Come è facile notare, sempre più la vita media delle persone si sta allungando, tanto per dirne una al telegiornale ieri dicevano che il numero degli ultra-centenari in Italia è triplicato! Tuttavia, vita più lunga, non significa necessariamente vita priva di problemi, perché la diretta conseguenza dell’età che avanza, sono le affezioni che essa si porta dietro.
Certo, poco si può fare contro il deterioramento progressivo delle nostre funzioni vitali causato dallo scorrere del tempo, nessun elisir di lunga vita è ancora stato inventato, si può però intervenire su altri fattori che condizionano in maniera altrettanto importante la salute del nostro organismo. Non va infatti assolutamente sottovalutato il fatto che non è solo il tempo a chiedere il suo dazio, paghiamo anche lo stile di vita che conduciamo. Se volessimo filosofeggiare diremmo che l’uomo è il prodotto dell’ambiente in cui vive, e, astraendo un po’ questo pensiero arrivo proprio a ciò che voglio esprimere: l’ambiente in cui viviamo, con il suo carico di stress, inquinamento e abitudini deleterie condiziona notevolmente la nostra salute e la qualità della nostra vita. Certo è vero, migliorando le condizioni socio-saniatrie e il tenore in generale abbiamo allungato l’aspettativa media di vita, una vita che però tendiamo a maltrattare aumentando notevolmente il, già presente, rischio di sviluppare malattie invalidanti e mortali (tumori, malattie autoimmuni, malattie neuro-degenerative..). Tra tutte queste abitudini deleterie, particolarmente incisive sulla qualità della nostra vita, risultano le abitudini alimentari: i cibi che mangiamo non sono più nutrienti come quelli di una volta, è aumentato sconsideratamente il consumo del cosiddetto cibo spazzatura, i ritmi di vita tante volte non ci consentono nemmeno un’alimentazione regolata e sana! E così, senza neanche accorgercene, ci adagiamo e ci accontentiamo di uno stile di vita sbagliato che prima o poi ci porterà a fare la fine della “rana bollita”! Se non conoscete la storia sono lieto di riassumerla! Provate a mettere una rana viva in una pentola di acqua bollente, ci metterà una frazione di secondo a saltare fuori, ma se mettete una rana in acqua fredda e piano piano la scaldate, lei lentamente si abituerà al graduale aumento della temperatura, perché penserà che sia normale e rimarrà anche quando inizierà a bollire portandola inevitabilmente verso la morte. Il nostro atteggiamento è davvero simile a quello della rana bollita: ci stiamo sempre più abituando a subire le conseguenze di uno stile di vita errato senza pensare che abbiamo l’opzione di saltare fuori dall’acqua prima che questa inizi a bollire!! A questo punto, dopo avervi lasciato un piccolo spunto di riflessione, vi auguro buona lettura. Amadeo Furla … è solo l’inizio … A cominciare da questo capitolo e poi, nei prossimi che verranno pubblicati, il mio intento è quello di introdurvi nell’affascinante mondo dei meccanismi di azione degli acidi grassi. L’obiettivo è quello di dimostrare a tutti voi che l'origine di disturbi presenti e futuri è sostanzialmente legato ad una “sbagliata” distribuzione degli acidi grassi nell’organismo, per cui diventa essenziale capire e sapere quale ruolo hanno i grassi nel nostro metabolismo. Alcune parti di questo articolo sono tecniche e forse noiose, ma importanti per spiegarvi come una dieta alimentare buona e una buona integrazione siano gli elementi essenziali per saltare fuori dalla pentola prima che l’acqua inizi a bollire! L’essere umano ha un bisogno continuo di lipidi, carboidrati, proteine, minerali, micronutrienti, acqua e ossigeno; senza questo gruppo di sostanze il complesso meccanismo bio-chimico del nostro corpo non potrebbe funzionare. L’industria alimentare e gli Omega 6 Da quando l’industria alimentare ha scoperto che le papille gustative presenti sulla nostra lingua reagiscono a due stimoli, dolce e salato, la combinazione di grasso e sale è diventata una modalità estremamente seducente per aumentare i consumi di cibo “spazzatura” come:
