Kyani Sunrise ™ è un NUTRACEUTICO di ultima generazione, un succo squisito a base di mirtillo selvaggio dell’Alaska e diversi Superalimenti aggiuntivi (succhi concentrati, estratti secchi di piante/radici/foglie/infiorescenze/Frutti con effetti farmacologici, ma che del farmaco non hanno effetti collaterali: definizione di Nutraceutica dott. S. De Felice 1998), e arricchito con vitamine. Tutti i componenti naturali (in particolare i Mirtilli) sono ben noti per i loro benefici sulla salute e il benessere del nostro organismo e oltre ad avere un potente effetto anti-ossidanti, sono anche antiinfiammatori, antiaggreganti, antibatterici, combattono l’arteriosclerosi, ecc.,ecc.. Gli antiossidanti sono fondamentali per mantenere la vostra salute perché aiutano a proteggere le cellule dai danni che portano a infiammazioni, all’invecchiamento e altre malattie. Kyani Sunrise™ è il miglior modo per far ripartire una giornata pieni di energia e alimentando il nostro organismo con un prodotto NATURALE. Valutiamo l’efficacia scientifica delle vitamine e dei Sali(dei principi attivi delle piante presenti nel Sunrise ne parleremo nel prossimo articolo) presenti nel Kyani Sunrise ™: Vitamina B1 Tiamina La tiamina all’interno dell'organismo si converte in tiamina pirofosfato che è un coenzima di diverse reazioni di decarbossilazione che rientrano nel ciclo di Krebs (è un ciclo metabolico di importanza fondamentale in tutte le cellule che utilizzano ossigeno nel processo della respirazione cellulare. il ciclo di Krebs è l'anello di congiunzione delle vie metaboliche responsabili della degradazione, catabolismo, dei carboidrati, dei grassi e delle proteine in anidride carbonica e acqua con la formazione di energia chimica) quindi nei processi di produzione di energia. Inoltre interviene nella formazione del ribosio sostanza fondamentale per la sintesi di ATP e degli acidi nucleici. Le principali funzioni della tiamina riguardano:
Vitamina H Biotina o Vitamina B8 La biotina (o vitamina B8) è implicata nel metabolismo lipidico e proteico e, naturalmente, anche in quello glucidico. La biotina partecipa a numerose reazioni di carbossilazione essendo cofattore di numerose carbossilasi. Questi enzimi fissano CO2 al substrato. Per effetto di questa sua azioni è coinvolta nei processi di sintesi di diverse sostanze e nella produzione di energia. Una sua carenza porta ad alterazioni cutanee, affaticamento e nausea. È sensibile ad ambienti acidi e basici, mentre tollera bene il calore. Le principali fonti di biotina sono: fegato, tuorlo d'uovo, carni animali e formaggio, una certa quota è naturalmente sintetizzata dall'intestino. Questa vitamina è sintetizzata anche dai batteri intestinali, pertanto una sua carenza risulta decisamente rara. Le funzioni che la biotina riveste nell'organismo sono:
Non sono stati evidenziati particolari effetti legati ad una supplementazione di biotina negli sportivi. Riassumendo la Vitamina H o B8 (biotina)
Integrazione nello sport La supplementazione di tiamina ha dimostrato in uno studio di favorire lo smaltimento di acido lattico, di aumentare la VO2 max (Potenza aerobica VO2max, è test per misurarla il massimo volume di ossigeno consumato per minuto, nel corso di una attività fisica coinvolgente grandi gruppi muscolari, di intensità progressivamente crescente e protratta fino all'esaurimento) e di migliorare il recupero durante e dopo una sessione di attività aerobica. Secondo tale studio l' utilizzo della B1 come supplemento favorisce le performance di endurance. In ogni caso aumentare l'apporto di tiamina come di tutte le vitamine del gruppo B è consigliato per gli atleti a causa del loro maggiore fabbisogno. Non sembrano esserci rischi di sovradosaggio in quanto la B1in eccesso viene facilmente eliminata. Riassumendo la Vitamina B-1 (Tiamina)
Integrazione nello sportL'integrazione di riboflavina risulta utile agli atleti a causa della maggiore necessità dei complessi enzimatici cui partecipano. Non presenta particolari rischi di sovradosaggio anche a dosi molto superiori all' RDA. Riassumendo la Vitamina B-2 (Riboflavina) • contribuisce al normale funzionamento del sistema nervoso • contribuisce al mantenimento di normali mucose • contribuisce al mantenimento di globuli rossi normali • contribuisce al mantenimento della pelle normale • contribuisce al mantenimento della visione normale • contribuisce al normale metabolismo del ferro • contribuisce alla protezione delle cellule dallo stress ossidativo • contribuisce alla riduzione della stanchezza Kyani Sunrise contiene 1,7 mg di vitamina B-2 per 1 oncia Vitamina B5 La vitamina B5 acido pantotenico viene utilizzato dal corpo per formare il coenzimaA, importante perchè riveste un ruolo fondamentale nel ciclo di Krebs e nella produzione di energia. Il coA agisce sul metabolismo di acidi grassi e carboidrati in particolare veicolandoli verso la produzione di energia a livello mitocondriale (sono gli organelli addetti alla respirazione cellulare. Processo metabolico nel quale i nutrienti, ridotti dalla digestione a componenti elementari, quali zuccheri semplici, aminoacidi e acidi grassi, vengono demoliti in molecole ancora più semplici, ottenendo energia disponibile alla cellula sotto forma di ATP). L'attività della B5 però riguarda anche le vie metaboliche di proteine, steroidi e chetoacidi, regolando sintesi e catabolismo di diverse sostanze. Le funzioni biologiche dell'acido pantotenico sono:
