lo scambio di sostanze messaggere tra l’esterno e l’interno della cellula.
  • Perché grazie a questo particolare grasso la cellula può dividersi e crescere
  • Perché in assenza di colesterolo il fegato non potrebbe produrre la bile, essenziale per emulsionare i grassi. Solo in questo modo l’intestino tenue li può assorbire.
  • Perché il colesterolo rappresenta la base fondamentale per moltissimi ormoni come:
  • il cortisolo (Il cortisolo viene sintetizzato su stimolazione dell'ormone adrenocorticotropo ACTH, a volte associato allo stress, prodotto dall'ipofisi. La sua azione principale consiste nell'indurre un aumento della glicemia. Questo aumento viene ottenuto stimolando la glicogenolisi epatica, che in questo caso viene sostenuta dagli amminoacidi derivanti da un accentuato catabolismo proteico, soprattutto a livello dei muscoli scheletrici, e lipidico, a livello del tessuto adiposo; si parla perciò di una sua azione anti-insulinica),
  • l’aldosterone (Il segnale per la sintesi dell'aldosterone viene generato quando l'organismo richiede una maggiore pressione sanguigna, un maggior volume plasmatico e un aumento di ioni Na+ nel sangue), 
  • il Gh (La sua funzione principale è di stimolare lo sviluppo dell'organismo umano e di molti vertebrati, promuovendo l'accrescimento e la divisione mitotica delle cellule di quasi tutti i tessuti corporei), 
  • il testosterone (La sua principale funzione è: in  collaborazione con altri ormoni e neurotrasmettitori regola funzioni sessuali ma anche metaboliche, diminuendo quindi il rischio di contrarre diabete mellito di tipo 2. Migliora le facoltà cognitive diminuendo il rischio di depressione e demenza. Aumenta l'anabolismo dell'osso diminuendo il rischio di osteoporosi. Migliora la circolazione sanguigna diminuendo il rischio di avere malattie cardiovascolari. Migliora la circolazione peniena e favorisce l'erezione, diminuisce il rischio di disfunzione erettile), e molti altri.
  • È fondamentale alla produzione endogena di Vitamina D, essenziale per il nostro organismo.
Parlare di colesterolo buono e cattivo non ha senso, semmai si dovrebbe parlare di quantità eccessiva di colesterolo nel sangue. Da sottolineare che il colesterolo non si trova nel sangue allo stato libero, ma all’interno di alcune molecole chiamate lipoproteine conosciute con il nome di VLDL, LDL e HDL.