Ormai è confermato che più della metà della popolazione consuma troppi acidi grassi saturi e l’eccesso non può essere eliminato con l’urina, attraverso la vescica, di conseguenza l’esubero resta all’interno del nostro organismo, depositandosi sotto forma di trigliceridi nel tessuto adiposo dell’addome, dei fianchi, del sedere e delle cosce. Questo comporta una riserva di grasso nociva per il nostro organismo. Quindi la risposta più naturale sembrerebbe quella che ci suggerisce di eliminare i grassi dalla nostra dieta per stare meglio e dimagrire. Questa modalità di pensiero è sbagliata, perché gli acidi grassi sono, come tutte le sostanze fondamentali per la nostra vita, irrinunciabili per la nostra salute mentale e fisica. Gli acidi grassi, assieme alle proteine, ai carboidrati, conferiscono al nostro corpo l’energia giornaliera di cui ha bisogno. I grassi rappresentano il carburante necessario per le cellule per poter espletare importantissime funzioni metaboliche. Perciò, anche chi decide di seguire un’alimentazione sana, non può eliminare totalmente dalla propria dieta i grassi, in particolar modo di quelli insaturi. Una carenza di questi determina infatti conseguenze gravi per l’organismo, come:
La risposta è no, nelle giuste quantità l’Omega 6 ha un prezioso per il nostro organismo. I più comuni omega 6 che troviamo sono l’acido cis linoleico “LA”, l’acido arachidonico “AA”, l’acido gamma-linoleico, l’acido eicosadienoico , l’acido diomo-gamma-linolenico e altri minori. L’acido arachidonico è considerato il maggior imputato nell’infiammazione dei tessuti e nelle malattie come arteriosclerosi, infarto, tumori, ecc. Questo tipo di acido grasso viene prodotto nel nostro organismo a partire dall’acido linoleico, che è sottoposto da un set di enzimi specifici ad un allungamento della catena e ad un aumento dei doppi legami, in questo modo si forma l’acido arachidonico che entra a far parte delle membrane cellulari, dove svolge un ruolo fondamentale nella produzione degli eicosanoidi. Quest’ultimi svolgono attività negativa per il nostro organismo e per la nostra salute. Gli eicosanoidi sono suddivisi in 5 categorie:
Ad avvallare ciò che ho appena affermato sull’importanza di bilanciare l’introito di Omega 3 e Omega 6, sono gli studi pubblicati negli anni ’80 dove un gruppo di ricercatori verificò che il popolo esquimese era molto scarsamente soggetto a malattie cardiovascolari come l’aterosclerosi e contava pochissimi casi di infarto. Dallo studio emerse un dato significativo dove risultava che la mortalità media di questo popolo era di 30 volta inferiore a quella della non poi coì distante popolazione danese, sebbene la dieta degli esquimesi fosse ad alto contenuto di grassi. Gli esami del sangue condotti negli esquimesi, mostravano una presenza di colesterolo Ldl (che per ora chiamiamo “cattivo”) e trigliceridi molto bassi, mentre i valori di Hdl (chiamato colesterolo buono) erano decisamente più elevati. Per dare un significato a questi dati, inizialmente si pensò che tutto ciò dipendesse dalla mancanza di stress in questa popolazione, ma ben presto si capì che questo dipendeva dal tipo di grasso presente nella loro alimentazione. Gli esquimesi si cibano di pesci e foche, ricchi di Omega 3, mentre i danesi si cibano di animali il cui grasso è invece ricco di Omega 6, tanto da arrivare ad un squilibrio di 30 a 1, dove purtroppo 1 è l’Omega 3. Ma sono da togliere gli Omega 6? La risposta è no, nelle giuste quantità l’Omega 6 ha un prezioso per il nostro organismo. I più comuni omega 6 che troviamo sono l’acido cis linoleico “LA”, l’acido arachidonico “AA”, l’acido gamma-linoleico, l’acido eicosadienoico , l’acido diomo-gamma-linolenico e altri minori. L’acido arachidonico è considerato il maggior imputato nell’infiammazione dei tessuti e nelle malattie come arteriosclerosi, infarto, tumori, ecc. Questo tipo di acido grasso viene prodotto nel nostro organismo