Vitamina B9 Acido Folico Il folato o acido folico è particolarmente importante per i tessuti in fase di crescita come pelle e tessuto muscolare in fase di rigenerazione, per queste sue proprietà viene consigliato il suo utilizzo in gravidanza per ridurre l'insorgenza di nascite premature e per favorire la maturazione del feto. Le donne, in particolare quelle che si allenano duramente possono incorrere in una situazione di amenorrea, ossia un blocco del ciclo mestruale con conseguente aumento del rischio di sviluppare malattie cardiache. Questo problema può essere evitato per mezzo di una supplementazione di acido folico, secondo uno studio pubblicato sul Clinical Journal of Sport Medicine. I ricercatori del Medical College of Wisconsin a Milwaukee, negli Usa, hanno scoperto che l’acido folico può sostanzialmente migliorare la dilatazione mediata del flusso sanguigno nelle arterie, aumentando di fatto il flusso di sangue al cuore. L'acido folico partecipa ai processi di:
VITAMINE DEL GRUPPO B Perché le vitamine del gruppo B sono importanti per chi pratica attività fisica? Le vitamine del gruppo B sono importanti per chiunque e in particolare per chi pratica attività fisica perché hanno un ruolo importante nel metabolismo cellulare, nella produzione di energia e per il sistema nervoso. Un loro apporto carente può determinare un decremento del rendimento atletico e ostacolare i processi di riparazione del tessuto muscolare, influenzando negativamente la capacità di autoriparazione del corpo. I rischi di carenza riguardano soprattutto gli sportivi che devono tenere sotto controllo il proprio peso (ad esempio ginnaste e ballerine, ma anche pugili) e in generale tutte quelle persone che pongono un'attenzione esasperata alla forma fisica e al controllo del peso corporeo e che spesso seguono diete troppo rigide e restrittive, squilibrate dal punto di vista nutrizionale: spesso chi soffre di disturbi alimentari fa ricorso alla pratica eccessiva di attività fisica come metodo di controllo del peso. Integrazione nello sport Diversi studi mostrano come una carenza di acido folico riduca la prestazione atletica. Riassumendo la Vitamina B-9 (acido folico)
Integrazione nello sport Migliorando le capacità del corpo di utilizzare i grassi come fonte di energie l'integrazione con B5 risulta importante negli sport di endurance. Riassumendo la Vitamina B-5
Vitamina B6 Piridossina La vitamina B6 (piridossina) è necessaria per la sintesi dei neurotrasmettitori serotonina e noradrenalina e per la formazione della mielina, inoltre contribuisce al metabolismo energetico, contrastando stanchezza e affaticamento. La carenza di piridossina (Vitamina B6) negli adulti colpisce principalmente i nervi periferici, la pelle, le mucose e il sistema circolatorio (cellule del sangue). Le principali fonti di vitamina B6 sono: cereali, legumi, verdure (carote, spinaci, piselli e patate), latte, formaggio, uova, pesce, fegato, carne e farina. La piridossina è spesso usata in combinazione con altre vitamine B in formule vitaminiche del complesso B. L'assunzione di integratori di Vitamina B in combinazione con altre vitamine del gruppo B (acido folico e vitamina B12) ha dimostrato di essere efficace per abbassare i livelli di omocisteina (alti livelli di omocisteina sono un fattore a rischio nelle malattie cardiovascolari). La vitamina B6 viene anche usata per trattare l'anemia ereditaria sideroblastica, carenza di vitamina B6, e convulsioni B6-dipendente della vitamina nei neonati, e per evitare effetti negativi per le persone che assumono il farmaco cycloserine. Integrazione nello sport Nel campo dell'integrazione Alimentare Sportiva, spesso è inserita con altri integratori alimentari per le sue funzioni sul metabolismo energetico, infatti come coenzima essa partecipa alla trasformazione e utilizzazione di carboidrati, grassi e proteine, ma è anche indispensabile per attivare il rilascio delle riserve energetiche immagazzinate sotto forma di glicogeno nei muscoli e nel fegato. Strettamente legato a questo aspetto è il contributo della vitamina B6 nel contrastare stati di stanchezza e di affaticamento. Riassumendo la Vitamina B-6 (piridossina)
Vitamina B12 Cianocpbalamina Vitamina B12 è una dizione piuttosto generica con la quale viene identificato un gruppo di sostanze affini chimicamente e note come cobalamine (il termine deriva da cobalto, uno degli elementi contenuti da queste sostanze); le principali cobalamine sono la metilcobalamina, l’idrossicobalamina e la deossiadenosilcobalamina; un’altra forma è rappresentata dalla cianocobalamina; quest’ultima è scarsamente presente nell’organismo umano, ma più stabile di altre ed è questa forma che viene utilizzata per confezionare farmaci e integratori alimentari di vitamina B12. Le fonti alimentari di vitamina B12 sono perlopiù di origine animale; fonti interessanti (µg/100 grammi) sono il fegato di bovino (100), le cozze (19), le sardine (12), lo sgombro (8), il tuorlo d’uovo (5), il salmone (4), la mozzarella (2,1) ecc. Il fatto che la vitamina B12 sia presente soprattutto in alimenti di origine animale, spiega perché i rischi di carenza di questa vitamina sono più concreti in coloro che seguono regimi alimentari di tipo vegetariano. Contrariamente alla credenza comune e a quanto riportato da fonti vegane non esistono forme umanamente attive (cioè che