Prima di addentrarci nei particolari diventa fondamentale dire che Colesterolo, Trigliceridi e Fosfolipidi non possono viaggiare in forma libera nel flusso sanguineo. Questo perché queste sostanze sono di natura lipidica e il sangue è di natura acquosa. Essi necessitano di mezzi di trasporto, speciali macromolecole, chiamate lipoproteine (vedi figura 1), che sono essenzialmente composte da un manto proteico (idrofilo) che racchiude un cuore di grasso (idrofobo) e vengono prodotte dal fegato. Le lipoproteine in oggetto si chiamano:
  • VLDL: Very Low Density Lipoproteins, composte dall’8% di proteine, nel loro cuore lipidico abbiamo principalmente trigliceridi e piccole quantità di colesterolo e fosfolipidi (vedi figura 2). Sono prodotte dal fegato. Il loro compito principale è trasportare il grasso alle varie cellule per fini energetici. Quando le VLDL arrivano ai capillari che irrorano i tessuti, sono in grado di legarsi alla parete vascolare rilasciando i trigliceridi. Una volta rilasciati i trigliceridi e ridotta la dimensione di circa ¼ , si trasformano in LDl, con un nucleo ricco di colesterolo.                     
  • LDL: Low Density Lipoproteins, sono lipoproteine a basso contenuto di trigliceridi. Le VLDL dopo la cessione dei trigliceridi, prima si trasformano in IDL (Intermediate Density Lipoproteins) per poi perdendo altri trigliceridi trasformarsi in LDL (vedi figura 3). All'interno delle LDL la sostanza più rilevante è il colesterolo. Le lipoproteine a bassa densità hanno infatti lo scopo di viaggiare nel circolo sanguigno e rilasciare il colesterolo alle varie cellule dell'organismo. Tutte le cellule hanno bisogno di colesterolo, poiché tale lipide entra nella composizione delle membrane plasmatiche. Esistono inoltre delle cellule che metabolizzano maggiori quantitativi di colesterolo, poiché lo utilizzano con ulteriori fini. Le cellule endocrine, per esempio, adoperano il colesterolo come molecola di partenza per produrre gli ormoni steroidei; ne sono esempio le cellule della corteccia surrenale, che producono cortisolo ed aldosterone, i testicoli, che producono ormoni sessuali maschili, e le ovaie che, ovviamente, producono ormoni sessuali femminili. Le LDL svolgono quindi un compito di primaria importanza. Una volta penetrate nelle cellule, queste lipoproteine cedono il loro contenuto di colesterolo. Tale processo è reso possibile da un recettore posto sulla superficie cellulare ed in grado di intercettare le LDL che circolano nel plasma. Questo recettore di membrana riconosce e lega le proteine che costituiscono il guscio esterno delle particelle LDL. Tale legame rende possibile il trasporto delle lipoproteine nell'ambiente intracellulare. A questo livello enzimi specifici digeriscono il guscio proteico ed il colesterolo libero può finalmente essere metabolizzato. Un eccessivo numero di LDL è considerato fattore di rischio per malattie cardiovascolari (aterosclerosi).
  • HDL: High Density Lipoproteins. Sono molecole ancora più piccole delle LDL e sono costrituite per il 50% di proteine e l’altro 50% di grassi, di cui la metà circa è colesterolo e l’altra metà fosfolipidi. Le HDL svolgono la funzione opposta rispetto alle LDL. Queste particelle sono infatti in grado di legarsi alle pareti cellulari e di inglobare il colesterolo in eccesso. A questo punto, le HDL cariche di colesterolo tornano al fegato, dove penetrano all'interno della cellula epatica liberando il loro carico lipidico. Il fegato potrà così recuperare il colesterolo in eccesso oppure eliminarlo attraverso la bile.
  • Esistono anche delle lipoproteine (figura 4) prodotte dai villi intestinali ed immesse nel sistema linfatico e sono i chilomicroni.
Cosa causa l’aumento di colesterolo?

Partiamo da una considerazione semplice da intuire. Il livello di colesterolo (numero di lipoproteine totali) non  deve essere superiore ad una certa soglia e il rapporto tra LDL e HDL deve essere di 2 a 1. Noi sappiamo che il fegato produce VLDL in base alla stimolazione dell’insulina, quindi quando noi ingeriamo carboidrati, l’insulina stimola uno speciale enzima (Hmg-CoA riduttasi), che rappresenta il messaggero che ordina al fegato di produrre VLDL. 

La produzione di HDL è promossa dall’assunzione di grassi, l’intestino infatti per poterli assorbire necessita dell’intervento della bile prodotta dal fegato utilizzando come precursore il colesterolo stesso, di cui il fegato si rifornisce proprio grazie alle HDL. Inoltre le HDL derivano anche dai chilomicroni, che si formano a livello intestinale quando assimiliamo del grasso.

In definitiva: l'elevata assunzione di acidi grassi saturi ed idrogenati contribuisce ad aumentare la colesterolemia, mentre una dieta sobria ed equilibrata, povera di zuccheri, a basso tenore di acidi grassi saturi e ricca di quelli insaturi, aiuta ad abbassare i livelli plasmatici di colesterolo ed il rischio cardiovascolare. 

Una ridotta attività della tiroide (ipotiroidismo), abbastanza comune soprattutto nelle donne, aumenta la colesterolemia, mentre l'elevata concentrazione di ormoni tiroidei (ipertiroidismo) la riduce.

Gli estrogeni abbassano la colesterolemia, mentre gli androgeni l'aumentano (in particolare gli estrogeni tendono ad innalzare la frazione HDL e a diminuire quella LDL, mentre l'eccesso di testosterone ha effetto opposto). Per questo motivo il rischio cardiovascolare è maggiore nell'uomo e sale in maniera importante dopo la menopausa nella donna.