a partire dall’acido linoleico, che è sottoposto da un set di enzimi specifici ad un allungamento della catena e ad un aumento dei doppi legami, in questo modo si forma l’acido arachidonico che entra a far parte delle membrane cellulari, dove svolge un ruolo fondamentale nella produzione degli eicosanoidi. Quest’ultimi svolgono attività negativa per il nostro organismo e per la nostra salute. Gli eicosanoidi sono suddivisi in 5 categorie: Le Prostaglandine Pg2, che svolgono una azione vasocostrittrice arteriosa ed, insieme ai Trombossani Tx, promuovono la broncocostrizione. I Leucotrieni Lt3 che, assieme alle Lipossine Lx4, attivano l’aggregazione piastrinica e hanno azione aterogena aumentando il rischio cardiovascolare. Le Prostacicline Pgi che hanno un’azione antiaggregante piastrinica e provocano vasodilatazione in tutti i distretti vascolari, compresi quelli coronarico e polmonare. Ma dove troviamo i grassi saturi ed insaturi? In natura troviamo un centinaio di acidi grassi diversi, che a loro volta costituiscono i lipidi. Alcuni lipidi che, come già detto, servono a produrre energia, mentre altri servono come materia prima per donare a noi vitalità, capacità di concentrazione, gioia di vivere e molto altro. Il nostro fabbisogno va dal 5% per gli uomini e il 12% per le donne. Il corpo maschile consiste per il 15-18% di grassi, mentre quello femminile è costituito per il 22-25%, quindi non possiamo demonizzare gli acidi grassi, dobbiamo invece preoccuparci di introdurre una sufficiente quantità di lipidi, mescolando in modo sano e preciso acidi grassi saturi ed insaturi, tenendo sempre presente che un eccesso di grasso corporeo è nocivo per la nostra salute. I grassi saturi li troviamo prevalentemente negli alimenti di origine animale, mentre i grassi insaturi in quelli di origina vegetale. La peculiarità degli acidi grassi insaturi è che gli atomi di carbonio sono collegati con un doppio legame, in cui un collegamento resta libero (insaturo) e quindi costantemente alla ricerca di altre molecole con cui reagire ed entrare nella “partita” del metabolismo. All’interno di questo gruppo abbiamo i monoinsaturi, che hanno un solo doppio legame (olive e olio di oliva) e polinsaturi, che sono tutta una gamma di molecole diverse, i cui atomi di carbonio sono legati da diversi doppi legami di cui uno resta libero. La particolarità di queste grassi polinsaturi è che sono estremamente attivi nel metabolismo, rappresentando i migliori alleati della nostra salute mentale e fisica. I grassi polinsaturi li troviamo in piante come: legumi, noci, gherigli, avocado, olive, ovviamente anche nel pesce. In generale mettere giornalmente i grassi nella nostra dieta diventa importante e vitale, perché:
Il colesterolo, è una molecola della classe degli steroli che riveste un ruolo particolarmente importante nella fisiologia dell'uomo. Il Colesterolo è il principale precursore di alcuni fondamentali ormoni del nostro organismo ed è uno dei principali e insostituibili componenti delle membrane cellulari. Introduciamo nel nostro corpo il colesterolo attraverso l’alimentazione oppure siamo noi stessi in grado di produrlo attraverso reazioni biologiche all’interno del nostro organismo. È importante ricordare che gli acidi grassi saturi, contenuti negli insaccati, della carne grassa, ecc., stimolano la produzione di Colesterolo, mentre gli acidi grassi insaturi la riducono. Quindi ora bisogna capire in quale misura il colesterolo sia fondamentale e utile, e oltre invece quale misura esso diventi dannoso per il nostro organismo. Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza su questa sostanza, che ha un ruolo fondamentale per la costruzione, per la manutenzione ed il buon funzionamento del nostro corpo. In fatti il colesterolo è essenziale:
Prima di addentrarci nei particolari diventa fondamentale dire che Colesterolo, Trigliceridi e Fosfolipidi non possono viaggiare in forma libera nel flusso sanguineo. Questo perché queste sostanze sono di natura lipidica e il sangue è di natura acquosa. Essi necessitano di mezzi di trasporto, speciali macromolecole, chiamate lipoproteine (vedi figura 1), che sono essenzialmente composte da un manto proteico (idrofilo) che racchiude un cuore di grasso (idrofobo) e vengono prodotte dal fegato. Le lipoproteine in oggetto si chiamano:
Partiamo da una considerazione semplice da intuire. Il livello di colesterolo (numero di lipoproteine totali) non deve essere superiore ad una certa soglia e il rapporto tra LDL e HDL deve essere di 2 a 1. Noi sappiamo che il fegato produce VLDL in base alla stimolazione dell’insulina, quindi quando noi ingeriamo carboidrati, l’insulina stimola uno speciale enzima (Hmg-CoA riduttasi), che rappresenta il messaggero che ordina al fegato di produrre VLDL. La produzione di HDL è promossa dall’assunzione di grassi, l’intestino infatti per poterli assorbire necessita dell’intervento della bile prodotta dal fegato utilizzando come precursore il colesterolo stesso, di cui il fegato si rifornisce proprio grazie alle HDL. Inoltre le HDL derivano anche dai chilomicroni, che si formano a livello intestinale quando assimiliamo del grasso. In definitiva: l'elevata assunzione di acidi grassi saturi ed idrogenati contribuisce ad aumentare la colesterolemia, mentre una dieta sobria ed equilibrata, povera di zuccheri, a basso tenore di acidi grassi saturi e ricca di quelli insaturi, aiuta ad abbassare i livelli plasmatici di colesterolo ed il rischio cardiovascolare. Una ridotta attività della tiroide (ipotiroidismo), abbastanza comune soprattutto nelle donne, aumenta la colesterolemia, mentre l'elevata concentrazione di ormoni tiroidei (ipertiroidismo) la riduce. Gli estrogeni abbassano la colesterolemia, mentre gli androgeni l'aumentano (in particolare gli estrogeni tendono ad innalzare la frazione HDL e a diminuire quella LDL, mentre l'eccesso di testosterone ha effetto opposto). Per questo motivo il rischio cardiovascolare è maggiore nell'uomo e sale in maniera importante dopo la menopausa nella donna. Anche il diabete si accompagna ad ipercolesterolemia, dal momento che la malattia, specie quando non viene adeguatamente trattata, aumenta la mobilizzazione dei lipidi. L'attività fisica regolare di tipo aerobico è in grado di aumentare la colesterolemia HDL. Inoltre, fa diminuire la pressione arteriosa, la voglia di fumare, limita la stitichezza, è un ottimo antistress ed aiuta a raggiungere o mantenere il peso forma. Vi è poi l'immancabile componente genetica, che quando è sfavorevole aumenta in maniera più o meno importante la sintesi endogena di colesterolo, i cui livelli risultano per questo elevati anche in giovane età. I benefici dell’ Omega 3 Gli Omega 3 sono micro nutrienti estremamente utili per la nostra dieta, essi hanno benefici molteplici. Ormai innumerevoli studi lo hanno dimostrato, per cui diventa indispensabile introdurli nella nostra dieta attraverso integratori specifici, i quali contengano i giusti quantitativi di Epa (acido eicosapentaenoico) e Dha (acido docosaesaenoico), che possono essere subito assimilati e pronti all’uso senza che il nostro organismo si impegni a sintetizzarli a partire dall’acido Ala (alfa-linolenico) . Come spiegato precedentemente l’integrazione con Omega 3 diventa indispensabile in quanto la dieta moderna composta principalmente di cereali, piatti pronti, carne animale, aumenta in modo significativo la quota di Omega 6. Prima di entrare nei meccanismi di azione voglio nel dettaglio fornirvi alcuni benefici che l’Omega 3 ha, in base alle numerose ricerche internazionali. Gli Omega 3 hanno:
Conclusioni a 27 mesi “Una dieta arricchita di Omega 3 sembra essere più efficace di quelle abitualmente utilizzate nella prevenzione secondarie degli eventi coronarici e della morte cardiaca” De Lorgeril Riduzione % Morti cardiache 81% Infarti non fatali 71% Mortalità totale 40%
Alcuni studi significativi:
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