l’organismo umano può utilizzare) nelle alghe come nori o spirulina. Va aggiunto, per correttezza, che la vitamina B12 è la sola vitamina idrosolubili della quale esistono buone riserve nell’organismo (soprattutto a livello epatico) che sono in grado di coprirne il fabbisogno per periodi di tempo molto lunghi. Integrazione nello sport La niacina ha dimostrato di aumentare il metabolismo dei carboidrati a discapito di quello dei grassi, pertanto risulta utile agli atleti che svolgono attività anaerobiche (a prevalente impegno glucidico), e controproducente per chi pratica sport di endurance dato che porta ad esaurire prima le scorte di glicogeno risparmiando i grassi e accelerando così i processi di affaticamento. Non dovrebbe essere utilizzata da chi pratica sport di endurance. Riassumendo la Vitamina B-3 (Niacina) • contribuisce al normale metabolismo energetico • contribuisce al normale funzionamento del sistema nervoso • contribuisce alla normale funzione psicologica • contribuisce al mantenimento di normali mucose • contribuisce al mantenimento della pelle normale • contribuisce alla riduzione della stanchezza Kyani Sunrise contiene 30 mg di vitamina B-3 per 1 oncia Vitamina B2 Riboflavina La riboflavina è un importante coenzima di diversi complessi enzimatici responsabili di reazioni di ossidoriduzione coinvolti nella produzione di energia: il FAD (flavin adenina dinucletotide) ed il FMN (flavina mononucleotide). Questi enzimi rientrano nei processi di respirazione cellulare e producono energia attraverso il ciclo di Krebs, metabolizzando grassi, aminoacidi e carboidrati. L'alcool ne inibisce l'assorbimento; caffeina, teofillina, saccarina, triptofano, vitamina C, urea ne diminuiscono la biodisponibilità. All'interno dell'organismo la riboflavina serve per:
Vitamina B7 Inositolo L'inositolo o Vitamina B7 è una sostanza considerata vitamino-simile in quanto ancora non è chiaro se sia indispensabile la sua assunzione tramite l'alimentazione dato che comunque può essere sintetizzato dal corpo. Questa sostanza può venire rilasciata dalle membrane per divenire precursore di secondi messaggeri intracellulari, ovvero sistemi di trasmissione dei segnali che controllano l'attività cellulare. L'inositolo aumenta l'attività mitocondriale (organelli cellulari responsabili della produzione di energia) aumentando il metabolismo cellulare. Viene considerato come la colina una sostanza lipotropa, cioè in grado di favorire il metabolismo dei grassi e di impedirne l'accumulo a livello epatico. Grandi quantità di inositolo si trovano nel tessuto nervoso e pertanto si suppone una sua attività a livello cerebrale non ancora ben chiara, anche se pare avere un effetto rilassante ed ansiolitico. Integrazione nello sport Questa sostanza pare abbia ha un’azione lipotropa e stimolante a livello cellulare comportando una diminuzione della massa. Riassumendo la Vitamina B-7 (Inositolo)
Vitamina B3 Niacina La niacina è un termine generico che indica l'acido nicotinico ed i suoi derivati con attività biologica simile. In particolare la forma attiva all'interno dell'organismo è la nicotinammide (ammide dell'acido nicotinico). La niacina agisce come coenzima nella formazione del NAD e del NADP (nicotinammide adenina dinucleotide (è una biomolecola il cui ruolo biologico consiste nel trasferire gli elettroni, quindi nel permettere le ossido-riduzioni. È un coenzima ossidoriduttivo), partecipando ad importanti reazioni di ossidoriduzione necessarie alle cellule per produrre energia con il NAD e per la sintesi di diverse sostanze nel caso del NADP. Questa vitamina è particolarmente importante per il metabolismo dei carboidrati. All'interno dell'organismo la niacina è importante nei seguenti processi:
La vitamina B12 è importantissima per la sintesi dell’emoglobina. La vitamina B12 infatti agisce in combinazione con l’acido folico per una perfetta emopoiesi. La sua carenza è pertanto simile a quella dell’acido folico e, quando è grave, produce anemia. Viene immagazzinata nel fegato dopo essere stata assorbita nell’intestino ileo grazie a recettori sensibili a un complesso B12 che si forma nello stomaco. Nel caso di anemia perniciosa (una forma di anemia megaloblastica) il complesso non si forma, la vitamina non viene assorbita e si genera lo stato anemico del soggetto. Anche particolari forme di gastrite possono originare il problema. Diversi studi hanno dimostrato che un deficit di vitamina B12 può essere alla base di sintomi psichiatrici e neurologici (atassia, debolezza muscolare, incontinenza, ipotensione, problemi visivi ecc.). Si deve però notare che occorrono circa 20 anni (non è un errore, è proprio 20, non 2!) perché si generi uno stato patologico in un individuo sano che assume poca vitamina B12; infatti la vitamina B12 è un coenzima e come tale in teoria partecipa alle reazioni senza essere distrutta. Questo spiega perché molti soggetti che diventano vegani in età adulta sembrano non avere problemi. Diverso è il caso in cui il soggetto non riesca ad assorbire quantità anche minimali per problemi gastro-intestinali: bastano da sei mesi a pochi anni per evidenziare la carenza. La vitamina B12 favorisce l’utilizzo degli alimenti a scopo energetico. La combinazione con l’acido folico, la vitamina B12 è in grado di abbassare i livelli ematici di omocisteina (ricordiamo che l’iperomocisteinemia è considerato un importante e indipendente fattore di rischio per gli incidenti cardiovascolari come, per esempio, aterosclerosi, ictus, infarto del miocardio, nonché incidenti periferico-vascolari ovvero trombosi, sia arteriose che venose). Inoltre, un nuovo studio pubblicato sulla rivista Neurology, dimostra che le carenze di vitamina B-12 sono associati a problemi di memoria e di pensiero, così come il restringimento del cervello che possono contribuire a problemi cognitivi. Vitamina B12 nello sport È raccomandata nello sport di resistenza (la RDA consigliata è di 6 μg, mentre formulazioni americane arrivano anche a 100 μg giornalieri). Il fumo ne diminuisce l’assorbimento e l’abuso di alcol può causare carenza. Riassumendo la Vitamina B-12 (cianocobalamina)