Anche il diabete si accompagna ad ipercolesterolemia, dal momento che la malattia, specie quando non viene adeguatamente trattata, aumenta la mobilizzazione dei lipidi.

L'attività fisica regolare di tipo aerobico è in grado di aumentare la colesterolemia HDL. Inoltre, fa diminuire la pressione arteriosa, la voglia di fumare, limita la stitichezza, è un ottimo antistress ed aiuta a raggiungere o mantenere il peso forma.

Vi è poi l'immancabile componente genetica, che quando è sfavorevole aumenta in maniera più o meno importante la sintesi endogena di colesterolo, i cui livelli risultano per questo elevati anche in giovane età.

I benefici dell’ Omega 3

Gli Omega 3 sono micro nutrienti estremamente utili per la nostra dieta, essi hanno benefici molteplici. Ormai innumerevoli studi lo hanno dimostrato, per cui diventa indispensabile introdurli nella nostra dieta attraverso integratori specifici, i quali contengano i giusti quantitativi di Epa (acido eicosapentaenoico) e Dha (acido docosaesaenoico), che possono essere subito assimilati e pronti all’uso senza che il nostro organismo si impegni a sintetizzarli a partire dall’acido Ala (alfa-linolenico) .

Come spiegato precedentemente l’integrazione con Omega 3 diventa indispensabile in quanto la dieta moderna composta principalmente di cereali, piatti pronti, carne animale, aumenta in modo significativo la quota di Omega 6. 

Prima di entrare nei meccanismi di azione voglio nel dettaglio fornirvi alcuni benefici che l’Omega 3 ha, in base alle numerose ricerche internazionali.

Gli Omega 3 hanno:
  • Un effetto positivo e protettivo contro l’insorgenza di trombi. Questo effetto lo raggiungono grazie all’attività anti aggregante piastrinica, fluidificando il sangue con riduzione del rischio di infarto;
  • Un’azione contrastante il fenomeno aterosclerotico, attraverso un’azione specifica di rimozione dei trigliceridi ed il colesterolo dalle pareti delle arterie e questo determina anche un aumento dell’elasticità dei vasi;
  • Un’azione straordinaria a livello antiinfiammatorio, prevenendo la sua cronicizzazione degli stai infiammatori, agendo anche sulla diminuzione della risposta infiammatoria nelle malattie autoimmuni come l’asma, l’artrite reumatoide e la psoriasi. Inoltre gli Omega 3 sono utilissimi nel contrastare le infiammazioni dei muscoli e delle articolazioni;
  • Un importante effetto anti-ipertensivo tramite l’abbassamento del sodio e la riduzione significativa della ritenzione idrica;
  • Un’azione benefica a livello della funzione visiva, diminuendo il rischio di degenerazioni maculari;
  • Un’efficacia consolidata nell’aiutare l’organismo a combattere gli effetti dannosi dello stress;
  • Un’azione cardioprotettiva, attraverso diversi meccanismi di azione, il principale dei quali è quello antiaritmico che si traduce in una stabilizzazione dell’attività elettrica dei miociti cardiaci (il miocita è l'elemento caratteristico del tessuto muscolare, cellula muscolare striata di forma allungata, fusiforme, in grado di accorciare la propria massa in seguito ad uno stimolo nervoso), prolungando il periodo di refrattarietà (effetto dimostrato da A. Leaf sugli animali e Christine M. Albert sull’uomo); inoltre è stata documentata una riduzione marcata del reinfarto e dell’ictus, con riduzione significativa della mortalità totale e cardiovascolare;
LYAN DIET HEART STUDY

Conclusioni a 27 mesi

“Una dieta arricchita di Omega 3 sembra essere più efficace di quelle abitualmente utilizzate nella prevenzione secondarie degli eventi coronarici e della morte cardiaca” 