Vitamina C Acido Ascorbico La vitamina C, o acido ascorbico, è un potente antiossidante usato dall'organismo per prevenire gli effetti dannosi dei radicali liberi, sostanze altamente reattive presenti nell'ambiente e nel corpo umano, causa di danni a livello cellulare. La carenza di acido ascorbico porta all'insorgenza dello scorbuto, una patologia a cui erano soggetti i marinai, perché per lungo tempo avevano un alimentazione priva di frutta e verdura. Grazie alla forte azione riducente, la vitamina C è utilizzata in molte reazioni di ossidoriduzione. Per effetto di queste sue proprietà è coinvolta nella sintesi e nel metabolismo di numerose sostanze. All'interno dell'organismo l'acido ascorbico riveste molte funzioni:
Integrazione nello sport Diversi studi hanno evidenziato che la vitamina C favorisce l'incremento della forza, riduce i livelli di lattato ematico, favorisce il risparmio di glicogeno, agisce contro i radicali liberi ed i ROS (sostanze reattive prodotte dall'ossigeno) prodotti dall'attività fisica. Più in generale l'acido ascorbico protegge i muscoli dai danni indotti dall'allenamento. L'integrazione con vitamina C si è dimostrata particolarmente importante negli sport di endurance, per contrastare gli effetti negativi dei radicali liberi prodotti dall'elevato consumo d'ossigeno durante l'allenamento e per favorire il recupero, però anche gli sport di forza possono beneficiare da una sua supplementazione, che permette di ridurre i danni muscolari indotti dagli stress meccanici causati dall'utilizzo di elevati carichi e protegge i tessuti articolari fortemente sollecitati in queste discipline. La vitamina C risulta inoltre importante nel recupero da infortuni ed infiammazioni articolari, in quanto serve al corpo per la sintesi del collagene, sostanze fondamentale per la vitalità dei tessuti articolari. Venendo eliminato con le urine l'acido ascorbico non viene conservato dall'organismo, pertanto è importante che un eventuale integrazione a fini sportivi venga fatta in concomitanza della prestazione, l'ideale è prima e dopo l'allenamento o la competizione. Riassumendo la Vitamina C (acido ascorbico)
PABA Acido para amminobenzoico (Vitamina B10) PABA è l'acronimo di acido para-amminobenzoico, anche chiamato vitamina B10. Il PABA è uno dei fattori vitaminosimili; è anche volgarmente noto come vitamina B10, in virtù della sua importanza nella sintesi dell'acido folico (vitamina Bc o B9). L'acido para-aminobenzoico è determinante per il metabolismo proteico e favorisce l'efficacia dell'acido pantotenico (vit. B5). Il PABA interviene promuovendo la sintesi di melanina a partire dall'idrossifenilalanina (DOPA), quindi può essere utilizzato nella prevenzione delle scottature solari e nell'alleviamento del dolore da queste provocate; di fatto, l'acido para-amminobenzoico rappresenta un ingrediente fondamentale delle creme di protezione solare. Pare che il PABA aumenti anche la concentrazione di ossigeno nel sangue arterioso. Il PABA stimola la flora intestinale, mettendola in grado di produrre acido folico che, a sua volta, contribuisce alla formazione dell’acido pantotenico. In qualità di coenzima, il PABA ha una funzione nella scomposizione ed utilizzazione delle proteine e nella formazione delle cellule sanguigne, soprattutto i globuli rossi. Il PABA svolge un ruolo importante nel mantenimento della salute della pelle, della pigmentazione dei capelli e della salute degli intestini. Il PABA agisce da filtro solare e viene usato come componente di alcuni prodotti solari di alta qualità. Integrazione nello sport Non sono stati evidenziati particolari effetti legati ad una supplementazione di PABA negli sportivi. Riassumendo la Vitamina B10 (Acido Para Ammino benzoico)
Conclusioni:
In questo articolo avete trovato i vantaggi che ciascuna vitamina offre al consumatore, ma la vera differenza del Sunrise sta nella combinazione perfetta dei vari componente vitaminici, che ne esaltano la potenzialità. Nella figura che segue potrete notare l'importanza di queste combinazioni: Amadeo Furlan è un uomo con molti talenti e molte passioni. Ha lavorato come ricercatore nel mondo medico e poi come manager in molte aziendale nazionali ed internazionali, da 16 anni a questa parte si muove nel mondo della consulenza, della formazione aziendale e manageriale. La sua più grande passione? La medicina psicosomatica alla quale dedica la maggior parte del suo tempo. Tempo dedicato a trasferire e promuovere nuove ricerche scientifiche nel mondo della medicina alternativa. Il suo obiettivo principale è quello di fornire al pubblico informazioni oneste e tangibili su come si può mantenere un benessere fisico e mentale.
Cosa ha suscitato dottore il suo interesse per la medicina alternativa? Dopo aver lavorato per molti anni per le grandi società, avevo bisogno di un cambiamento. Volevo fare qualcosa di diverso. Nel 1988 ho avuto il piacere di incontrare un professore (prof. Dalla Dea) che, mi ha fatto conoscere il mondo della Programmazione Neuro Linguistica (PNL), e mi ha aiutato a comprendere in che modo la mente viene influenzata dalle parole e, come queste agiscono sulle nostre azioni ed i nostri comportamenti, con i conseguenti risultati. Per me è stato un amore a prima vista e che, ho coltivato frequentando i Master con il fondatore della PNL Richard Bandler. Anche se, all’epoca, ho dovuto tralasciare i miei percorsi di studi nel mondo della medicina alternativa dedicandomi, invece, a governare l’azienda in cui lavoravo. Perché ha continuato a studiare medicina, se già era un manager di successo? Perché ero affascinato da questo mondo, perché volevo capire di più su come la mente e il corpo comunicano tra loro, perché i pensieri negativi reiterati nel tempo, possono portare a malattie fisiche, perché le frequenze delle nostre parole possono influire, inevitabilmente, sulla nostra neuro fisiologia, e perché ero e sono fondamentalmente convito che, un manager di alto livello debba conoscere bene come funziona la mente e come usare le parole per valorizzare al meglio le potenzialità dei propri collaboratori. Dopo oltre vent’anni di studio, di ricerca e di corsi fatti con i migliori formatori al mondo, sono sempre più certo che, mente ed emozioni sono in stretta connessione con i risultati che le persone ottengono. In definitiva sono un tutt’uno. Come ha conciliato il lavoro da CEO nelle multinazionali dove ha lavorato con la sua passione per la medicina? Mentre continuavo a girare in tutto il mondo, ho iniziato a ritagliare del tempo e delle risorse finanziarie per implementare le mie conoscenze e capire come gli eventi del passato, le parole “significative” elaborate dalla psiche scrivono nel soma, ovvero come si sviluppa la malattia o il disagio. Capire come le malattie psicosomatiche potevano essere risolte era diventato il mio scopo primario, ecco perché dopo tanti anni di carriera manageriale, mi sono ritirato e mi sono riappropriato della mia vita, dedicando tutti gli sforzi alla medicina alternativa. L’obiettivo era capire perché quella patologia fosse insorta, quale fosse la sua genesi (origine) e come poter aiutare chi ne soffriva per risolvere dolori e paure. Cosa significa malattia psicosomatica? La Medicina oggi sta andando incontro sempre più ad un approccio olistico. I medici hanno sempre più la consapevolezza che, le persone sono individui e devono essere visti come tali, e non secondo protocolli standardizzati generici. Il mondo si sta aprendo a nuovi orizzonti e nuove forme di conoscenza e consapevolezza. Oggi, sentiamo una spinta interiore più forte che ci spinge a scoprire, a osservare la natura, a leggere quello che ci dice, si tratti del cielo, dell’acqua o del nostro corpo, per essere in grado di trovare quell’equilibrio che abbiamo dimenticato e perduto. Siamo in una rivoluzione psicologica. Come ha fatto a dare un senso a tutti questi studi con un passato lavorativo orientato principalmente nel mondo del business aziendale? La vita mi ha regalato moltissime opportunità, facendomi conoscere molte persone speciali, molti medici capaci di innovare. Tra le persone più significative conosciute (circa 10 anni fa) ci sono due grandi (così li considero io ..., e non solo) uno è Paolo Spoladore e l’altro è il dott. Raffaele Migliorini che sono stati per me dei mentori. Rappresentano i miei riferimenti, perché sono i professionisti più significativi e affidabili per competenza, esperienza e documentazione scientifica, ma soprattutto, sono stati e sono ancora oggi capaci di offrire un contributo di elevato valore con nuovi e unici approcci nel mondo delle malattie psicosomatiche. Le manca il mondo aziendale? Sono passati 16 anni da quando ho lasciato quella vita, e devo dire che non mi manca affatto. Sono stati 22 anni intensi, di alto livello, con esperienze straordinarie che, hanno influenzato la mia vita professionale, ma ora fanno parte del passato, ed è un passato che non mi appartiene più e non ne sento per niente la mancanza. Dove porteranno questi nuovi approcci di medicina alternativa? Non ho idea dove questi studi ci porteranno, ma ho la piena consapevolezza che, la corretta divulgazione, il confronto onesto e trasparente daranno alle persone “ammalate” una nuova opportunità di conoscenza. Ma soprattutto, offriranno a tutti una grande possibilità, una risposta preventiva. Come dice il detto “prevenire è meglio che curare”. Il resto credo sia un mistero, perché nessuno di noi sa predire il futuro. Ma di certo mi sento ancora all’asilo, sì all’asilo, un posto dove il bambino impara a capire le cose, dove inizia il percorso di confronto, dove la sua creatività viene incanalata e implementata. Cosa spera per il futuro della medicina alternativa? Spero che cresca e si evolva, spero che l’uomo sappia cogliere dalla natura le giuste informazioni per maturare e innovarsi. Spero che, attraverso la condivisione di tutti questi studi si possa collaborare per trovare la strada per una vita gioiosa, e che si possano fornire spunti interessanti per le future generazioni, con strumenti efficaci che possano prevenire tutte le forme di disarmonia fisica, psicologica e spirituale. Cosa vorrebbe comunicare con questo blog e che ruolo vuole che abbia per creare un futuro migliore? Non ho fatto questo blog per creare l'illusione che io possa insegnare qualcosa al mondo. Sarebbe sciocco, presuntuoso e superbo pensare che, possa fare tutto questo da solo. È proprio grazie ai feedback che riceverò, e al confronto sano e umile, che io credo si possa collaborare per aiutare, chi è malato, a trovare il punto di svolta della propria vita. Spero che, questo blog crei una comunità di uomini e donne che sentano il forte desiderio di offrire il proprio contributo, a seconda delle loro competenze delle loro possibilità, per il bene di tutto, così da permettere ad ogni persona di “sentirsi” di nuovo in salute, godendo di un dono che da sempre ci appartiene. Il primo clinico ad utilizzare il termine stress fu Hans Selye, che lo ricavò da strain, utilizzato in fisica con il significato di strappo, sforzo. Nel 1936 Selye, in seguito ad alcuni esperimenti, arrivò ad identificare questo fenomeno come una condizione morbosa, prodotta nelle cavie da laboratorio, da stimoli nocivi e, caratterizzata da modificazioni fisiopatologiche, quali ipertrofia della corticale del surrene, ipotrofia del timo e degli organi linfatici e comparsa di ulcere sanguinanti dello stomaco. Più in generale, lo stress può essere considerato un insieme di reazioni a catena, scatenate da uno stimolo esterno (stressor) che, si estrinseca seguendo due vie, una comportamentale e l’altra biologica. Dal punto di vista comportamentale si osserva una modifica di atteggiamento dell’individuo che, tenta di rimuovere l’evento stressante; dal punto di vista biologico l’attivazione del sistema neurovegetativo e neuroendocrino mette l’individuo in una condizione di “allerta” (aumento della frequenza cardiaca, della pressione arteriosa, degli atti respiratori), al fine di rispondere allo stimolo esterno. Gli eventi stressanti o stressor sono stimoli di varia natura che, interessano, comunemente, gli individui; vengono classificati in biologici (infezioni), fisici (esposizione al caldo, al freddo, traumi), psicosociali (disoccupazione, separazione, lutti ecc.) e intrapsichici (paure, conflitti interni ecc.). I meccanismi che coinvolgono a catena il Sistema Nervoso Centrale (SNC), il Sistema Immunitario (SI) e il Sistema Neuro Endocrino (SNE) sono molteplici, e dimostrati da numerose ricerche scientifiche sperimentali e cliniche (Cafiero, Prota, Marenzi et al. 2006).