De Lorgeril

Riduzione %

Morti cardiache

81%

Infarti non fatali

71%

Mortalità totale

40%

  • Un’importante azione positiva nel funzionamento del sistema dell’insulina, mantenendo bassa la glicemia;
  • Un effetto diretto sul Sistema Nervoso Centrale come antidepressivi con miglioramento dell’efficienza del cervello. Voglio ricordare che il 60% del cervello è composto da Omega 3);
  • Un effetto coadiuvante nella cura della malattie della pelle come la psoriasi;
  • Un’azione antiossidante diminuendo la produzione di cortisolo svolgendo un’azione anti-age;
  • Un’importante azione di rafforzamento del sistema immunitario, facilitando la risposta immunitaria ed infiammatoria, in caso di ferite e infezioni;
  • Sembra svolgano un ruolo positivo anche nel ridurre il rischio di patologia tumorale e, in soggetti già affetti da tumore, pare rallentino la formazione di metastasi a distanza; 
  • Un’azione significativa nel processo di dimagrimento, facilitando l’utilizzo dei grassi a fini energetici. 
CONCLUSIONI SULL’IMPORTANZA DI INTEGRARE GLI OMEGA 3 NELLA DIETA GIORNALIERA:

Alcuni studi significativi:
  1. L’integrazione con Omega 3 ha ruolo strategico non solo nella prevenzione secondaria (trattamento del post infarto), ma anche in svariate situazioni patologiche che di per se rappresentano un rischio primario per malattie cardiache e vascolari (prevenzione primaria!);
  2. Negli ultimi anni si sono accumulate prove ormai INCONTROVERTIBILI sull’effetto benefico degli Omega 3 nella prevenzione e cura delle malattie cardiache e vascolari che si esplica attraverso:
  • effetto antiaritmico, stabilizzazione dei miociti,
  • prevenzione della fibrillazione ventricolare,
  • azione antinfiammatoria,
  • azione antitrombotica;
  1. Le presenti conoscenze sui Omega 3 impongono oggi ai medici, ed in particolare ai cardiologi, di integrare la terapia dei pazienti in prevenzione primaria e secondaria, con questi acidi grassi insaturi; 
  2. L’effetto antinfiammatorio esercitato dagli Omega 3 influisce profondamente sulla prevenzione (PRIMARIA) di complicanze cardio-vascolari conseguenti a fattori di rischio importanti quali:
  • Ipertensione
  • Diabete
  • Ipertrigliceridemie
  • Obesità
  • Sindromi plurimetaboliche
  • Aterosclerosi carotidee (placche frastagliate)
  • Terapie con statine (ridotta posologia)
  • Trattamenti anticoncezionali e TOS (alterazione coagulazione)
  • Forti fumatori
  • Diete squilibrate.
  1. L’assunzione di Omega 3 diminuiscono la produzione di citochine infiammatorie (TNF- α e IL-1 β) sia in soggetti sani che affetti da artrite reumatoide (J.M. James et al. “ Dietary polynsaturated fatty acids and inflammatory mediator production” Am J Cl nutrition, 2000;71- 343S-348S);
  2. Studi epidemiologici hanno documentato che una  supplementazione di Omega 3 comporta una diminuzione di rischio di demenza e declino cognitivo, in modo particolare nelle persone affette da Alzheimer  (Freund-Levi et all. “Omega fatty acid treatment in 174 pts with Mild to Moderate Alzheimer disease: OmegAD study: a randomized double blind trial”. Arh Neur 2006;63 (10):1402-1408);
  3. Un deficit di DHA determina riduzione della stabilità delle membrane neuronali e della trasmissione di serotonina, norepinefrina e dopamina. I livelli plasmatici di EPA sono correlati alla gravità della sintomatologia depressiva dell’anziano (Conklin S. et all. “Omega-3 fattiy acids influence mood, impulsivity and personality”. Denver 2006);
  4. Una dieta di Omega 3 e di vitamina E dimezza ampiamente il rischio di malattie dei motoneuroni e questa associazione riduce del 50-60% il rischio di sviluppare la SLA (Veldink JH. Et all. “Intake of polyunsaturated fatty acids and vitamin E reduces the risk of developing amyotrophic lateral sclerosis”. J Neurol Neurosurg Psychiatry 2007;78:367-371).




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