Non è semplice capire quando siamo in pericolo, in quanto lo stress è una condizione personalizzata, sia per quanto riguarda la capacità di risposta del nostro organismo, sia per il tipo di eventi scatenanti. Molti ricercatori nel campo dell’endocrinologia e della neuropsichiatria sono alla ricerca di indicatori dello stress, al fine di elaborare uno strumento che ci permetta di capire quale sia la nostra tolleranza allo stress. L’omeostasi, come ha spiegato Steven Rose (1997), è la tendenza dell’organismo a operare per regolare il proprio ambiente interno, ovvero si tratta della costante messa a punto fra il biologico e il sociale. I valori programmati per l’omeostasi cambiano continuamente, in quanto lo stesso organismo gioca un ruolo attivo nel determinare il proprio destino, essendo dotato di grande plasticità nel corso dello sviluppo. Rose ha introdotto il concetto di darwinismo dinamico, secondo il quale l’organismo si modifica in relazione all’ambiente sociologico nel quale si trova, e non in maniera passiva ma attiva. Questa autopoiesi, ossia costruzione del Sé, è una caratteristica di noi umani, ed è importante quando affrontiamo situazioni eroiche, per avere la percezione di ciò che stiamo pagando in quel momento, così da sostenere quella determinata situazione operativa. A quel punto abbiamo due possibilità: o rientrare rapidamente nello status quo ante per evitare di ammalarci, o capire che l’organismo è in grado di sostenere quella scelta in quanto è riuscito a modificare la sua omeostasi. Chiave di volta del controllo dello stress è l’ippocampo, piccola formazione situata nei nuclei della base cerebrale che, immagazzina in memorie precostituite o engrammi neurali la rappresentazione dell’ambiente esterno, frutto di esperienze precedenti. In tal modo l’ippocampo è in grado di valutare gli eventi reali con modelli teorici predeterminati. Una volta eseguito questo esame, l’ippocampo innesca una cascata neuroendocrina, attivando l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene. Così facendo, questa efficientissima struttura cerebrale opera in due modi: controllando il mondo esterno e, in certe situazioni, trasformandosi in un centro di attivazione neuroendocrina. Questa cascata neuroendocrina a sua volta si ripercuote sul comportamento dei linfociti T help-er, registi della risposta immunitaria.
I linfociti T helper sono suddivisi in due classi, Th1 e Th2, il cui equilibrio definisce la bilancia immunitaria analogamente al modello yin-yang della medicina cinese, ossia polarità opposte di un medesimo processo. Una condizione di stress cronico, creando uno sbilanciamento a favore dei Th1, può favorire la comparsa di malattie autoimmuni, quali la sclerosi multipla per il sistema nervoso, il morbo di Crohn per l’intestino e l’uveite per l’occhio. Una polarizzazione opposta, invece, può portare a un eccesso di risposta anticorpale, in particolare verso gli allergeni, con una iperproduzione di immunoglobuline di tipo E (IgE). Si ritiene che le allergie e il LES (Lupus Eritematoso Sistemico, malattia autoimmune da immunocomplessi) siano da attribuire all’eccessiva polarizzazione del circuito Th2. Per effetto placebo s’intende la capacità dell’organismo di liberare sostanze endogene con finalità terapeutiche. L’effetto placebo viene utilizzato con frequenza nel campo della ricerca scientifica e in oncologia, e, spesso, vengono sviluppati protocolli scientifici terapeutici che, comparano un nuovo farmaco antiblastico a un prodotto inerte, definito appunto placebo. La statunitense Food and Drug Administration (FDA) considera il controllo effettuato con il placebo il migliore possibile. Le sue linee guida per la registrazione di nuove molecole ne prevedono l’utilizzo almeno per certe classi di farmaci. Sul piano scientifico sono tre gli argomenti che vengono addotti a sostegno dell’utilizzo del placebo nella ricerca clinica: 1) il placebo costituisce un punto di riferimento; 2) spesso risulta difficile decidere con quale trattamento sia più opportuno confrontare una nuova molecola; 3) è più facile valutare la significatività statistica negli studi clinici controllati con il placebo.
In un lavoro del 1997 (Fields, Price) si è potuto osservare, grazie alle tecniche più avanzate di imaging cerebrale, ossia PET (Positron Emission Tomog-raphy) e fMRI (functional Magnetic Resonance Imag-ing), quello che succede nel cervello dopo la somministrazione di un placebo. Questo studio conferma quanto riportato in un precedente lavoro (Ma, Shi, Han 1992), da cui si evince che, il naloxone, farmaco che blocca l’azione della morfina e delle endorfine, somministrato assieme al placebo, ne riduce gli effetti. La mente, quindi, in qualche modo controlla la chimica del cervello. Come si attivi questa capacità e, come indurla in base alle necessità, sono oggetto di studio. La sfida della medicina odierna consiste nell’identificare i percorsi che, collegano le condizioni mentali alle risposte organiche fisiologiche e patologiche. Da anni è noto il circuito del piacere, conosciuto come sistema dopaminergico mesolimbico e caratterizzato da una rete specializzata di neuroni che, usano come neurotrasmettitore, la dopamina. Si tratta di una via cerebrale comune a diversi stimoli positivi, naturali o sintetici che siano, nella quale il risultato finale è sempre lo stesso, e cioè il rilascio di dopamina, il neurotrasmettitore coinvolto nei processi di gratificazione. Più di recente è stato identificato il sistema endocannabinoide con i suoi recettori per la morfina (CB1), che ha consentito di capire meglio i collegamenti fra le cellule del sistema nervoso. Recettori CB1 sono stati trovati anche negli adipociti e, infatti, il sistema endocannabinoide è coinvolto nell’assunzione del cibo, nel bilancio energetico e nel consumo di tabacco. Gli endocannabinoidi svolgono un importante ruolo nella regolazione dell’ansia e del vomito, nel controllo del dolore e nel prevenire la morte neuronale; questo è il motivo per cui la ricerca scientifica è impegnata a sviluppare farmaci derivati dalla marijuana, senza i suoi effetti collaterali. La marijuana, infatti, presenta notevoli vantaggi terapeutici in quanto allevia l’ansia e il dolore ed elimina il riflesso del vomito, riducendo i danni tossici della chemioterapia. Recenti scoperte della biologia e della neurobiologia permettono di ricostruire l’interpretazione dell’effetto placebo, in modo assai nuovo e accurato, in quanto questo particolare effetto costituisce per ogni individuo un patrimonio biologico, frutto di una complessa storia evoluzionistica collettiva, e nel contempo, espressione di una individualità biologica, correlata a una summa di esperienze cognitive. Lo sviluppo della PNEI (Psico-neuro-endocrino-immunologia), infatti, ha potuto spiegare come ogni minimo stimolo cerebrale si traduca in uno stimolo elettrico, e come questo, a sua volta, possa indurre modificazioni neurochimiche e liberazione di neurotrasmettitori che, attraverso la via ematica si diffondono in tutto l’organismo. Le risposte del S.I.(Sistema Immunitario) e i neurormoni prodotti dalle cellule immunitarie inducono parallelamente una serie di modificazioni a carico del sistema neuroendocrino e del sistema nervoso centrale, per cui questa intricata rete di recettori e messaggeri cellulari rappresenta il complesso sistema di comunicazione fra psiche e soma e, spiega ampiamente sia l’effetto placebo sia l’effetto nocebo.
A proposito di quest’ultimo, è stato dimostrato come l’ansia attivi una serie di circuiti nervosi che, dall’ipotalamo passano all’ipofisi e, da qui arrivano alla ghiandola surrenale, con conseguente liberazione di ormoni dello stress (come il cortisolo). Questo meccanismo spiega l’aumento del dolore o del vomito nei pazienti portatori di tumori, in chemioterapia. Come ha scritto Edelman (2004), la mente di un individuo non risiede nel cervello, ma è rappresentata da un Io cognitivo inteso come struttura in continuo mutamento; da questa considerazione deriva che, l’effetto placebo è frutto di una summa di eventi biologici vissuti dall’organismo attraverso continui mutamenti indotti dalle varie esperienze. Le conclusioni finora raggiunte nel campo delle neuroscienze indicano che, i processi mentali derivano dall’attività di sistemi cerebrali straordinariamente intricati a molti e diversi livelli di organizzazione. Allo stato attuale delle conoscenze, tali livelli comprendono sicuramente quelli molecolari, cellulari, di organismo (l’intera creatura) e di transorganismo (la comunicazione empatica). È sorprendente, afferma Edelman, rendersi conto di quante connessioni si proiettino da ognuno di questi livelli a un altro, da una reazione di paura indotta, da un grido di avvertimento a un processo biochimico che condiziona il comportamento futuro. Da un’infezione virale come stimolo del sistema immunitario si arriva ad una modificazione dello sviluppo del cervello, con una sua conseguente diversa maturazione. Esemplificando, se un bambino contrae una malattia esantematica di natura virale con forte reazione febbrile, espressione della produzione di anticorpi in risposta all’attacco virale, viene indotta un’intensa modificazione delle strutture cerebrali, conseguente al bombardamento di neurotrasmettitori e ormoni prodotti dai linfociti che, contemporaneamente, si attivano per produrre anticorpi. Lo sviluppo della mente va reintegrato all’interno della natura; nel corso dell’evoluzione, infatti, i corpi sono pervenuti ad avere menti, ma questa osservazione non basta ad affermare che la mente è parte integrante del corpo: occorre dimostrare in che rapporto strutturale e funzionale la prima interagisca con il secondo.
Se riportiamo queste riflessioni sullo sviluppo della mente attraverso il processo evoluzionistico all’effetto placebo, possiamo comprendere come tale risposta biologica, collegata al processo dell’apprendimento, non sia esclusivo appannaggio dell’uomo, ma appartenga in generale al mondo animale. L’effetto placebo, infatti, è collegato alle aspettative costruitesi attraverso l’apprendimento: ad esempio se a un topo di laboratorio viene iniettata sottocute una minima dose di apomorfina in un ambiente che gli è familiare, all’animale aumenta la salivazione e si rizza il pelo; quindi esso si appallottola manifestando sintomi di sofferenza per un breve periodo. Qualche mese dopo, se allo stesso topo, posto nello stesso ambiente, si inietta una minima dose di soluzione fisiologica, egli ripropone lo stesso tipo di comportamento sofferente. Questa reazione si definisce, al contrario dell’effetto placebo, effetto nocebo collegato all’apprendimento (Wall 1999). Se l’effetto placebo è la realizzazione di un’aspettativa, le aspettative si apprendono a livello individuale; se più persone condividono le stesse aspettative si genera una cultura. La cura, in generale, non può prescindere dall’aspetto relazionale, per cui se medico e malato nutrono fiducia l’uno nell’altro, la terapia, se corretta, in genere funziona. Conseguentemente, anche la compressa assume nella cultura medica occidentale il valore di un simbolo, quello della vittoria dell’intelligenza umana sui mali provocati dalla natura. In questi giorni mi ponevo delle domande sul significato che il cibo dovrebbe avere nella vita dell’uomo, e sempre di più mi rendo conto che pur essendo fonte di energia, piacere per il palato e nutrizione per la vita delle nostre cellule, l’essere umano non sa ancora riconescergli il giusto peso, il giusto significato. Dobbiamo renderci sempre più consapevoli che, il cibo non è solo un mezzo di sostentamento, ma è molto di più, deve essere visto come un’importante fonte di piacere, per il palato e per lo spirito; una sorta di autogratificazione capace di imprimere energia positiva che fornisce alle nostre emozioni la giusta direzione per rendere migliori le nostre giornate. Purtroppo, l’industria alimentare da un lato e l’estremismo al consumismo dall’altra, ha trasformato la ricerca nel mondo dell’alimentazione in un “circo” dove le forme di edonismo classificato con stelle, non rappresenta la vitalità energetica che il cibo dovrebbe avere. Ma il cibo in origine era salute, ed è un potentissimo mezzo messo a nostra disposizione dalla natura per salvaguardare l’organismo a mantenere uno stato di benessere, e non, invece, un modo per classificare uno stile di vita in mano a pochi. I cibi che oggi ingeriamo hanno l’ energia e la purezza originaria? Questa affermazione ha un peso notevole, quindi cosa ci racconta la comunità scientifica su questo argomento? Ci dice che, i cibi oggi non ci forniscono più il giusto apporto vitaminico e minerale, quindi la parola chiave è: INTEGRARE. L’integrazione è diventato lo strumento indispensabile per agire positivamente sull’efficienza del nostro organismo. Bastano solo gli integratori? La nuova tendenza è quella di utilizzare i benefici forniti dagli alimenti nutraceutici, ovvero, sostanze che hanno oltre ad un’azione nutriente per il nostro organismo, un’azione farmacologia che, protegge e conserva il nostro sistema cellulare, ma a differenza del farmaco tradizionale, non ha gli effetti collaterali. In definitiva, si tratta di nutrienti per l’organismo, con azione protettiva latente che, quando serve aiuta l’uomo a superare le difficoltà che una malattia potrebbe comportare. Assumere un nutraceutico nell’arco della propria vita potrebbe offrire quell’equilibrio necessario al nostro organisco per garantire la salute.
Pur essendo un settore di ricerca giovane e, in assoluto, un’area in grande fermento, dove il concetto base a cui aspira arrivare è quello di fornire un “un prodotto isolato o purificato dagli alimenti, con azione medicamentosa che, possa fornire un effetto benefico fisiologico e una protezione contro le malattie croniche”. Per distinguere, quindi, i Nutraceutici dagli integratori nutrizionali, possiamo affermare che i Nutraceutici sono delle sostanze biologiche, solitamente concentrate, aventi caratteristiche preventive, riequilibrative, terapeutiche e protettive a livello psico-fisiologico. Integrando ed arricchiendo al meglio l'alimentazione con molecole utili, possiamo agire contro le possibili malattie, l’invecchiamento, gli agenti negativi esterni, i radicali liberi, lo stress psico-fisico, così da facilitare e potenziare il generale funzionamento del corpo e della mente. Fra gli alimenti più studiati da questa nuova disciplina, ve ne sono alcuni che, sembrerebbero essere utili nel contrastare alcune delle patologie più diffuse nella società moderna:
L'importanza di questa sostanza è fondamentale, si pensi solo che l’ossido nitrico viene prodotto da alcune cellule del sistema immunitario che lo utilizzano per difendersi dalle aggressioni degli antigeni. In questo caso viene sfruttata la sua azione ossidante e la conseguente capacità di liberare radicali liberi in grado di distruggere la membrana plasmatica degli agenti microbici. Il monossido di azoto sembra inoltre stimolare la proliferazione cellulare dei linfociti T e B durante la risposta immunitaria. (Kyani FX o Extreme)
Questi sono alcuni esempi di sostanze, piante, e frutta con specifiche azioni benefiche che, mescolatead altri nutrienti possono comporre un prodotto dalle elevate connotazioni innovative nel mondo della nutraceutica.
Chiedi il video sui prodotti nutraceutici inviando la richiesta alla mia email di facebook: amadeofurlan@alice.it Ci sono oltre 7 milioni di esseri umani che si muovono sul nostro pianeta Terra. Ma quanti di loro sanno qual è il proprio grado di salute? Tu personalmente sai qual è il tuo? Quanto tempo ci fermiamo a pensare alla nostra salute e alla salute delle persone a cui vogliamo bene? Adottiamo i giusti provvedimenti per la nostra salute? Certamente conosciamo già molte delle cose benefiche da fare, come l’attività fisica, il dormire sano, l’importanza del liberare i pensieri dalle emozioni negative e molte altre cose ancora. Ma la domanda che mi pongo è: “Tutto questo lo facciamo realmente e continuamente?” La risposta è tutta intorno a noi, basta guardare le persone che ci circondano…. esse rivelano segni inconfondibili di stress e di affaticamento fisico, psichico e spirituale. È un dato assodato che, ci sentiamo sempre più stanchi, soprattutto, i giovani che già agli inizi della loro carriera lavorativa sono spossati ed esausti. Tutto questo è giusto? È possibile invertire questa tendenza e cambiarla?
Oggi, la scienza ci viene incontro, suggerendoci cibi o food alimenti o nutraceutici, capaci di ridurre drasticamente la stanchezza, l’affaticamento, apportando al nostro organismo i benefici dei principi attivi farmacologici delle piante e degli alimenti contenuti nel cibo. Il mio intento è quello di darvi maggiore informazione, maggiore consapevolezza su cosa si può fare per vivere in salute e pieni di energia. Mandami un’email di richiesta e sarò lieto di inviarti informazioni preziose ed esclusive su una combinazione perfetta e portentosa fatta di ingredienti, i più puri che esistono in natura, per prenderti finalmente cura della tua salute, giorno dopo giorno, migliorando la tua efficacia psico fisica.
|